La Russia è una minaccia per il mondo intero: il discorso di Zelensky all’Onu

Il presidente ucraino sottolinea la necessità di un’azione globale unita contro la minaccia russa e presenta il suo piano per la pace
1 settimana fa
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Un Diplomacy Unga Zelensky
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky alla 79esima sessione dell'Assemblea delle Nazioni Unite (Photo by TIMOTHY A. CLARY / AFP)

Oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si rivolge all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un evento di fondamentale importanza per la politica estera a livello globale. Al centro del suo intervento si trova, inevitabilmente, la guerra in Ucraina e le sue conseguenze drammatiche. Questo conflitto, che ha avuto inizio il 24 febbraio 2022 con l’invasione da parte della Russia, ha profondamente scosso l’ordine internazionale, dando vita a complesse dinamiche politiche, economiche e diplomatiche a livello mondiale.

Durante il suo discorso, Zelensky sfrutta la prestigiosa piattaforma dell’ONU per reiterare la necessità di un sostegno internazionale, evidenziare i crimini perpetrati dalla Russia e presentare una visione di pace che non contempla alcuna concessione territoriale a Mosca.

Il discorso di Zelensky

Il discorso di Zelensky è avvenuto in un momento particolarmente delicato. A quasi due anni dall’inizio del conflitto, la guerra si è protratta nonostante il sostegno militare e finanziario dell’Occidente, in particolare degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. La Russia controlla ancora circa un quinto del territorio ucraino, compresa la Crimea, annessa illegalmente nel 2014, e vaste aree del Donbass, dove la guerra si combatte su più fronti. La risposta della comunità internazionale, seppur massiccia in termini di sanzioni contro Mosca e aiuti a Kiev, non è ancora riuscita a porre fine al conflitto.

Durante il suo discorso, Zelensky ha lanciato un allarme sulla minaccia che la Russia rappresenta non solo per l’Ucraina, ma per la stabilità globale. Ha accusato Mosca di pianificare attacchi contro tre impianti nucleari ucrainiper distruggere ulteriormente la rete energetica del Paese, una tattica già utilizzata nei precedenti inverni per demoralizzare la popolazione ucraina e indebolire la sua resistenza. Il presidente ha esortato la comunità internazionale a non dividersi di fronte all’aggressione russa, sottolineando che una pace giusta non può essere raggiunta senza l’Ucraina e senza il rispetto della sua sovranità e integrità territoriale.

Uno dei punti salienti del discorso di Zelensky è stato il riferimento al suo piano per la vittoria e la pace, di cui ha delineato solo alcuni aspetti fondamentali. Il piano, presentato alla comunità internazionale, si basa su principi che richiedono il ritiro totale delle forze russe dai territori occupati e il ripristino dei confini riconosciuti internazionalmente. Questo punto è stato ribadito anche dal ministero degli Esteri ucraino, che ha chiarito che non vi è alcuna possibilità che Kiev ceda territori in cambio di una tregua temporanea o di un cessate il fuoco. La convinzione ucraina è che soluzioni intermedie o compromessi territoriali non farebbero altro che prolungare la guerra, lasciando aperta la possibilità di future aggressioni da parte di Mosca.

Questa posizione di fermezza è in parte alimentata dalla consapevolezza che la Russia non ha mai veramente rinunciato alle sue ambizioni imperialistiche, come dimostrato dalla continua occupazione della Crimea e dalle operazioni militari nelle regioni del Donbass. Zelensky ha richiamato l’attenzione sul fatto che ogni vicino della Russia teme l’espansione della guerra, in particolare i paesi dell’Europa orientale che condividono con l’Ucraina un passato di dominio sovietico.

L’allarme nucleare e il ruolo dell’energia

Un elemento cruciale del discorso di Zelensky è stato l’allarme lanciato sulla possibile escalation della guerra attraverso attacchi contro infrastrutture nucleari. La Russia, secondo il presidente ucraino, sta pianificando di colpire tre impianti nucleari ucraini con l’obiettivo di danneggiare ulteriormente la rete energetica del Paese, in un contesto in cui l’approssimarsi dell’inverno rende l’energia un fattore vitale per la sopravvivenza della popolazione. Attacchi simili erano già stati tentati durante i primi due inverni di guerra, ma l’attenzione posta da Zelensky sulla minaccia nucleare indica un’escalation del conflitto che potrebbe avere conseguenze devastanti, non solo per l’Ucraina, ma per l’intera regione.

La comunità internazionale, e in particolare l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, è già impegnata a monitorare la sicurezza degli impianti nucleari ucraini, in particolare la centrale di Zaporizhzhia, che si trova attualmente sotto controllo russo. Il timore di Zelensky è che nuovi attacchi possano aggravare la crisi energetica in Ucraina e aumentare il rischio di una catastrofe nucleare che metterebbe a rischio milioni di vite.

Le reazioni internazionali e il ruolo della NATO

Durante la sua visita a New York, Zelensky ha incontrato numerosi leader internazionali, tra cui il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. L’Ucraina ha continuato a chiedere una maggiore integrazione nell’alleanza atlantica, vedendo in essa una garanzia di sicurezza contro future aggressioni russe. Tuttavia, l’adesione all’alleanza resta un tema delicato, con diversi membri della NATO che temono un’escalation diretta del conflitto con la Russia se Kiev dovesse essere ammessa nell’organizzazione durante la guerra.

Nonostante ciò, Stoltenberg ha confermato l’impegno della NATO a sostenere l’Ucraina, in particolare rafforzando la sua difesa aerea, un aspetto cruciale per proteggere il Paese dagli attacchi missilistici russi. Questo incontro ha rafforzato la convinzione di Kiev che solo attraverso il rafforzamento delle sue capacità difensive e il sostegno dell’Occidente sia possibile portare la Russia al tavolo dei negoziati in una posizione di svantaggio.

Un’altra importante dinamica emersa durante la visita di Zelensky alle Nazioni Unite è stata l’offerta di mediazione da parte del presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan. La Turchia, pur essendo un membro della NATO, ha mantenuto un delicato equilibrio tra il sostegno all’integrità territoriale dell’Ucraina e il mantenimento di relazioni diplomatiche e commerciali con la Russia. Erdoğan ha ribadito la sua convinzione che il conflitto possa essere risolto solo attraverso il dialogo e ha offerto la sua mediazione per un eventuale accordo di pace. Tuttavia, l’intransigenza mostrata da Mosca e Kiev rende difficile immaginare che una soluzione diplomatica possa essere raggiunta nel breve termine.

La risposta della Russia e le prospettive future

La risposta della Russia al discorso di Zelensky non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha accusato Zelensky di essere salito al potere attraverso un “colpo di Stato” e di non rappresentare le popolazioni delle regioni del Donbass, della Crimea e di altre aree contese. Lavrov ha sostenuto che l’Occidente non è disposto a fare pressioni su Kiev per negoziati equi, accusando le potenze occidentali di avere un atteggiamento ipocrita riguardo ai principi della Carta delle Nazioni Unite.

Nel frattempo, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribadito che la Russia non ha intenzione di fermare la sua “operazione speciale” in Ucraina fino a quando non saranno raggiunti tutti gli obiettivi prefissati. Questo lascia intendere che Mosca non è disposta a cedere terreno, rendendo probabile un ulteriore protrarsi del conflitto.

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