“Orbán sarà il sussurratore di Trump in Europa”

All’Epc Summit di Budapest: "Viktor Orbán si considererà un sussurratore di Trump e sfrutterà questa posizione per ottenere maggiore influenza all'interno dell'Ue"
1 mese fa
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European Political Community Summit (Abaca/Ipa/Fotogramma)
European Political Community Summit (Abaca/Ipa/Fotogramma)

Viktor Orbán si considererà un sussurratore di Trump e sfrutterà questa posizione per ottenere maggiore influenza all’interno dell’Ue”. A sostenerlo è l’esperto di geopolitica Ian Bremmer, presidente e fondatore del gruppo Eurasia secondo il quale l’influenza che il neoeletto presidente americano potrà avere sull’Europa passerà proprio dalle mani del leader ungherese.

Nella giornata di ieri, il presidente più discusso dell’Unione europea ha fatto gli onori di casa a Budapest per la quinta riunione della Comunità politica europea. I leader hanno discusso delle sfide alla sicurezza dell’Europa, della situazione politica in Georgia, della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e dell’escalation del conflitto in Medio Oriente, ma anche di immigrazione, di energia, di trasporti e di competitività. Non sono mancate, però, le voci sui rapporti che Viktor Orbán intrattiene con il presidente Donald Trump, vincitore delle elezioni americane negli scorsi giorni, le cui affermazioni politiche non sembrano dare spazio a margini di miglioramento per l’Unione europea.

Così, mentre il blocco dei 27 Stati membri teme le ripercussioni tra dazi e assenza di aiuti economici per difendere l’Ucraina dalla Russia, Viktor Orbán esulta.

La vittoria di Donald Trump? Per Orbán “necessaria per il mondo”

Washington, Donald Trump Incontra Il Primo Ministro Ungherese Viktor Orban
Viktor Orban e Donald Trump (Chris Kleponis/Pool/Sipa Usa/Fotogramma)

Lo aveva detto chiaro e tondo: “Se vince Trump io stappo lo champagne” e dopo la vittoria effettiva – che alla fine ha festeggiato con “vodka, perché ero in Kirghistan” – si è immediatamente complimentato con il neoeletto presidente degli Stati Uniti d’America: “Una vittoria tanto necessaria per il mondo!” ha scritto il leader ungherese su X.

L’isolazionismo di Trump, che si teme possa mettere in pratica nel futuro mandato americano, è già pratica frequente per l’Ungheria. Il premier, infatti, con la sua missione di pace intrapresa da luglio sino ad oggi ha preoccupato le linee politiche messe in campo dall’Unione europea. I due pare abbiano parlato al telefono mercoledì sera, per poi scrivere sui social: “Abbiamo grandi progetti per il futuro“.

La vittoria di Trump, però, potrebbe tornare utile all’Europa per il ruolo che potrebbe svolgere come mediatore tra Washington e Bruxelles. “Orbán spera che il suo peso, come una sorta di mediatore politico, diventerà molto più importante di prima”, ha affermato Peter Kreko, direttore del think tank Political Capital di Budapest, come riporta Rueters.

Budapest, 5° Vertice Della Comunità Politica Europea
Volodymyr Zelenskyy (Ukraine PresidencyPlanet Pix/ Zuma Press Wire/Shutterstock)

La resa dei conti a Budapest: due “Europe” a confronto

“Il presupposto di ogni pace è la comunicazione. La condizione della comunicazione è il cessate il fuoco. Ci vuole tempo per negoziare. Ma prima, un cessate il fuoco”. Questo è l’appello di Orbán ieri a Budapest, secondo il quale, solo così si potrà “dare spazio e tempo alle parti in guerra per comunicare e iniziare a negoziare sulla pace”. Per il presidente ungherese, con la vittoria di Trump, “il mondo sta cambiando” e tocca iniziare a rivedere come, fino ad oggi, ha lavorato l’Unione europea, compresi gli aiuti finanziari e militari all’Ucraina e il regime di sanzioni che il blocco ha imposto al Cremlino. “Non possiamo aspettare che ci difendano gli Usa”, ha sottolineato, chiarendo anche che Trump è un osso duro per i negoziati commerciali.

Budapest, 5° Vertice Della Comunità Politica Europea
Viktor Orban e Edi Rama (Attila Volgyi/Xinhua/Abaca/Fg)

Poi, una dichiarazione di solidarietà e di espressione di difesa alla gestione dell’immigrazione da parte della premier italiana Giorgia Meloni con l’accordo realizzato con il presidente albanese Rama. Per Orbán, il problema è un certo “attivismo giurisdizionale” che impone agli Stati di sottostare alla magistratura o a leggi sovranazionali (come i regolamenti europei) che però deluderebbero le aspettative degli elettori. Per questo “ribelliamoci ai giudici” è il grido di protesta del premier.

Il nodo della Georgia

Anche la Georgia è stata un tema di dibattito. Dopo le elezioni parlamentari nel Paese, i leader dell’Ue affronteranno in questa due giorni a Budapest, la situazione nel Paese e discuteranno la strada da seguire. “Prendiamo atto della valutazione preliminare dell’OSCE/ODIHR e invitiamo la Commissione elettorale centrale e le altre autorità competenti ad adempiere al loro dovere di indagare e giudicare in modo rapido, trasparente e indipendente le irregolarità elettorali e le relative accuse”, ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

Nelle riunioni del Consiglio europeo di giugno e ottobre 2024, i leader europei hanno confermato che l’attuale linea d’azione della Georgia, compresa l’adozione della legge sulla trasparenza dell’influenza straniera nel maggio 2024, è contraria ai valori e ai principi fondanti dell’Ue e mette a repentaglio il suo processo di adesione.

Il Paese è andato alle urne e avrebbe votato per Sogno Georgiano, il partito antieuropeista le cui politiche fanno discutere i cittadini stessi che sostengono si siano verificati brogli elettorali e intimidazioni in vista del voto.

Medio Oriente

Infine, si discuterà anche della legislazione israeliana recentemente adottata contro l’Unrwa (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente) che, se applicata, renderebbe impossibile svolgere il suo mandato. Si discuterà anche delle possibili conseguenze sulle relazioni tra Ue e Israele.

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