Sfiduciato Scholz, il Bundestag si libera del cancelliere. Germania verso il voto anticipato

La crisi politica tedesca apre la strada a un acceso confronto elettorale. Il conservatore Friedrich Merz in pole position, ma il prossimo governo sarà quasi certamente frutto di una coalizione complicata da negoziare
4 settimane fa
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Il cancelliere uscente Olaf Scholz (Afp)

La Germania va verso il voto anticipato. Dopo il voto di fiducia di ieri, che ha visto soccombere il cancelliere in carica Olaf Scholz, ora la prossima tappa è il 23 febbraio. Nulla di sorprendente: la sconfitta di Scholz era ampiamente attesa, e anzi era un suo obiettivo per porre fine alla crisi iniziata i primi di novembre con la cacciata del ministro delle Finanze Christian Lindner e la conseguente implosione della sfrangiata coalizione tripartita che Scholz guidava ormai da fine 2021 (Spd, Verdi e i liberali Fdp).

Dei 717 deputati presenti ieri, 394 hanno votato contro Scholz, solo 207 in favore e 116 si sono astenuti, ha reso noto il presidente Bärbel Bas. Ora, quindi, il cancelliere chiederà al presidente Frank-Walter Steinmeier di sciogliere il Parlamento e convocare nuove elezioni, con un anticipo di circa sette mesi rispetto alla scadenza naturale. La scelta è di competenza del presidente ma ci si aspetta che si adegui alla data già decisa da Spd, Liberali e Verdi: il 23 febbraio.

Quanto a chi ha votato cosa, i socialdemocratici hanno supportato il premier mentre i Verdi, membri dell’attuale governo di minoranza, si sono astenuti per impedire all’estrema destra di Alternative für Deutschland (Afd) di sostenerlo. Una parte di Afd infatti aveva annunciato un voto pro-cancelliere per cercare di sbarrare la strada al probabile successore di Scholz, il cristiano-democratico Friedrich Merz, considerato ancora più a favore dell’Ucraina.

È la sesta volta nel periodo postbellico che un cancelliere chiede un voto di fiducia, mentre risale al 2005 l’ultimo precedente per cui un cancelliere tedesco è stato sfiduciato. A quel tempo c’era un altro socialdemocratico, Gerhard Schröder, a cui poi seguì una cristiano-democratica, Angela Merkel (Cdu).

Al via una campagna elettorale “molto dura”

Ora inizia una campagna elettorale serrata – “molto dura” l’ha definita Merz – che dovrebbe portare il Paese verso un nuovo corso. Intanto quello che è certo è che la Germania sta attraversando una inconsueta crisi istituzionale in un momento critico a livello economico, con lo spettro della recessione sempre più alle porte e nessuna vera soluzione in vista.

Ed è certo anche che nemmeno la Germania, proprio come la Francia che da mesi non trova pace, potrà nell’immediato e nel breve periodo esercitare quel ruolo di leader europeo che ha storicamente portato avanti, fino ad Angela Merkel. Con grossi rischi per l’intero progetto comunitario.

Tornando al voto tedesco, sembra chiaro almeno chi ne uscirà sicuramente sconfitto: il cancelliere uscente, uno dei meno popolari degli ultimi decenni, che lascia un Paese in crisi. Lo ha riconosciuto lo stesso Scholz, che nel suo discorso al Bundestag prima del voto di fiducia ha comunque incolpato l’opposizione e sottolineato come le sfide degli ultimi anni non avrebbero potuto essere previste da “nessun elettore”. “Abbiamo bisogno di una maggiore crescita economica“, ha detto citando la necessità di investimenti per continuare a supportare l’Ucraina nella sua difesa contro l’invasione russa e a rafforzare l’esercito tedesco.

La carta della situazione economica è stata usata – e continuerà ad esserlo – anche da Merz, che ha accusato Scholz di aver lasciato il Paese “in una delle peggiori crisi economiche del dopoguerra” e ha definito il ministro dell’Economia Robert Habeck “il volto della crisi”.

Di fatto già in campagna elettorale, Merz ha sostenuto che “l’Spd non si esime dal dire cose semplicemente false”, e ha accusato il partito rivale di distorcere le sue posizioni sulle pensioni. “Noi non le taglieremo – ha assicurato – La decisione rimane che l’età pensionabile è di 67 anni e non più alta”.

Poi il leader conservatore ha fatto sapere di auspicare che il suo partito, insieme alla Csu bavarese, diventi il partito più forte al Bundestag: “Possiamo farlo. Al momento stiamo andando bene nei sondaggi ma non così bene come vedo e penso sia possibile. Tuttavia, una campagna elettorale nasce prima dalla lotta e poi dal voto”.

