“Rottura epocale”: la promessa di Merz per una Germania forte in Europa e nel Mondo

Il candidato cancelliere per la Cdu propone maggiore spesa militare e un'Europa più unita per affrontare l'asse autocratico di Russia e Cina. E annuncia: "Dal giorno uno introdurrò i controlli ai confini"
3 settimane fa
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Friedrich Merz
Il candidato della Cdu Friedrich Merz

Epochenbruch”: rottura epocale. È quella che promette Friedrich Merz, candidato (favorito) alla cancelleria della Germania alle prossime elezioni del 23 febbraio, che giovedì ha parlato a un parterre di diplomatici, think tank e giornalisti riuniti presso l’Hotel de Rome a Berlino. Un’espressione che schiaccia il più blando Zeitenwende (svolta epocale) usato dal cancelliere uscente Olaf Scholz nel 2022 per annunciare l’aumento della spesa militare al 2% del Pil, decisione che superava le storiche titubanze tedesche sul riarmo.

Merz nel suo atteso discorso ha delineato la sua visione della “nuova politica estera e di sicurezza” della Germania, nel solco di quella muscolarità che ormai va per la maggiore su entrambe le sponde dell’Atlantico. Il candidato cancelliere propone e prospetta una Germania più forte e più armata: “Voglio che la Germania sia forte”, ha dichiarato.

L”asse delle autocrazie’, capeggiato da Russia e Cina

Merz parte dal fatto che lo “sviluppo lineare della democrazia” è finito, e che si sono formati il campo democratico e “l’asse delle autocrazie”, quest’ultimo capeggiato da Russia e Cina. “Siamo testimoni dell’erosione dell’ordine liberale internazionale”, ha dichiarato, spiegando: “Negli ultimi dieci anni è emerso un asse delle autocrazie che esercita un’influenza destabilizzante su diverse regioni del mondo, mina l’Occidente politico e sfrutta le crisi a proprio vantaggio. Questo non è né più né meno che un asse revanscista e anti-liberale che abbraccia la competizione sistemica con le democrazie liberali”.

Dunque il leader conservatore, capo dei cristiano-democratici (Cdu) ha annunciato di voler aumentare la spesa del riarmo e favorire sia il coordinamento degli eserciti sia lo sviluppo comune di armi a livello europeo. “Gli europei hanno 17 tipi di panzer, gli Usa uno. Queste ridondanze costano un sacco di soldi e sprecano potenziale“, ha spiegato, chiarendo ulteriormente: “Voglio che il ‘Made in Europe’ corrisponda alla qualità e alla quantità di equipaggiamento di difesa degli Usa”.

Rapporto Usa-Ue “la più “importante alleanza mondiale”, ma “evitare dazi”

A proposito degli Stati Uniti, Merz ha definito il rapporto tra le due sponde dell’Atlantico come la più “importante alleanza mondiale”, indipendentemente da chi è Presidente in quel momento. Nello specifico, con l’attuale amministrazione Usa il candidato cancelliere ha fatto sapere di volere una relazione “pragmatica”.

Ma bisogna evitare la “spirale dei dazi”, che potrebbe portare a “grandi sconvolgimenti”, ha sottolineato Merz invitando al contempo Usa e Ue a concordare un accordo di libero scambio.

E sul tema sicurezza, Merz vede la presidenza di Trump, che mette in discussione il ruolo protettivo dell’America, come un’opportunità per l’Europa, che deve “’fare i compiti’ in vista dei nuovi attacchi di Donald Trump piuttosto che stare seduta come un coniglio di fronte a un serpente“. “Se vogliamo essere presi sul serio come pari, noi europei dobbiamo metterci in una posizione tale da assumerci la responsabilità della nostra sicurezza“, ha aggiunto. Tuttavia non ha aperto al debito comune.

Germania europeista

In questo contesto, la Germania rimane europeista, anzi aspira a tornare motore propulsore dell’Unione, con due alleati: la Francia per rafforzare il “sovranismo europeo”, e la Polonia in quanto fulcro anti-russo a Est.

La Germania parlerà con “una voce unica”

Un altro punto fondamentale della visione di Merz è la creazione di un Consiglio di Sicurezza nazionale, che centralizzerà politica estera ed europea alla cancelleria, dunque in mano al cancelliere, quindi a lui stesso. Questo, per far tornare la Germania a parlare con “una voce sola” invece di dare risposte diverse a seconda dell’interlocutore. Il riferimento è alla coalizione semaforo messa su da Scholz, una specie di Frankenstein composto da pezzi diversi e che alla fine non ha retto e (diversamente dal ‘mostro’ di Mary Shelley) si è sfaldato, portando alle elezioni anticipate. Una voce sola significa anche una voce di cui ci si può fidare. “I tempi in cui i partner europei ricevevano risposte diverse da Berlino – a seconda che chiamassero la cancelleria, il ministero degli Esteri o il ministero delle Finanze – devono appartenere al passato”, ha dichiarato.

