Tensione e attese per la nuova Commissione Europea, il Parlamento rinvia il giudizio

Il Parlamento europeo rimanda il giudizio sui candidati alla nuova Commissione, in un contesto di tensioni politiche e bilanciamenti tra gruppi
1 settimana fa
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Audizioni Commissari 2024 Ue
(© European Union 2024 – Fonte: EP)

L’ultimo giorno di audizioni per i candidati alla nuova Commissione Europea è stato segnato da un clima di tensione e sospensione. I vicepresidenti designati sono stati al centro dell’attenzione, ma il Parlamento ha rimandato il giudizio su tutti. La scelta di attendere rispecchia il delicato equilibrio politico tra i gruppi parlamentari che compongono la maggioranza: una fragile alleanza in cui ogni mossa viene valutata con prudenza per evitare “trappole” e divisioni. Ma andiamo per ordine.

Kaja Kallas (Estonia) – Affari esteri e Politica di sicurezza

L’audizione di Kaja Kallas, ex primo ministro estone e candidata alla carica di Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza dell’Unione Europea, ha evidenziato una visione ambiziosa per il rafforzamento dell’autonomia strategica europea in un quadro internazionale caratterizzato da instabilità e minacce crescenti. Nella sua esposizione, Kallas ha ribadito l’urgenza di una maggiore integrazione delle difese nazionali, suggerendo che gli Stati membri dedichino almeno lo 0,25% del PIL all’industria militare europea, con l’obiettivo di rafforzare la capacità del continente di fronteggiare sfide globali, ma senza duplicare i meccanismi della NATO. Questa sua posizione riflette un bilanciamento tra la necessità di un’Unione Europea più autonoma sul piano della difesa e il mantenimento del solido legame con l’Alleanza Atlantica, che Kallas ha definito fondamentale per la sicurezza comune e la stabilità transatlantica.

La candidata ha adottato una linea particolarmente dura nei confronti della Russia, non solo a causa del conflitto in Ucraina ma anche in virtù delle pressioni continue esercitate da Mosca sulla regione baltica. Non a caso, Kallas è tra le figure europee sanzionate dal Cremlino, un elemento che ha confermato la sua determinazione nel confronto con la leadership russa. Kallas ha difeso l’importanza di proseguire con le sanzioni economiche contro la Russia, avanzando l’idea di una possibile estensione delle misure, un argomento su cui, tuttavia, permane una divergenza tra i membri del Consiglio europeo. Nel suo intervento, ha sottolineato che il supporto all’Ucraina, incluso quello militare, non è solo una questione morale ma una priorità strategica per l’intera sicurezza europea.

Tra gli aspetti centrali della sua audizione, Kallas ha anche esposto la sua visione in merito alla necessità di ridurre le dipendenze tecnologiche da potenze come la Cina, vista come un rivale sistemico oltre che come un partner commerciale. Sottolineando l’importanza di una “de-risking strategy” nei confronti di Pechino, ha proposto di diminuire la vulnerabilità europea in settori chiave, come la tecnologia avanzata e i semiconduttori. A tal fine, Kallas ha avanzato l’idea di una cooperazione più stretta con partner indo-pacifici come Giappone, Corea del Sud e Australia, per diversificare le catene di approvvigionamento e garantire una maggiore resilienza economica dell’Ue.

Un’altra area che ha suscitato ampio interesse riguarda l’allargamento dell’Unione Europea. La candidata ha sostenuto con forza la prospettiva di una futura integrazione dei paesi vicini, inclusa l’Ucraina, che Kallas considera strategica per la stabilizzazione della regione e per contrastare l’influenza di attori rivali come Russia e Cina. Secondo la visione di Kallas, l’allargamento non è solo un progetto politico ma uno strumento per promuovere valori democratici e garantire una maggiore sicurezza al continente europeo. Questa posizione ambiziosa sull’allargamento ha però suscitato delle perplessità tra alcuni membri del Parlamento, che temono un’accelerazione delle adesioni senza adeguate garanzie di stabilità interna.

Durante l’audizione, Kallas ha infine affrontato questioni di politica migratoria e di relazioni con il Medio Oriente, ribadendo l’importanza di una gestione efficiente dei confini esterni dell’Ue e di un dialogo diplomatico per risolvere conflitti di lunga data come quello israelo-palestinese. Ha espresso sostegno per una soluzione a due Stati, definendola la chiave per una pace sostenibile nella regione. Kallas ha concluso sottolineando che la leadership europea deve trovare un equilibrio tra ambizione strategica e realismo, con l’obiettivo di preservare l’influenza globale dell’Ue e di rafforzare le sue capacità di difesa, senza però compromettere i suoi valori democratici e il rispetto dei diritti umani.

