Cosa fare in caso di guerra, distribuiti gli opuscoli in Svezia, Norvegia e Finlandia

Le raccomandazioni e il monito ai cittadini: “Dobbiamo essere preparati al peggio”
3 settimane fa
4 minuti di lettura
Opuscolo Svezia cosa fare in caso di guerra
L'immagine in copertina dell'opuscolo svedese "In caso di crisi o guerra"

“La minaccia militare per la Svezia è aumentata e dobbiamo essere preparati al peggio, un attacco armato”. Le parole che avete appena letto sono nelle prime righe dell’opuscolo che da lunedì 18 novembre circola in Svezia. Il Paese scandinavo non è l’unico, anche in Norvegia e in Finlandia sono stati distribuiti degli opuscoli simili.

Svezia opuscoli in caso di guerra

Il manuale inviato da Stoccolma ai suoi cittadini si intitola “In caso di crisi o guerra”. L’opuscolo esisteva già, ma il governo ha aggiornato le istruzioni evidenziando che, con la guerra in Ucraina, la sicurezza della Svezia è peggiorata. L’aggiornamento è consistente: le pagine dell’opuscolo passano dalle 19 dell’edizione 2018 alle 32 di quest’anno.

Ma cosa c’è scritto?

“Un mondo incerto richiede preparazione. La minaccia militare per la Svezia è aumentata e dobbiamo essere preparati al peggio: un attacco armato. Quando qualcuno vuole arrogarsi il diritto di governarci con la forza, minaccia il nostro diritto a una vita libera e indipendente”.

La Svezia, che, come la Finlandia, è entrata nella Nato dopo l’aggressione russa in Ucraina, richiama le parole di Ursula von der Leyen sui rischi informatici e la disinformazione. “Esistono anche altri modi, diversi dalla forza militare, per influenzare e danneggiare il nostro Paese, come attacchi informatici, campagne di influenza, terrorismo e sabotaggio. Queste cose possono accadere in qualsiasi momento, e molto sta accadendo qui e ora”, si legge nel testo che sempre alla prima pagina aggiunge: “Non possiamo dare per scontata la nostra libertà. E dobbiamo avere la volontà e il coraggio di difendere la nostra società aperta, anche a costo di sacrifici. Se la Svezia verrà attaccata, non ci arrenderemo mai”.

L’opuscolo della Svezia non cita mai la Russia o l’Ucraina, ma i riferimenti geopolitici sono chiari. Il testo rivela un’attenzione particolare agli effetti della disinformazione russa specificando che: “Qualsiasi affermazione che la resistenza deve cessare è falsa […] Chi vuole influenzarci può diffondere bugie, falsificare immagini o video e manipolare le emozioni per creare divisioni. È essenziale rafforzare la nostra resilienza condividendo solo ciò che sappiamo essere vero”.

Cosa devono fare i cittadini

Le linee guida fissano le priorità: “Se succede qualcosa di grave, l’aiuto va prima a chi ne ha più bisogno. La maggior parte di noi deve cavarsela da sola per almeno una settimana”. L’opuscolo sottolinea l’importanza della cooperazione tra i cittadini, le autorità e le organizzazioni. In caso di crisi, ognuno è chiamato a contribuire alla resistenza del Paese, anche unendosi ad associazioni di difesa volontarie: “La preparazione personale non è solo una responsabilità individuale, ma una componente fondamentale della resilienza collettiva […] La difesa civile non è solo compito delle istituzioni: coinvolge cittadini, aziende e organizzazioni nella protezione delle infrastrutture fondamentali e della popolazione”.

Scorte di cibo e altre raccomandazioni

 “Ogni famiglia dovrebbe avere una scorta di cibo sufficiente per almeno una settimana, preferendo alimenti che non richiedano refrigerazione e possano essere consumati senza cottura.”
Carne e pesce essiccati o in scatola, ceci, frutta secca, burro d’arachidi, la tradizionale blåbärssoppa, (zuppa di mirtillo nero) e “almeno tre litri di acqua a persona al giorno, utilizzando taniche o bottiglie sigillate”. “In caso di interruzioni dell’energia elettrica, – si legge ancora nelle linee guida – è utile disporre di una torcia con batterie di ricambio, candele e fiammiferi”. Stoccolma raccomanda anche una piccola radio a batteria o a manovella “per ricevere informazioni dalle autorità, soprattutto in caso di interruzione della rete elettrica”.

