Kamala Harris è l’ultima speranza per i rapporti Ue-Usa? Confronto con Trump-Vance

Dalla politica economica ai diritti civili, ecco perché l’abisso tra la nuova leader democratica e il duo Trump-Vance ci riguarda
3 mesi fa
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Macron e Kamala Harris alla NASA
Emmanuel Macron e Kamala Harris ad un briefing NASA (2022)

Kamala Harris ha accettato la nomination di Biden; sarà lei la candidata del partito democratico per le elezioni presidenziali Usa del prossimo novembre. Il passo indietro dell’attuale presidente americano è una boccata d’ossigeno per il partito, che ora punta a recuperare il gap con Donald Trump, fortemente agevolato dalle gaffe di Biden, nonché dalle perplessità dell’opinione pubblica americana sulla sua salute e sulla sua età.

Kamala Harris e l’Ue

In altre parole, Kamala Harris rappresenta l’ultima speranza per l’Ue di non vedere deteriorati i rapporti con l’alleato di sempre. Il leader del partito repubblicano è da sempre noto per la sua politica isolazionista e la scelta di Vance come suo vice in caso di vittoria consolida questo orientamento. Il vicepresidente scelto da Donald Trump è infatti un convinto difensore della manifattura americana e dell’imposizione di dazi sulle importazioni. Le sue posizioni potrebbero ostacolare le relazioni commerciali tra Europa e Stati Uniti.

Inoltre, Vance ha spesso espresso aspre critiche nei confronti dell’aborto e dei diritti LGBTI, sostenendo che queste persone non dovrebbero essere protette dalla discriminazione (così il sito LGBTI Washington Blade, qui per approfondire perché Vance preoccupa l’Ue).

Dall’altra parte dello schieramento politico americano c’è ora Kamala Harris che, in linea con l’orientamento progressista del partito democratico, ha spesso usato toni amici nei confronti dell’Unione europea.

Famoso il suo discorso alla plenaria di Strasburgo in occasione della Giornata internazionale della donna (8 marzo) 2021, quando Kamala Harris ringraziò il Parlamento europeo per gli sforzi fatti nei confronti delle donne. Da quelle parole si possono cogliere alcuni punti programmatici della politica dell’attuale vicepresidente americana e un confronto con il ticket Trump-Vance.

Il discorso di Kamala Harris al Parlamento Ue e il confronto con Trump-Vance

“Presidente David Sassoli, Membri del Parlamento europeo,

è un onore rivolgersi a questa stimata istituzione in questo giorno importante: la Giornata internazionale della donna. Vorrei iniziare dicendo che il Presidente Joe Biden e io non vediamo l’ora di lavorare con i Membri di questo Parlamento e di rafforzare l’Alleanza Transatlantica.

Oggi ci troviamo a dover affrontare delle crisi su quasi tutti i fronti. Una pandemia che ha tolto la vita a più di due milioni e mezzo di persone in tutto il mondo e un clima mutevole che minaccia il futuro della nostra Terra, un aumento dei sentimenti populisti che minacciano le democrazie ovunque. Né gli Stati Uniti né l’Europa sono immuni da questi rischi”, parole quanto mai attuali tre anni dopo, come dimostra la crescita delle destre estreme nelle elezioni europee e dei singoli Stati membri. L’avanzata delle ultra destre, però, non è stata travolgente come ci si aspettava, tanto che Ursula von der Leyen è riuscita farsi riconfermare presidente della Commissione europea, seppure in un quadro molto complicato. Discorso analogo i Francia, dove però c’è stato bisogno di una specie di cordone sanitario elettorale per fermare l’ascesa di Marine Le Pen e del suo Rassemblement National.

Dopo le nomine dei top jobs, ora è il momento delle elezioni americane, in una sorta di climax ascendente da cui dipende il nostro futuro.

Il ruolo delle donne per Harris e Trump

“Oggi – diceva ancora Harris nel suo discorso – è essenziale lavorare insieme per promuovere quei principi che rafforzano le democrazie: responsabilità e trasparenza, stato di diritto e diritti umani. E non trascuriamo le opportunità che abbiamo di fronte per farlo. Sappiamo che la forza delle nostre democrazie e la forza di ogni Nazione sulla Terra dipende dalla forza di tutte le persone.

Costituendo metà della popolazione mondiale, le donne guidano la crescita economica e contribuiscono allo sviluppo della società. Sono scienziate che curano le malattie e membri delle forze armate che difendono le nostre Nazioni. Sono imprenditrici che contribuiscono alla creazione di posti di lavoro ed educatrici che formeranno le prossime generazioni. E, naturalmente, le donne sono Capi di Governo, dal primo Presidente eletto di questo Parlamento, Simone Veil, a tutte le leader donne che siedono tra voi oggi.

Oggi, le crisi globali che dobbiamo affrontare hanno evidenziato chiaramente sia il contributo che le donne forniscono che le sfide che le donne devono affrontare. In poche parole, il nostro mondo non funziona ancora per le donne, come dovrebbe”, diceva la candidata democratica seguendo la linea progressista.