Kaja Kallas Afp
Kaja Kallas (AFP)

Raffaele Fitto (Italia) – Coesione e Riforme

L’audizione di Raffaele Fitto, ex Ministro italiano e candidato commissario europeo, ha messo in luce una visione di cooperazione regionale all’interno dell’Unione Europea, volta a rafforzare le comunità locali senza rinunciare agli obiettivi globali dell’Ue. Durante il suo intervento, Fitto ha evidenziato l’importanza di un “approccio basato sul territorio”, il quale, a suo avviso, permette di adattare le politiche comunitarie alle specificità delle varie regioni, isole e aree periferiche, in risposta alla necessità di un’Europa che non sia percepita come un ente distante e burocratico, ma come un partner tangibile e operativo per le comunità locali. La proposta di Fitto ha sottolineato il ruolo delle regioni non solo come beneficiarie delle politiche Ue, ma come attori attivi, in grado di partecipare alla costruzione delle strategie europee.

Un elemento chiave della sua audizione è stato l’impegno per la transizione ecologica, ma con l’avvertenza che questa debba rispettare le specificità industriali e locali, adattando le politiche green alle realtà del territorio. Questo bilanciamento, secondo Fitto, è cruciale per garantire una crescita sostenibile che sia inclusiva e competitiva, senza imporre standard rigidi che potrebbero ostacolare lo sviluppo delle comunità meno industrializzate o con economie più vulnerabili. Fitto ha anche risposto alle critiche, come quelle mosse dal Verde sloveno Vladimir Propp, che ha sottolineato la mancanza di riferimenti espliciti al Green Deal nelle risposte scritte di Fitto. Quest’ultimo ha difeso la propria posizione, sostenendo che il pragmatismo è la chiave per unire sostenibilità e sviluppo economico, una filosofia che sembra permeare tutte le sue proposte.

Un’altra priorità delineata da Fitto riguarda la necessità di semplificare le procedure burocratiche che spesso complicano l’accesso ai fondi europei, soprattutto per le regioni più svantaggiate. Fitto ha ribadito che questa semplificazione non comporterà una diminuzione dei controlli democratici e della trasparenza, poiché gli strumenti di vigilanza dell’Ue, come l’Ufficio Europeo per la lotta antifrode e la Procura Europea, garantiranno una gestione rigorosa dei fondi. L’obiettivo è rendere le risorse più accessibili e flessibili, riducendo le barriere amministrative e favorendo così un accesso equo e trasparente ai finanziamenti per le aree che ne hanno maggiore bisogno.

Durante l’audizione, Fitto ha anche ribadito la necessità di sostenere le regioni insulari e frontaliere, che spesso si trovano ad affrontare sfide uniche, come nel caso delle comunità insulari mediterranee o delle aree di confine dell’Europa orientale. Fitto ha citato la sua esperienza come deputato europeo per sottolineare la centralità di politiche specifiche in ambiti strategici come il turismo, i trasporti, la pesca e l’agricoltura, settori che spesso rappresentano la principale fonte di sostentamento per queste regioni. Questo sostegno, secondo Fitto, è indispensabile per evitare che tali aree si trovino isolate o penalizzate dal processo di integrazione europea.

Un aspetto sensibile è stato il riferimento al rispetto dello Stato di diritto, tema controverso in seguito alle posizioni passate del suo partito sul meccanismo di condizionalità dei fondi europei. Fitto ha rassicurato i membri del Parlamento, affermando il proprio impegno a difendere questo valore fondamentale e a sostenere i meccanismi europei di controllo, necessari per garantire l’integrità e l’etica nell’utilizzo dei fondi pubblici. La sua difesa del rispetto delle regole ha avuto lo scopo di chiarire la propria posizione, allineandosi con i principi fondanti dell’Unione.

Raffaele Fitto
Raffaele Fitto (AFP)

Roxana Mînzatu (Romania) – Persone, Competenze e Preparazione

L’audizione di Roxana Mînzatu, candidata della Romania al ruolo di Vicepresidente per Persone, Competenze e Preparazione, ha portato in primo piano alcune priorità e ambizioni per il futuro sociale dell’Unione Europea, sebbene non priva di tensioni e critiche. Con un passato da ministra dei Fondi Europei e un’esperienza nel settore privato, Mînzatu ha illustrato una visione ampia e articolata che abbraccia i temi dell’occupazione, della mobilità lavorativa e dell’equità sociale. Davanti alle Commissioni per l’Occupazione e gli Affari Sociali e per la Cultura e l’Istruzione, la candidata ha proposto un mandato basato su tre pilastri chiave: preparazione, qualità del lavoro ed equità sociale. La sua intenzione di lanciare un “Dialogo Europeo” con i cittadini su lavoro ed equilibrio tra vita privata e professionale testimonia la volontà di affrontare le problematiche in modo partecipativo e trasparente.

