Pechino è strutturalmente dipendente dall’export e produce crescita a debito. L’Europa rischia un secondo “China shock” e resta sospesa tra aperture retoriche e misure di difesa commerciale. Sfruttare le fragilità del modello cinese è possibile, ma richiede realismo strategico, spiega il professore de “l’Orientale” e direttore di ChinaMed.
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