Prima il colloquio nella Santa Sede con Papa Leone XIV, in Vaticano. A seguire, l’appuntamento con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a Palazzo Chigi. Sono questi gli impegni nell’agenda del presidente dell’Ungheria Viktor Orbán, il quale ha raggiunto oggi Roma per “creare una coalizione anti guerra”. Sul tavolo del confronto ci saranno proprio “guerra” e “pace“. Ma soprattutto Ucraina, Russia e – come sempre – un’opposizione accesa alla linea intrapresa da Bruxelles.
A világ lassan hozzászokik a háborúkhoz. Az elmúlt két évtizedben egyre-másra ütik fel a fejüket a katonai konfliktusok…
Pubblicato da Orbán Viktor su Domenica 26 ottobre 2025
“Preservare la Pace? Non possiamo seguire Bruxelles”
“Il mondo si sta lentamente abituando alle guerre – ha avvisato il premier ungherese -. Negli ultimi due decenni, si sono verificati conflitti militari ovunque: dal Caucaso al Medio Oriente alla devastante guerra russo-ucraina da tre anni a noi così vicina”.
Lo scrive sui social Viktor Orbán, anticipando i temi sul tavolo del confronto tra il Papa e la premier Giorgia Meloni. Un post sui social, la foto del Tevere e la Cupola di San Pietro sullo sfondo: un messaggio che intende sottolineare la preoccupazione del premier rispetto a quanto ormai le guerre siano entrate a far parte del nostro quotidiano e come, solo la Santa Sede e l'”amica Giorgia” possono risolvere.
“Notizie e immagini della distruzione e dei morti di guerra traboccano di noi – continua il presidente ungherese -. All’inizio veniamo scossi, poi diventiamo tristi, e alla fine ci abituiamo lentamente. Ma man mano che il mondo si abitua alle guerre, diventano sempre più pericolose. Sono come incendi boschivi in una calda giornata d’estate. Se non facciamo qualcosa, prima o poi il nostro Paese, le nostre case e il futuro dei nostri figli saranno presi dalle fiamme”.
Cosa fare per risolvere il problema? La soluzione, per Orbán, è chiara ormai da tempo e la sostiene senza mezzi termini: “Se vogliamo preservare la pace in Ungheria, non possiamo seguire la corrente di Bruxelles. Vogliamo evitare che la febbre bellica si diffonda nel mondo, quindi stiamo organizzando una coalizione anti guerra”. Ed è con questi intenti che inizia il dialogo con Roma: “Riferirò degli sforzi dell’Ungheria al Santo Padre e poi al Presidente del Consiglio Italiano”.
L’appuntamento al Vaticano: tra Ucraina e Medio Oriente
Dopo aver visto alle 9 il Santo Padre, Viktor Orbán ha successivamente incontrato il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.
“Nel corso del cordiale colloquio in Segreteria di Stato – fa sapere il Vaticano – sono state sottolineate le solide relazioni bilaterali e l’apprezzamento per l’impegno della Chiesa cattolica nel promuovere lo sviluppo sociale e il benessere della comunità ungherese, con particolare attenzione al ruolo della famiglia, alla formazione e al futuro dei giovani, nonché all’importanza della tutela delle comunità cristiane più vulnerabili. Ampio spazio è stato riservato altresì alle questioni europee, con particolare attenzione al conflitto in Ucraina, e alla situazione in Medio Oriente”.
L’incontro a Palazzo Chigi
Nel pomeriggio è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a ricevere a Palazzo Chigi il primo ministro ungherese. Rispondendo alle domande dei giornalisti -prima del picchetto d’onore e dell’esecuzione degli inni nazionali dei due Paesi – Viktor Orbán non ha usato giri di parole: “Le sanzioni imposte da Donald Trump al petrolio russo sono un errore“. E si è detto pronto a discuterne con il presidente statunitense nei prossimi giorni sarà a Washington: “Stiamo ragionando su come costruire un sistema sostenibile per l’economia ungherese, perché l’Ungheria dipende moltissimo dal petrolio e dal gas russo – ha affermato al Messaggero -. E senza di loro, i prezzi dell’energia andranno alle stelle, provocando carenze nelle nostre scorte”.
Poi la frecciatina all’Europa: “Abbiamo appaltato agli americani e ai russi la possibilità di risolvere questa guerra. Purtroppo, non abbiamo un ruolo. L’Europa è totalmente fuori dai giochi“, sottolinea, aggiungendo che anche “sul futuro della sicurezza e dei rapporti tra russi e ucraini” l’Unione “resta ai margini”.
Al termine del confronto con la premier Meloni – riferisce Palazzo Chigi – si è messo “a fuoco le prospettive delle relazioni bilaterali e l’avere uno scambio di vedute sui principali temi dell’attualità internazionale, con particolare riferimento alla situazione in Ucraina, agli sviluppi in Medio Oriente e all’agenda europea”.
Tra i temi affrontati, spiega ancora la nota, anche “le iniziative per una gestione efficace e innovativa dei flussi migratori“. Meloni e Orbán hanno inoltre discusso “delle opportunità offerte dallo strumento europeo Safe, valutando possibili sinergie tra Italia e Ungheria a sostegno delle rispettive capacità industriali e tecnologiche”.