Tra le iniziative di punta, Mînzatu ha posto l’accento sulla portabilità delle competenze, un’innovazione che prevede il riconoscimento delle qualifiche professionali in tutta l’Unione, con particolare attenzione a settori ad alta richiesta come STEM. Questo progetto ambizioso potrebbe facilitare la mobilità dei lavoratori europei e contribuire a colmare le lacune di competenze in aree strategiche per il mercato del lavoro, promuovendo al contempo un’Europa più inclusiva. Tuttavia, alcuni membri del Parlamento, soprattutto tra i Socialisti e Democratici, hanno criticato l’assenza di espliciti riferimenti a “diritti sociali” e “occupazione” nel nome del portafoglio, ritenendolo riduttivo rispetto alla portata degli obiettivi enunciati.

Una parte rilevante del discorso di Mînzatu ha riguardato l’inclusione sociale, con misure rivolte ai giovani, alle persone con disabilità e alle categorie economicamente vulnerabili. La candidata ha prospettato una politica europea contro la povertà, con misure per facilitare l’accesso all’abitazione, all’energia, ai trasporti e all’assistenza sanitaria. Tale approccio, che mira a integrare le questioni sociali con l’uguaglianza di genere e le sfide climatiche, evidenzia una visione innovativa e interconnessa del welfare europeo.

Sostenitrice di un programma Erasmus+ più inclusivo, Mînzatu si è impegnata a favorire l’accesso a tale esperienza educativa a un maggior numero di giovani, con un occhio di riguardo per quelli provenienti da contesti economici svantaggiati. Ha inoltre espresso la volontà di incrementare le opportunità di formazione professionale e di supportare l’Alleanza delle Università Europee, promuovendo l’adozione di un titolo di laurea riconosciuto a livello europeo. Tuttavia, durante l’audizione, sono emerse preoccupazioni sulla necessità di affrontare i rapporti tra i giovani e le nuove tecnologie e di definire un’Agenda per gli Insegnanti, temi su cui Mînzatu si è dichiarata pronta a lavorare.

In chiusura, nonostante il sostegno di diversi europarlamentari, permangono perplessità sul titolo del portafoglio, giudicato eccessivamente generico e insufficiente per riflettere appieno le ambizioni di tutela sociale e qualità del lavoro. Le presidenti delle Commissioni Li Andersson e Nela Riehl hanno ribadito la necessità di una definizione che rispecchi meglio le aspettative dell’Europa in materia di formazione e diritti sociali, sottolineando come questo incarico possa rappresentare una svolta decisiva per il futuro del lavoro e dell’inclusività nell’Unione Europea.

Roxana Mînzatu Afp

Stéphane Séjourné (Francia) – Prosperità e Strategia Industriale

Il portfolio di Stéphane Séjourné, ex ministro degli Esteri francese e candidato per la carica di vicepresidente esecutivo della Commissione Europea con delega alla Prosperità e Strategia Industriale, che abbraccia aree strategiche come l’industria, la competitività e la sostenibilità, potrebbe giocare un ruolo determinante nel tracciare la direzione futura dell’Unione Europea in un contesto globale sempre più competitivo e sfidante. La candidatura di Séjourné arriva dopo la destituzione di Thierry Breton, che aveva lasciato un’impronta forte, ma controversa, sul settore industriale europeo. Le aspettative nei confronti del candidato francese sono alte, ma non mancano le perplessità, in particolare riguardo alla sua capacità di esercitare una leadership altrettanto incisiva e risoluta in un ruolo così delicato.

Durante l’audizione, Séjourné ha espresso una visione chiara e ambiziosa per il futuro industriale dell’Europa, sottolineando la necessità di un equilibrio tra la decarbonizzazione e la reindustrializzazione. La sua proposta di un “Patto per l’industria pulita” si inserisce in un piano strategico che mira a promuovere la competitività europea, abbassando i costi energetici e favorendo la crescita di settori ad alta intensità tecnologica e sociale, come i veicoli elettrici e le pompe di calore. Una parte centrale della sua proposta riguarda le piccole e medie imprese, per le quali ha suggerito l’introduzione di un “passaporto PMI”, al fine di semplificare le loro operazioni e ridurre la burocrazia. Inoltre, Séjourné ha insistito sulla necessità di un massiccio investimento in innovazione e sostenibilità, proponendo la creazione di un “Fondo per la Competitività Ue” e l’utilizzo del programma InvestEU per rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato.