Non mancano i riferimenti al riscaldamento, ovvi per le rigide temperature della zona. I cittadini svedesi devono anche “accertarsi di avere carburante sufficiente nel serbatoio dell’auto, poiché le stazioni di rifornimento potrebbero non funzionare in caso di blackout”, “conoscere i percorsi di evacuazione principali e predisporre un kit di emergenza con documenti essenziali, kit di pronto soccorso, cibo e acqua da portare con sé in caso di necessità”.

I precedenti

Come evidenziato in un articolo della Bbc, l’idea di un libretto di emergenza nazionale non nuova al popolo svedese. Il primo opuscolo della Svezia sulla preparazione in caso di guerra è stato preparato nel 1943 con il titolo “If War Comes” (Om kriget kommer) e distribuito a ogni famiglia in Svezia fino al 1991. La pubblicazione è stata più volte aggiornata e ripubblicata 2018 con il titolo “If Crisis or War Comes” (Om krisen eller kriget kommer).

Le edizioni recenti parlano di guerra, ma solo in seconda battuta le raccomandazioni per catastrofi ritenute più probabili. Nell’aggiornamento di novembre 2024 cosa fare in caso di guerra è in prima posizione tra le raccomandazioni e il tenore è quello che abbiamo parzialmente riportato sopra.

Opuscoli anche in Norvegia e Finlandia

Il caso svedese non è isolato. Anche Norvegia e Finlandia hanno da poco distribuito ai propri cittadini degli opuscoli per prepararsi in caso di guerra.

Come in Svezia, tra le 20 pagine dell’opuscolo norvegese il governo invita i cittadini resistere da soli almeno una settimana in caso di minacce. La possibilità di una guerra viene prospettata più volte, anche se in una posizione meno importante rispetto alle raccomandazioni di Stoccolma.

“Viviamo in un mondo sempre più turbolento, anche a causa dei cambiamenti climatici, delle guerre e delle minacce digitali. Sebbene in Norvegia la maggior parte delle cose funzioni normalmente, dobbiamo essere consapevoli che condizioni meteorologiche estreme, pandemie, incidenti, sabotaggi e, nel peggiore dei casi, atti di guerra possono avere un impatto su di noi”.

Le istruzioni si somigliano, la logica è sempre quella della sopravvivenza e dell’aiuto reciproco: “Le organizzazioni di volontariato e le comunità religiose svolgono molti compiti importanti durante le emergenze. Abbiate una visione d’insieme delle organizzazioni e associazioni di volontariato nel vostro quartiere. Impegnatevi nella preparazione volontaria”, si legge ancora nel testo diffuso da Oslo.

La Finlandia e la Russia

Per motivi geopolitici, l’attenzione è già particolarmente alta in Finlandia, Paese che condivide con la Russia un confine di 1.330 chilometri e che ha più volte dichiarato di non sentirsi al sicuro dopo l’aggressione russa in Ucraina. La guerra ha spinto Helsinki verso la Nato (processo di adesione terminato nell’aprile 2023) ed è già molto sentita dai cittadini. Molti finlandesi già dall’anno scorso partecipano a corsi di formazione per l’utilizzo di armi da fuoco ed è aumentato il numero di finlandesi che chiedono il porto d’armi.

Sul sito istituzionale si legge: “La Finlandia è sempre stata preparata anche alla peggiore minaccia possibile, la guerra”, per questo “La difesa militare si basa sulla coscrizione e sul sostegno dell’intera società alla difesa nazionale. Tutti i cittadini finlandesi hanno l’obbligo di difesa nazionale e ognuno svolge un ruolo importante nella difesa del Paese”. Tra le numerose raccomandazioni, anche qualche scorta di compresse di iodio che contrastano l’assorbimento di iodio radioattivo in caso di incidenti nucleari o attacchi con armi nucleari. A inizio anche la Danimarca aveva distribuito una guida aggiornata su come prepararsi in caso di crisi e di guerra.

Gli ultimi articoli

Da non perdere

Ursula Von Der Leyen E Presidente Moldova Maia Sandu Afp

Moldova al voto, perché ci tocca da vicino – Ascolta

Il 20 ottobre in Moldova si terranno due voti cruciali: le elezioni
Zelensky E Von Der Leyen

Ucraina, l’Ue ‘geopolitica’ di von der Leyen avanza a piccoli passi – Ascolta

La guerra scatenata dalla Russia in Ucraina costringe la potenza ‘erbivora’, che