Anche il candidato alla cancelleria per il partito tedesco dei Verdi, Robert Habeck, è già nella mischia, sottolineando come alla Germania serva un nuovo massiccio programma di investimenti per rafforzare un’economia indebolita da 15 anni di competitività in declino: “La Germania deve reinventarsi una volta di più”, ha affermato intervenendo a Berlino alla presentazione del programma elettorale del suo partito.

Tra gli altri progetti sono necessari investimenti per miliardi di euro per ricostruire le infrastrutture ferroviarie ed energetiche del Paese, ha dichiarato sottolineando che vanno riviste ed eliminate le rigide regole del pareggio di bilancio per consentire il finanziamento del debito. Le grandi sfide del futuro non possono essere affrontate solo con risparmi di bilancio: “Chiunque dica questo sta prendendo in giro il Paese”, ha concluso Habeck.

Si preannuncia un governo di coalizione, ma tra chi?

Tornando al voto, se da una parte l’uscita di scena di Scholz appare sicura, dall’altra rimangono molte incognite: il blocco cristiano-democratico di Merz (Cdu) è in testa nei sondaggi con il 31%, mentre i socialdemocratici di Scholz dovrebbero stare sul 17% e i Verdi sul 13,4%. Inoltre c’è un convitato di pietra che preoccupa: il partito di estrema destra Alternative für Deutschland, dato al 19% e in ascesa.

Il partner naturale di Merz, il Partito Liberale Democratico (Fdp), è stimato solo al 5%, in pratica rischia di non superare nemmeno la soglia necessaria per ottenere seggi in Parlamento. Last but not least, la giovanissima Alleanza populista di sinistra Sahra Wagenknecht (Bsw) è data al 7% e potrebbe fare la differenza.

Quello che sembra certo infatti è che nessuno, nemmeno la Cdu/Csu, avrà una maggioranza tale da poter governare da solo; quindi, il prossimo governo tedesco sarà un altro governo di coalizione tra almeno due partiti. E se la cosa non è nuova per la Germania, le prime uscite di Merz sono alquante nette e aggressive: “Stiamo sostituendo questa situazione di stallo e le politiche economiche redistributive dei socialdemocratici e dei verdi con una politica economica di motivazione e competitività”. E ancora, ha accusato i Verdi di spostarsi a sinistra e diventare perciò scarsamente attraenti come potenziali partner della Cdu/Csu in una futura coalizione di governo.

“I Verdi, ovviamente si stanno spostando decisamente a sinistra con quanto hanno già fatto di sbagliato in materia di politica economica”, ha affermato, illustrando quest’oggi il programma del blocco Cdu/Csu per la campagna elettorale. “Non solo vogliono continuare, ma anche intensificare. In altre parole, si stanno spingendo ancora di più in direzione di tasse elevate, un debito alto e una forte redistribuzione attraverso sussidi riservati a pochi“, ha aggiunto.

Le cose si muovono anche tra i liberali: l’ex ministro delle Finanze Lindner è stato nominato Spitzenkandidat dal suo partito e ha detto di volere per la Fdp “un ruolo chiave” nella formazione di un futuro esecutivo: “Perché con il Partito della Libertà nel Bundestag, non ci sarà una maggioranza nero-verde. Senza il Partito della Libertà nel Bundestag, non c’è alcuna possibilità di un governo centrista”.

Infine, Bsw ha annunciato ieri che la leader del partito Sahra Wagenknecht correrà a sua volta per la cancelleria.

Il presidente Steinmeier inizia le consultazioni

Intanto il presidente Steinmeier ha iniziato le consultazioni con i capigruppo parlamentari, perché prima di sciogliere il Parlamento come conseguenza del voto di sfiducia deve appurare se all’interno dell’attuale Bundestag vi siano le possibilità e i numeri per dar vita ad una stabile maggioranza di governo.

Secondo fonti citate dalla Dpa, oggi a Schloss Bellevue, residenza del presidente federale, sono attesi il socialdemocratico Rolf Muetzenich e Merz. Mercoledì sarà la volta delle leader del gruppo parlamentari Verdi Katharina Droege e Britta Haßelmann, seguite dal capogruppo liberale Christian Duerr.
Giovedì, il presidente parlerà con Alice Weidel e Tino Chrupalla, Afd, e con Heidi Reichinnek e Soeren Pellmann, della Linke. Infine vedrà Sahra Wagenknecht, fondatrice di Bsw.

Le televisioni preparano i dibattiti tra i candidati

E anche le televisioni si preparano: Scholz affronterà Merz in almeno due dibattiti televisivi prima del voto. Le emittenti pubbliche Zdf e Ard ne hanno pianificato uno per il 9 febbraio, mentre la privata Rtl assieme al settimanale Stern hanno invitato i candidati a confrontarsi il 16 febbraio.

Le reti pubbliche hanno anche in programma un dibattito tra i candidati dei Verdi e di Afd e Rtl ha annunciato di essere in contatto con il cancelliere e candidati di punta di altri partiti su ulteriori formule di dibattito.