Nonostante l’ambizione del suo programma, alcune delle sue dichiarazioni più rilevanti hanno sollevato interrogativi, in particolare per quanto riguarda il settore dell’acciaio, dell’automobile e dell’aeronautica. Séjourné ha promesso un maggiore supporto per l’industria dell’acciaio attraverso la Banca Europea per gli Investimenti e ha sottolineato l’importanza di una pianificazione a lungo termine per l’industria automobilistica. Per il settore aeronautico, ha ribadito l’inclusione di questa filiera nel “Patto per l’industria pulita”, con l’intento di rafforzare la competitività sostenibile. Tuttavia, una delle questioni più urgenti rimane la carenza di investimenti, con una lacuna di circa 800 miliardi di euro annui. Séjourné ha proposto di colmare questo vuoto creando un’Unione del Risparmio e degli Investimenti, stimolando i risparmi delle famiglie e incentivando l’accesso ai mercati dei capitali per le Pmi, riducendo la dipendenza dal sistema bancario tradizionale.

Séjourné ha tracciato una visione ambiziosa per la competitività industriale europea, ma la sua audizione ha anche evidenziato le sfide enormi che la Commissione dovrà affrontare per realizzare questi obiettivi in un contesto di crescente concorrenza globale.

Stéphane Séjourné Afp
Stéphane Séjourné (AFP)

Teresa Ribera (Spagna) – Transizione Pulita, Giusta e Competitiva

L’audizione di Teresa Ribera, ministra dell’Ambiente spagnola e candidata per il ruolo di Vicepresidente Esecutivo della Commissione Europea per la Transizione Pulita, Giusta e Competitiva, ha messo in evidenza le sfide enormi che dovrà affrontare nel gestire il doppio mandato di promuovere la sostenibilità industriale e regolare la concorrenza all’interno dell’Unione Europea. La sua nomina, voluta fortemente dai socialisti, è il culmine di un percorso incentrato sulla lotta contro il cambiamento climatico, ma ha sollevato alcune perplessità tra i parlamentari, in particolare riguardo alla sua esperienza nelle delicate tematiche della regolazione antitrust. Questo aspetto è particolarmente cruciale dopo il lavoro svolto dalla precedente Commissaria, Margrethe Vestager, la cui eredità nel campo della concorrenza ha fissato standard elevati e ha reso il settore ancora più sensibile.

Ribera ha illustrato con determinazione il suo impegno per un’Europa resiliente agli eventi climatici estremi, come testimoniato dalla sua riflessione sulle recenti alluvioni a Valencia, mettendo in luce la necessità di un piano di adattamento climatico europeo. Ha ribadito l’importanza di costruire sistemi di allerta precoce e misure preventive per ridurre i rischi climatici, un approccio che è stato accolto positivamente dagli europarlamentari. La gestione delle risorse idriche, infatti, è stata identificata come una priorità per affrontare la crisi ambientale imminente, un tema che, vista la crescente scarsità d’acqua, diventa sempre più urgente. Ribera ha anche rinnovato l’impegno dell’Ue per il raggiungimento degli obiettivi climatici fissati per il 2030 e ha indicato il 2040 come una data cruciale per la riduzione delle emissioni di gas serra del 90% rispetto ai livelli del 1990.

Tuttavia, le sfide di Ribera non si limitano alla transizione ecologica. Il suo incarico include anche una revisione della politica della concorrenza, che mira a modernizzare le regole degli aiuti di Stato e a combattere le pratiche anticoncorrenziali, in particolare quelle legate alle grandi acquisizioni aziendali che potrebbero ostacolare l’innovazione. Ribera ha confermato la sua intenzione di semplificare il quadro normativo, accelerando i tempi di applicazione e aumentando l’efficacia dei controlli sul mercato interno. Un punto centrale della sua proposta è l’applicazione più rigorosa del Digital Markets Act, un passo fondamentale per garantire che le grandi piattaforme tecnologiche non soffochino la concorrenza e favoriscano l’innovazione. La sua capacità di bilanciare le esigenze di crescita economica con quelle ambientali sarà fondamentale per il successo della sua candidatura.

In un periodo di rilancio economico, Ribera dovrà quindi navigare tra la necessità di rafforzare l’industria europea, supportando le piccole e medie imprese, e l’urgenza di ridurre drasticamente le emissioni industriali. La sua visione di una transizione energetica equa, che contempli anche i posti di lavoro verdi e l’inclusività sociale, ha riscosso consensi, ma il cammino è tutt’altro che semplice.