“La massima fondamentale del governo sarà quindi che si potrà di nuovo contare sulla Germania, manterremo la parola data, prenderemo decisioni e, una volta presa una decisione, la rispetteremo”, ha proseguito.

Attenzione alla Cina

Merz ha poi parlato della Cina: oltre a porla al vertice della nuova riedizione dell’’Asse del male’ di Bushiana memoria, ha anche avvisato le imprese tedesche che scelgono di mantenere o potenziare i loro investimenti in Cina: “Affrontate un un grande rischio“. E ha specificato che se queste aziende comunque “scegliessero di correrlo per poi dovere cancellare tali investimenti, allora per favore non si rivolgano, in nessun caso, allo Stato per chiedere aiuto“. Il leader tedesco ha poi aggiunto: “Rivolgo una richiesta sentita, ovvero di limitare i rischi, per non mettere a repentaglio la propria azienda” se dovesse innescarsi una crisi che comportasse “una svalutazione repentina” dell’investimento.

Un avvertimento che arriva nonostante i legami commerciali con il dragone siano molto stretti e nonostante (o proprio per questo) nel 2024 gli investimenti delle aziende tedesche in Cina siano aumentati, essendo quello del Paese asiatico un mercato che da Volkswagen in giù ha sempre rappresentato una fonte di profitti e di manifattura a prezzi convenienti.

Ma la situazione economica in Cina che, ha sostenuto Merz, “è più difficile di quanto ci rendiamo conto dall’esterno. I conflitti interni al Partito comunista cinese non sono stati risolti, ma piuttosto repressi. Il Paese non è nello stato che così spesso ci viene raccontato dai leader cinesi attraverso i media di Stato”.

Affermazioni alle quali peraltro Pechino ha risposto tramite la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, la quale ha dichiarato che la Germania ”dovrebbe considerare in modo obiettivo e razionale lo sviluppo della Cina, sostenere la tradizione di amicizia tra i due Paesi, riconoscere la natura reciprocamente vantaggiosa della cooperazione bilaterale e fare di più per allinearsi agli interessi di entrambi i Paesi e popoli”.

Un cambio epocale sull’immigrazione

Merz ha anche parlato di sicurezza interna, e non poteva essere altrimenti visto che mercoledì un nuovo attacco col coltello ad Aschaffenburg in Baviera ha lasciato sul campo due morti – un 41enne e un bambino di due anni – e per il quale è stato arrestato un rifugiato afghano con problemi mentali.

Il candidato cancelliere intende rivedere le politiche di immigrazione tedesche: introdurrà “una modifica fondamentale al diritto d’ingresso, d’asilo e di soggiorno, controlli duraturi” alle frontiere con i Paesi vicini e “il blocco di ogni tentativo di immigrazione clandestina“. “Le regole europee sono chiaramente inadatte ad affrontare la situazione, e la Germania eserciterà quindi il diritto di far prevalere le norme nazionali”, ha aggiunto. Promesse che possono mettere in crisi la libera circolazione nell’area Shengen.

In vista delle elezioni di febbraio

Il partito di Merz è dato in testa ai sondaggi con circa il 30% dei consensi, ma nella competizione politica per le prossime elezioni del 23 febbraio si agita Alternative für Deutschland, che nei sondaggi è dato al 19-21% e che è in ascesa grazie anche al sostegno fornito da Elon Musk. Il partito estremista, in odore di posizioni neonaziste nonostante la sua leader abbia preso le distanze da Adolf Hitler sostenendo che fosse un comunista, cosa che loro non sono, ha guadagnato consensi anche grazie al pugno duro in tema di immigrati. A loro spetta tra l’altro l’onore di aver sdoganato il termine ‘remigrazione (ecco cosa significa)’ ormai usato senza remore anche in Italia.

La muscolarità di Merz risponde anche alla competizione con Afd nell’intercettare il malcontento popolare, acuito da fatti come quello di Aschaffenburg o di Magdeburgo. A come formare il governo, il futuro (forse) cancelliere ci penserà dopo, quando l’aritmetica del voto dirà se si dovrà abbandonare il cosiddetto ‘cordone sanitario’ che da decenni esclude dal potere le formazioni di estrema destra. E che Alice Weidel, candidata cancelliera per il partito radicale, venerdì ha chiesto di superare.

Il leader della Cdu ha finora escluso di poter governare con Afd. Nel dicembre 2021, aveva dichiarato alla rivista Der Spiegel: “Con me, ci sarà un cordone sanitario”. Ma i tempi sono molto cambiati.