Starmer riapre la porta all’Europa. Ma per ora si parla solo di guerra e sicurezza

Si apre il vertice della Cpe nella cornice in cui è nato Winston Churchill sui quali valori si ispirerà l’operato del primo ministro britannico Keir Starmer: ecco tutti i temi sul tavolo
4 mesi fa
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Woodstock, Vertice Della Comunità Politica Europea A Blenheim Palace
Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky riceve il benvenuto dal primo ministro Keir Starmer a Blenheim Palace a Woodstock (Stefan Rousseau Fotogramma/IPA)

Nella cornice del Blenheim Palace, a Woodstock, nel Regno Unito, i capi di stato e di governo della Comunità Politica Europea si sono riuniti oggi per il quarto summit, al quale hanno preso parte quasi 50 leader europei.

Un banco di prova per il primo ministro inglese Keir Starmer che ha aperto le porte all’Ue dopo la Brexit e che dimostrerà, non solo le sue capacità diplomatiche e di relazione con i leader esteri, ma anche i suoi limiti. Riavvicinare Londra all’Europa e cooperare sempre più con l’Ue sarà la sua missione.

Un’occasione per l’Uk: ecco i temi

L’evento di questa mattina è la prima vera occasione per il primo ministro inglese per mettere in campo le proprie capacità “diplomatiche”.

“Grazie mille per essere qui – sono le prime parole pronunciate da Starmer ai 44 leader -. È, ovviamente, il luogo di nascita di Winston Churchill. E noi sosteniamo i valori che lui incarna in tutto il mondo, libertà e democrazia sì, certo, ma anche sfida e determinazione nella loro difesa. Oggi, mentre una nuova tempesta si abbatte sul nostro continente, scegliamo di affrontarla con lo stesso spirito, e scegliamo di affrontarla insieme. E questa è la scelta del governo che guido due settimane. Vogliamo lavorare con tutti voi per ripristinare le relazioni, riscoprire il nostro interesse comune e rinnovare i legami di fiducia e amicizia, del diritto e del tessuto della vita europea”.

Per farlo Keir Starmer, infatti, ha già ribadito l’impegno del Regno Unito a sostenere l’Ucraina “finché sarà necessario”. Affiancato da Volodymyr Zelenskiy, ha detto ai 44 leader europei riuniti a Blenheim Palace: “Il compito è urgente, perché la nostra sicurezza è in gioco. Ogni giorno l’Ucraina combatte per proteggere non solo il popolo ucraino, ma anche il popolo europeo”.

Ma è il rintracciare i punti sui quali l’Ue è disposta a negoziare la vera sfida. A partire da quello che dovrebbe essere un accordo commerciale post Brexit sino alla questione “difesa e sicurezza”, la cui presidenza eventuale di Donald Trump preoccupa l’Ue e l’Uk.

La prima grande questione è proprio quella della possibilità che il Tycoon possa decidere di viaggiare in direzione opposta all’attuale presidente statunitense Joe Biden, in caso dovesse vincere le elezioni americane. E, di conseguenza, come questo possa minare gli aiuti economici all’Ucraina e all’Unione europea. Il Regno Unito non è poi così indifferente al problema.

E lo stesso vale per gli accordi commerciali. Uscire dall’Unione europea ha comportato rischi e conseguenze, tanto quanto gli oneri e doveri del farne parte. Per questo motivo, Starmer dovrà dimostrare la sua capacità di allinearsi cercando un punto di equilibrio per muoversi nel mercato europeo con meno blocchi e restrizioni di tipo burocratico, senza pretendere gli stessi diritti e liberà che posseggono gli Stati effettivamente membri dell’Ue.

Ma ad aprire i lavori sarà il tema dell’immigrazione. La leader italiana Giorgia Meloni e il leader albanese Edi Rama apriranno questa sessione esponendo il progetto che li vede protagonisti e che risulta essere un’innovazione nello scenario geopolitico europeo e transnazionale. Il primo ministro inglese ha promesso in campagna elettorale di voler “smantellare chi traffica esseri umani” ed è in cerca di un coordinamento in materia proprio con Italia, Francia, Germania e Spagna.

Poi Norvegia e Slovenia gestiranno il dibattito sull’energia, mentre la Francia, Montenegro e il presidente del Consiglio Ue Charles Michel gestiranno i lavori sulla “Difesa della Democrazia”.

All’evento anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e il re Carlo III che prenderà parte ad un banchetto informale dopo il summit.

European Political Community Summit
Segretario generale Nato Jens Stoltenberg e il primo ministro inglese Keir Starmer all’European Political Community summit a Blenheim Palace a Woodstock (Stefan Rousseau Fotogramma/IPA)

La Comunità politica europea

I leader riuniti giovedì “daranno il via al nuovo approccio di questo governo all’Europa“, ha detto Starmer in una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio, “approccio che non solo ci avvantaggerà ora, ma anche per le generazioni a venire”. Nella sua dichiarazione, ha osservato che Blenheim Palace è “il luogo di nascita di Churchill che si è opposto a una precedente generazione di aggressioni sul suolo europeo”. E, a quanto pare, intende fare lo stesso.

La Comunità politica europea ha lo scopo di promuovere il dialogo politico e la cooperazione per affrontare questioni di interesse comune, rafforzare la sicurezza, la stabilità e la prosperità del continente europeo. Fino ad oggi, la Comunità politica europea si è riunita tre volte.

In occasione della prima riunione, tenutasi nell’ottobre 2022, i leader hanno discusso principalmente di questioni relative alla pace e alla sicurezza, in particolare la guerra della Russia in Ucraina, e della crisi energetica. Nella riunione successiva, tenutasi nel giugno 2023, hanno discusso degli sforzi congiunti per la pace e la sicurezza e la resilienza energetica in Europa. A Granada nell’ottobre 2023 i leader hanno discusso di come rendere l’Europa più resiliente, prospera e geostrategica.

Woodstock, Vertice Della Comunità Politica Europea A Blenheim Palace
Primo ministro ungherese Viktor Orban e il primo ministro inglese Keir Starmer all’European Political Community summit a Blenheim Palace a Woodstock (Stefan Rousseau Fotogramma/IPA)

La prossima riunione della Comunità politica europea si dovrebbe tenere in Ungheria il 7 novembre 2024. Ungheria che detiene, fino a dicembre, la presidenza della Commissione Ue, in merito alla quale non sono mancate le critiche per i bilaterali personali intrattenuti dal presidente del Paese Viktor Orbán.