Teresa Ribera Afp
Teresa Ribera (AFP)

Henna Virkkunen (Finlandia) – Sovranità Tecnologica, Sicurezza e Democrazia

L’audizione di Henna Virkkunen, deputata finlandese e candidata alla carica di Vicepresidente Esecutivo per la Sovranità Tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, ha messo in evidenza l’ambizioso programma della parlamentare nell’ambito della trasformazione digitale e della sicurezza europea. La sua candidatura, sostenuta da un’esperienza consolidata come parlamentare europea, si inserisce in un contesto geopolitico e tecnologico che esige una risposta decisa da parte dell’Unione Europea. In particolare, la rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha riacceso il dibattito sulla necessità di una maggiore autonomia dell’Ue, specialmente nel settore tecnologico e della difesa. Virkkunen ha dichiarato con chiarezza l’urgenza di una strategia che favorisca l’indipendenza digitale dell’Europa, ponendo particolare attenzione alla protezione delle infrastrutture critiche e alla promozione della competitività europea.

Nel suo intervento, la deputata finlandese ha delineato una serie di iniziative per garantire una maggiore sovranità tecnologica e sicurezza informatica per l’Unione, promuovendo l’innovazione e la digitalizzazione in modo inclusivo. Ha sottolineato la necessità di investimenti mirati in tecnologie avanzate, la rimozione delle barriere burocratiche e la formazione di una forza lavoro altamente specializzata. Uno degli elementi chiave del suo programma è la realizzazione di un’Europa tecnologicamente autonoma, con un’attenzione particolare alla creazione di soluzioni cloud sicure e performanti, indispensabili per le imprese e i cittadini. Il piano d’azione per la cybersecurity, che Virkkunen ha presentato durante l’audizione, prevede un rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri e una stretta collaborazione in ambito difensivo e tecnologico, con l’obiettivo di proteggere l’Ue da attacchi ibridi e rafforzare le sue difese informatiche.

Uno degli aspetti più discussi dell’audizione è stato il focus dell’ex ministro finlandese sull’Intelligenza Artificiale. Virkkunen ha esposto un piano ambizioso per rendere l’Europa il “continente dell’IA”, con l’obiettivo di attrarre ricercatori, investire nell’innovazione e garantire che l’Unione Europea si ponga come leader nel settore tecnologico. Tra le iniziative più significative vi è l’introduzione delle “Fabbriche di IA”, un progetto che intende promuovere soluzioni energeticamente efficienti, favorendo la capacità delle imprese europee di innovare e competere su scala globale. La protezione dei dati, la lotta contro il cyberbullismo e il rafforzamento della libertà di espressione online sono stati altri temi trattati durante l’audizione. Virkkunen ha dichiarato che la tutela dei minori online sarà una delle sue priorità e ha promesso un piano d’azione per combattere i rischi sistemici associati agli algoritmi potenzialmente dannosi.

Il Digital Services Act e il Digital Markets Act sono stati al centro del dibattito, con Virkkunen che ha confermato l’intenzione di rafforzare il controllo sui contenuti illegali, migliorando al contempo i diritti degli utenti, e di cooperare con partner internazionali per definire una regolamentazione equa per tutte le aziende operanti nell’Ue. La candidata ha sottolineato che il futuro digitale dell’Europa non può prescindere da una strategia condivisa e da un’azione rapida per tutelare i diritti dei cittadini, in un contesto di crescente interdipendenza economica e geopolitica.

Henna Virkkunen Afp
Henna Virkkunen (AFP)

Un equilibrio fragile in Parlamento

Le tensioni tra popolari e socialisti, nonché il calo di consenso dei Verdi, hanno creato una dinamica instabile. Il Partito Popolare Europeo si avvicina sempre più ai conservatori, e le divisioni interne potrebbero portare a una conferma di tutti i candidati, una soluzione che riflette il compromesso necessario per mantenere una parvenza di stabilità. La Commissione, guidata da Ursula von der Leyen, si trova dunque a dover mantenere le promesse di coesione e riforma, ma il clima di incertezza potrebbe rendere il cammino politico tutt’altro che agevole.

Le audizioni dei nuovi commissari europei, ma soprattutto dei vicepresidenti, dimostrano come la complessità politica europea richieda un costante bilanciamento tra principi e compromessi. I futuri commissari dovranno affrontare sfide pressanti, tra cui la sostenibilità, la sicurezza e la competitività economica, in un contesto in cui ogni azione è attentamente scrutinata e il peso delle scelte è amplificato dalle tensioni tra alleanze storiche e nuove pressioni globali.

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