Polonia al bivio: Trzaskowski e Nawrocki al ballottaggio presidenziale

1 mese fa
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Rafał Trzaskowski
Rafał Trzaskowski (afp)

Il primo turno delle elezioni presidenziali in Polonia, svoltosi domenica 18 maggio 2025, ha confermato le previsioni di un testa a testa tra il candidato europeista Rafał Trzaskowski e il conservatore Karol Nawrocki. Con un’affluenza record del 66,8%, superiore alle consultazioni precedenti, gli elettori polacchi hanno delineato uno scenario politico profondamente polarizzato che si risolverà nel ballottaggio del 1° giugno.

I risultati: un duello più serrato del previsto

Secondo i dati quasi definitivi, Rafał Trzaskowski, sindaco di Varsavia e candidato della Piattaforma Civica (lo stesso partito del premier Donald Tusk), ha ottenuto il 31,2% delle preferenze. Un risultato che, seppur positivo, è inferiore alle aspettative dei sondaggi che lo davano in vantaggio più netto. Alle sue spalle, con un distacco minimo, si è piazzato Karol Nawrocki, sostenuto dal partito nazionalista Diritto e Giustizia (PiS), che ha raccolto il 29,7% dei voti.

La sorpresa è arrivata dal terzo classificato, Sławomir Mentzen, esponente dell’estrema destra libertaria, che ha conquistato circa il 15% delle preferenze. Un risultato imprevisto che potrebbe rivelarsi determinante per l’esito del ballottaggio, considerando che il suo elettorato rappresenta una riserva di voti potenzialmente decisiva per Nawrocki. Lo stesso Trzaskowski, nel suo primo commento dopo gli exit poll, ha ammesso che i risultati indicano “un testa a testa”, riconoscendo la competitività del suo avversario.

Il dato preoccupante per il fronte europeista è anche il buon risultato ottenuto dal candidato di estrema destra Grzegorz Braun, che ha raggiunto il 6,2% nonostante sia sotto inchiesta per aver spento con un estintore un candelabro di Hanukkah nel Parlamento polacco.

Una Polonia divisa

Le elezioni presidenziali giungono in un momento di profonda divisione politica per la Polonia, dove le tensioni sono aumentate dopo l’aggressione russa all’Ucraina.

Da un lato il blocco liberale ed europeista rappresentato dalla Piattaforma Civica del premier Donald Tusk, dall’altro il fronte nazional-conservatore di Diritto e Giustizia, il partito del presidente uscente Andrzej Duda, che non ha potuto candidarsi avendo già completato i due mandati consecutivi previsti dalla Costituzione.

Questa polarizzazione ha generato negli ultimi anni una frequente paralisi decisionale, con il presidente Duda che ha esercitato ripetutamente il diritto di veto sulle leggi proposte dal governo Tusk, ostacolando in particolare le riforme in politica estera e quelle relative allo stato di diritto.In questo scenario, la posta in gioco è particolarmente alta.

Il presidente polacco, pur avendo poteri limitati rispetto al premier, è comandante in capo delle forze armate e guida la politica estera, funzioni cruciali in questo contesto geopolitico e, soprattutto, può porre il veto alle leggi approvate dal parlamento. Un veto che può essere superato solo con una maggioranza qualificata dei tre quinti, difficilmente raggiungibile dall’attuale coalizione di governo.

I candidati e i temi della campagna

Rafał Trzaskowski, 52 anni, sindaco di Varsavia dal 2018, si è presentato come figura di unificazione nazionale, promettendo di facilitare le riforme finora ostacolate dal presidente uscente e di rafforzare il ruolo della Polonia nell’Unione Europea. Europeista convinto, Trzaskowski rappresenta la continuità con la linea politica dell’attuale governo.

Karol Nawrocki, storico e candidato sostenuto dal PiS, ha invece fatto della linea dura contro l’immigrazione e della critica alle politiche comunitarie di Bruxelles i punti cardine della sua campagna. Ammiratore di Donald Trump, Nawrocki incarna la visione sovranista e conservatrice che ha caratterizzato la presidenza di Duda.

La campagna elettorale è stata caratterizzata da scontri verbali e polemiche su temi particolarmente sensibili come l’aborto, le migrazioni e le relazioni con l’Unione Europea. In particolare, la questione dell’interruzione di gravidanza è tornata centrale nel dibattito pubblico, in un Paese che ha le regole più restrittive d’Europa in materia, dove ogni anno circa 120.000 donne polacche ricorrono all’aborto nonostante le severe limitazioni.

Verso il ballottaggio: scenari e prospettive

Il ballottaggio del 1° giugno si preannuncia come un momento cruciale e molto combattuto per il futuro della Polonia e per i suoi rapporti con l’Unione Europea.

L’esito dipenderà in larga misura da dove si orienteranno i voti degli elettori di Mentzen e degli altri candidati minori.

Se Trzaskowski dovesse prevalere, il governo Tusk potrebbe finalmente procedere con il proprio programma di riforme senza gli ostacoli posti finora dalla presidenza. Una vittoria di Nawrocki, invece, perpetuerebbe la situazione di stallo istituzionale, con un presidente in costante opposizione all’esecutivo.

C’è da dire, inoltre, che le elezioni presidenziali polacche rappresentano un nuovo capitolo nella storia recente del Paese, ma le radici della polarizzazione politica affondano in divisioni profonde che difficilmente si ricomporranno con il voto del 1° giugno.

Il presidente eletto entrerà in carica il 6 agosto, dopo una cerimonia davanti alle camere riunite del parlamento polacco. Da quel momento, avrà cinque anni per dimostrare se la Polonia continuerà il suo cammino di integrazione europea o se, come altri paesi dell’Europa centro-orientale, sceglierà di percorrere la strada del sovranismo.

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