Sull’altro fronte, Donald Trump giudica le avversarie donne più per motivi personali che professionali. Di certo, l’idea di trasmettere una posizione poco inclusiva nei confronti delle donne non spaventa il candidato repubblicano che non fa nulla per restituire un’immagine diversa.
In queste ore, Donald Trump ha detto che Kamala Harris “ride come una pazza”, mentre Nancy Pelosi “si è rivoltata contro Biden come un cane”. Altro che linguaggio inclusivo, insomma.
In termini politici, il tycoon newyorkese ha definito la sua nuova avversaria delle presidenziali “disastrosa” e “più incompetente di Biden”.

La salute delle donne

Tornando al discorso di Kamala Harris a Strasburgo: “Il Covid-19 ha minacciato ovunque la salute, la sicurezza economica e la sicurezza fisica delle donne. La pandemia ha sovraccaricato i sistemi sanitari, rendendo ancora più difficile per le donne accedere alle cure di cui hanno bisogno. Allo stesso tempo, le donne costituiscono il 70% della forza lavoro sanitaria globale e trovandosi in prima linea, sono maggiormente esposte al rischio di contrarre il virus.

Altre donne sono state escluse completamente dal mercato del lavoro. Le donne che lavorano in settori spesso trascurati sono state le più colpite, in particolare quelle che svolgono lavori a basso salario e quelle che lavorano nell’economia informale. L’anno scorso è stato segnalato che a livello globale quasi 3 su 4 lavoratrici domestiche hanno perso il lavoro, e quelle che rimangono occupate, vengono pagate decisamente troppo poco. Nel frattempo, le restrizioni imposte dalla quarantena, hanno aumentato il carico di lavoro domestico, dato che le donne si prendono cura dei bambini giorno e notte. 

L’isolamento ha anche aumentato il rischio di violenza di genere, e allo stesso tempo ha interferito con i servizi offerti alle donne in difficoltà e vittime di violenza domestica. So che lo scorso maggio questo Parlamento ha aperto l’edificio Helmut Kohl, in modo che alcune di queste donne potessero avere un posto sicuro dove dormire. Ho passato gran parte della mia carriera sia a proteggere donne sopravvissute alla violenza domestica che minori vittime di abusi e applaudo la vostra generosità”.

Da queste riflessioni, l’attuale vicepresidente americana poneva a sé stessa e agli eurodeputati una domanda: “Mentre affrontiamo la pandemia, l’instabilità economica, l’ingiustizia razziale, le minacce alla democrazia e gli effetti del cambiamento climatico, la domanda davanti a noi è semplice. Come possiamo costruire un mondo che funzioni per le donne? Credo che dobbiamo garantire la sicurezza delle donne a casa e in ogni comunità. Dobbiamo garantire che le donne possano accedere ad un’assistenza sanitaria di alta qualità e che le esigenze sanitarie specifiche delle donne possano essere affrontate adeguatamente”.

Donne e aborto, le differenze tra Harris e Trump-Vance

Impossibile non pensare al diritto di aborto che l’Europarlamento vuole inserire nella Carta dei diritti fondamentali Ue, e il ticket Vance-Trump vorrebbe impedire o quantomeno ostacolare. Nell’anno in cui Kamala Harris pronunciava queste parole alla seduta plenaria del Pe, Vance paragonava l’aborto alla schiavitù, e lo inquadrava come un male da estirpare: “Credo che l’aborto abbia trasformato la nostra società in un luogo in cui vediamo i bambini come un fastidio, un inconveniente da buttare via piuttosto che una benedizione da nutrire. Eliminare l’aborto significa innanzitutto proteggere i nascituri, ma anche rendere la nostra società più pro-bambini e pro-famiglia”, diceva J.D Vance.

Quando si è candidato al Senato nel 2022, il sito web della sua campagna inseriva il divieto di aborto tra gli obiettivi principali. Nel 2023, dopo che gli elettori dell’Ohio avevano previsto il diritto all’aborto nella costituzione dello Stato, il senatore vi si era opposto.
Vance si era espresso contro l’aborto persino in caso di stupro, ma nel tempo ha leggermente ammorbidito la sua posizione avvicinandosi al suo candidato presidente Donald Trump, convinto sostenitore delle “restrizioni con eccezioni”, che vieterebbe l’aborto solamente in casi particolari e definiti dalla legge.

Lungi da un’idea delle donne madri e “focolai domestici”, Harris concludeva così il suo discorso al Parlamento europeo: “Dobbiamo trattare le donne con dignità sul lavoro e creare le strutture necessarie, per far sì che le donne possano prendersi cura delle loro famiglie ed eccellere nell’ambito lavorativo. Infine, dobbiamo dare alle donne pari voce nel processo decisionale, perché ciò è essenziale per democrazie libere ed eque. E questo non è solo un atto di buona volontà, è una prova di forza. Se costruiamo un mondo che funziona per le donne, le nostre Nazioni saranno tutte più sicure, più forti e più prospere. In questa Giornata internazionale della donna, siamo determinati in questo sforzo. Siamo uniti in questo sforzo.

Grazie!
Il presidente Biden e io non vediamo l’ora di lavorare con voi”.

Ora saranno le urne di novembre a dire se la sinergia continuerà o subirà una battuta d’arresto.

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