Russia, Consiglio Ue: “Nuovo pacchetto sanzioni per guerra ibrida”. Arriva il no dall’Ungheria

L’Ungheria non darà il consenso all’estensione da 6 a 36 mesi del congelamento degli asset russi. Ma Borrell assicura: “Il nostro sostegno all'Ucraina rimarrà solido e incrollabile”
2 mesi fa
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Josep Borrell e Viktor Orban (Fotogramma)

Non solo missili, droni e armi a lungo raggio contro l’Ucraina: quella russa è una “guerra ibrida” che ha raggiunto anche gli Stati Uniti e l’Europa. È per questo motivo che il Consiglio Ue ha istituito oggi un nuovo quadro di misure restrittive, nuove sanzioni in altre parole, in risposta alle “azioni destabilizzanti della Russia all’estero”.

Il nuovo quadro, ha spiegato il Consiglio, consentirà all’Unione europea di prendere “di mira individui ed entità coinvolti in azioni e politiche del governo della Federazione Russa, che compromettono i valori fondamentali dell’Ue e dei suoi Stati membri”. A rischio, infatti, c’è la “sicurezza, l’indipendenza e l’integrità europee, nonché quelle delle organizzazioni internazionali e dei Paesi terzi”.

Ma forse, questo non è valido per l’Ungheria.

Sanzioni alla Russia

Nell’ambito di questo nuovo quadro normativo, i soggetti designati “saranno soggetti al congelamento dei beni e ai cittadini e alle imprese dell’Ue sarà vietato mettere a loro disposizione fondi. Inoltre, anche le persone fisiche saranno soggette a un divieto di viaggio, che impedirà loro di entrare o transitare nei territori dell’Ue”, scrive il Consiglio.

L’obiettivo del nuovo pacchetto di sanzioni è quello di affrontare una serie di minacce ibride, come l’indebolimento dei processi elettorali e il funzionamento delle istituzioni democratiche; le minacce e i sabotaggi contro attività economiche, servizi di interesse pubblico o infrastrutture critiche; il ricorso alla disinformazione coordinata, alla manipolazione e all’interferenza di informazioni straniere; le attività informatiche dannose, la strumentalizzazione dei migranti e altre attività destabilizzanti.

Tutte attività che la Russia, come ha ribadito più volte l’Unione europea, ha messo in atto con una propaganda in grado di destabilizzare i cittadini degli Stati membri.

Le parole dell’Alto rappresentante

La decisione, basata su una proposta dell’Alto rappresentante Josep Borrell, fa parte della risposta dell’Ue alla “continua campagna di attività ibride” da parte della Russia, che recentemente è aumentata, attraverso nuove operazioni sul suolo europeo.

“Queste attività – ha spiegato Josep Borrell – dimostrano ancora una volta il comportamento sconsiderato e irresponsabile della Russia e il suo disprezzo per l’ordine internazionale basato sulle regole e il diritto internazionale. Abbiamo rilevato un numero crescente di un’ampia gamma di attività contro l’Ue e i suoi Stati membri, tra cui attacchi informatici, campagne di manipolazione e interferenza delle informazioni, casi di incendio doloso, vandalismo e sabotaggio, anche contro le nostre infrastrutture critiche, nonché strumentalizzazione della migrazione e altre azioni dirompenti”. Borrell ha spiegato che la Russia continua a interrompere le comunicazioni satellitari, violare lo spazio aereo europeo e condurre attacchi fisici contro individui sul territorio degli Stati membri. “Queste attività malevole fanno parte di un’ampia campagna ibrida coordinata diretta dalla Russia come tentativo di dividere la nostra società, destabilizzare e indebolire l’Ue e minare la nostra resilienza, nonché il nostro sostegno all’Ucraina e la sua capacità di difendersi. Ciò non avrà successo: agiremo uniti e determinati per affrontare queste attività e ritenere i responsabili. Il nostro sostegno all’Ucraina rimarrà solido e incrollabile per tutto il tempo necessario”.

In base al nuovo quadro giuridico, l’Ue può prendere di mira coloro che sono responsabili, attuano, sostengono o beneficiano delle azioni destabilizzanti della Russia in tutto il mondo, nonché i loro associati e sostenitori.

Continueremo a rafforzare la nostra resilienza, a collaborare strettamente con i nostri partner e a utilizzare appieno il pacchetto di strumenti ibridi dell’Ue, comprese misure diplomatiche e restrittive, nonché tutti gli strumenti disponibili, per prevenire, scoraggiare e rispondere alle attività ibride della Russia”, ha concluso Borrell.

Ungheria non dà il consenso sugli asset russi

Se da un lato ci sono le chiare intenzioni di Borrell e di gran parte degli Stati membri, dall’altro lato, il Consiglio Ue deve fare i conti con la sua stessa presidenza ungherese. Tra gli Stati membri dell’Ue “al momento non c’è consenso in materia di sanzioni, probabilmente ci torneremo in novembre”. A dirlo è il ministro delle Finanze ungherese Mihàly Varga, confermando, a margine della riunione dell’Eurogruppo a Lussemburgo, che l’Ungheria si oppone all’estensione da 6 a 36 mesi del periodo di congelamento degli asset della banca centrale russa (oggi viene prorogato ogni sei mesi), passo necessario affinché gli Usa possano fare la loro parte, senza dover passare dal Congresso dove ci sono difficoltà, nel pacchetto di aiuti per 50 miliardi di dollari all’Ucraina annunciato in sede di G7.

Il “pacchetto Ucraina” all’attenzione dell’Ecofin è composto da quattro testi legislativi: tre possono passare a maggioranza qualificata, mentre il quarto necessita dell’unanimità, che non c’è perché l’Ungheria lo blocca.

“La presidenza ungherese sta preparando l’agenda – continua – sarò sicuro dell’agenda dopo che ne discuteremo”. Varga conferma che l’intenzione della presidenza ungherese è spacchettare i provvedimenti, inviando i tre approvati a maggioranza qualificata agli ambasciatori domani, per tornare poi sul quarto nell’Eurogruppo del 4 novembre: “Manderemo il tutto all’incontro del Coreper, dopodiché ci sarà un formato scritto per finalizzare la cosa”, dice. Altri Paesi membri sono decisamente contrari a ‘spacchettare’ il tutto e, nel caso in cui l’Ungheria insistesse a bloccare il provvedimento, sono intenzionati a portare il caso al Consiglio Europeo, a livello di capi di Stato e di governo.

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