Germania fuori dall’Ue? La ‘minaccia’ della leader di Afd

Alice Weidel: “La Germania non ha bisogno dell’Ue, ma l’Ue ha bisogno della Germania”
3 mesi fa
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Alice Weidel Leader Afd
La leader di Afd, Alice Weidel

Da prima potenza europea all’uscita della Germania dall’Ue?

Il trionfo elettorale di Afd in Turingia e l’ottimo risultato ottenuto in Sassonia, dove il partito di estrema destra è arrivato secondo poco dietro l’Unione Cristiano-Democratica (Cdu), danno nuova verve alla leader di Alternative für Deutschland, Alice Weidel.

A inizio anno, Weidel è stata chiara parlando con il Financial Times: la Dexit, l’uscita della Germania dall’Europa, è un’opzione concreta per Afd. Per la leader del partito, la Brexit “è un modello per la Germania”, rimarcando il sostegno per quella che è una “decisione sovrana”. Affermazioni in linea con i principi del partito, nazionalista e conservatore anche se la leader non è totalmente d’accordo con questa definizione.

Di certo, il trionfo regionale dà ancora più peso all’ala estrema di Afd. Björn Höcke, leader del partito in Turingia, incarna e promuove una politica che fa leva sulla paura, sul nazionalismo e sul profondo scetticismo verso le istituzioni democratichecompresa l’Unione europea. Un personaggio controverso per cui “Hitler non fu il male assoluto”. Nel 2015, Höcke ha contribuito a fondare Der Flügel, un’ala estremista dell’Afd che ha spostato ulteriormente a destra il partito, fondato su questioni soprattutto economiche e diventato nel tempo un punto di riferimento per coloro che si oppongono all’immigrazione e all’integrazione europea.

Dexit, un avvertimento all’Ue

Nella sua intervista al FT, Alice Weidel ha spiegato: “La Dexit, l’uscita della Germania dall’Ue, per noi è un’ultima ratio”. Occorre però capire dove pone l’asticella la leader nazionale di Afd che ha aggiunto: “Non vogliamo distruggere cose, le vogliamo riformare. Ma può avvenire soltanto se i nostri partner europei capiscono che devono rispettare i nostri interessi più vitali”.

Un modo per individuare l’asticella è il tenore delle sue dichiarazioni, tutt’altro che distensivo nei confronti dell’Unione europea: “La Germania, per sopravvivere, non ha bisogno della Ue. La Ue, al contrario, ha bisogno della Germania. La Ue dovrebbe comportarsi di conseguenza. Solo a queste condizioni un’uscita della Germania dall’Unione europea non si renderà necessaria”.

Parlando con Repubblica, Weidel incalza: “Abbiamo fondato un nostro gruppo al Parlamento europeo. E restiamo convinti che una vera Europa libera possa solo basarsi su un’unione libera di popoli eguali. E mi dispiace se qualcuno rimarrà deluso, se il ‘pagatore’ Germania si riprenderà un po’ di sovranità”.

Il cordone sanitario contro Afd

Intanto, in Germania nessuno intende governare con Afd, nonostante le ‘rassicurazioni’ di Weidel: “Afd non è un partito radicale né estremista. L’Afd, questa è la verità, è diventato il partito preferito dai lavoratori. Mentre la Spd si è presa gli schiaffi che meritava. Se il ministro dell’Interno della Turingia, Georg Maier (Spd) che è sottoposto ai servizi segreti, cerca di classificare il suo concorrente più temibile come ‘estremista’, può competere con noi nelle urne. Perché farlo abusando del suo ruolo e dei servizi segreti è squallido ed estremista, dal punto di vista del diritto. E gli elettori gli hanno presentato il conto, per questo”.

Insomma, per Weidel, leader di Afd dal 2022, “la cosiddetta ‘Brandmauer’, la linea rossa degli altri partiti contro l’Afd, è profondamente antidemocratica”.

In Turingia e Sassonia la Cdu proverà a costruire una coalizione, ma non sarà semplice visto che l’estrema destra controllerà un terzo dei seggi nel parlamento della Turingia e quasi un terzo in quello della Sassonia.

Non solo antidemocratica: secondo Weidel, la Brandmauer sarebbe persino controproducente per i partiti tradizionali, una “babilonica trappola dei partiti di sinistra” che “non potrà reggere a lungo”. Il motivo è di opportunità politica e strategica: “Senza l’Afd, la Cdu non può fare la politica centrista e conservatrice che ha promesso in campagna elettorale. E nel medio o breve termine sparirà come la Democrazia cristiana. Noi tendiamo la mano a tutti coloro che con mezzi pacifici e democratici e rispettosi dello stato di diritto vogliano impegnarsi per il futuro del nostro Paese”.

Afd, quanto a destra?

È evidente come la sua frangia sia meno estremista di quella Björn Höcke, che più volte si è dimostrato scettico nei confronti delle istituzioni democratiche. Anche la vita privata distingue Weidel, in un’unione civile con una donna svizzera di origini singalesi, in un partito dominato dagli uomini con visioni familiari tradizionali.

Il punto per la Germania e per l’Ue è capire quale frangia sarà dominante nel partito, mentre il successo in Turingia premia l’uomo che definì il Memoriale per gli ebrei di Berlino “un monumento alla vergogna”, leader di Afd proprio in quel Land. Senza considerare che il percorso di ‘accentramento’ delle proprie posizioni è una prassi tipica dei partiti estremisti che vogliono governare. Un processo che Lars Klingbeil, leader dei Socialdemocratici, ha sottolineato con toni accesi a inizio anno: “Sei un lupo travestito da pecora”, ha detto durante un dibattito al Budestag rivolgendosi a Weidel.

Un’altra indicazione su come venga percepito il partito arriva dalle dinamiche interne alla politica tedesca.
Non solo i partiti tradizionali marginalizzano Afd, ma anche l’estrema sinistra di Bsw, l’altro partito premiato dalle urne, fa lo stesso. Nonostante alcuni punti di contatto tra i due estremi, a detta della leader Sahra Wagenknecht, il gap non è colmabile: parlando di una possibile alleanza per governare la Turingia, la leader di Bsw si è detta pronta a negoziare con i moderati, ma “mai con Afd: è etno-nazionalista, questo è lontano dalle mie idee”.

Germania fuori dall’Europa: ci sarà un referendum?

Con la sua retorica euroscettica e nazionalista, Alternative für Deutschland rappresenta una minaccia diretta alla stabilità e alla coesione dell’Unione, che già ha dovuto resistere all’avanzata delle ultradestre alle elezioni europee di giugno. L’apprezzamento della Brexit da parte di Weidel è una minaccia concreta per il futuro dell’Unione, anche per i toni minatori che hanno accompagnato questa ipotesi. Il trionfo dell’Afd nelle elezioni regionali tedesche incoraggia i movimenti euroscettici, creando una sorta di alleanza informale tra i partiti nazionalisti e populisti che cercano di indebolire l’Ue dall’interno.

L’idea di un referendum per la Dexit infrange un grande tabù in Germania, dove i partiti tradizionali sono convintamente pro-europei. Inoltre, la costituzione tedesca impone rigide restrizioni ai plebisciti nazionali e i sondaggi suggeriscono che una larga maggioranza di tedeschi voterebbe per rimanere nell’Ue. Tuttavia, tra gli elettori dell’AfD il sostegno all’UE è più debole.

Prima di spostarsi ulteriormente a destra, AfD è stata fondata nel 2013 da economisti conservatori indignati per i salvataggi dell’eurozona durante la crisi del debito sovrano. Ignorare la natura delle cose non è mai una scelta lungimirante.

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