Francia, ipotesi governo tecnico. L’esperto: “Non c’è un Mario Draghi francese”

Stasera non ci sarà una dichiarazione del presidente francese, Emmanuel Macron. Lo ha indicato l'Eliseo dopo i risultati del secondo turno
3 mesi fa
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Thibault Muzergues
Thibault Muzergues, International Republican Institute

Immaginare un governo tecnico in Francia è plausibile, anche se questa soluzione “all’italiana” non ha una figura francese valida e simile a quella di Mario Draghi, ex premier italiano. A sostenerlo è Thibault Muzergues, senior advisor dell’International Republican Institute, intervenuto all’Adnkronos nel corso dell’evento dedicato alle elezioni francesi, “La scelta dei francesi, il futuro dell’Europa”.

Exit poll francesi

Il Nuovo Fronte Popolare (Nfp), il blocco di sinistra, al secondo turno delle elezioni legislative in Francia, ha conquistato tra i 178 ed i 205 seggi, affermandosi come prima forza. È quanto indica la seconda proiezione dell’istituto Elabe per l’emittente Bfmtv.

Ensemble, la maggioranza presidenziale, ha ottenuto tra 157 e 174 seggi, mentre il Rassemblement National (Rn) e i suoi alleati, hanno conquistato tra i 113 ed i 148 seggi. I Repubblicani infine tra 67 e 71 seggi.

Il commento dell’esperto

“Sarà difficile avere un governo con questi tre blocchi – ha spiegato l’esperto commentando i risultati – il Nuovo fronte popolare sarà al minimo a 175 seggi, che corrispondono al massimo di Ensemble, che al minimo arriverà a 150 seggi, a sua volta il massimo per i lepenisti. Non si sa chi sarà il più grande gruppo vincitore. Ma è certo che se ne formeranno tre e sarà complesso avere un governo. Una coalizione tra il centro sinistra-centro-centro destra con persone che non si amano sarà molto difficile. Un governo tecnico è il risultato più plausibile. Per noi però non ci sarebbe una persona ovvia come lo è stata Mario Draghi in Italia. La Francia non è abituata a questo tipo di governo, ma deve imparare ad avere un governo che risponde al Parlamento e sarà un cambio difficile per l’élite francese”.

Altra preoccupazione riguarderà i mercati che si teme possano precipitare già domattina (lunedì 9, ndr) del 10% e che già hanno dimostrato instabilità nelle ultime settimane. Con questo scenario è possibile che si possa continuare con l’attuale governo, considerati anche i prossimi impegni francesi, come le Olimpiadi, ad esempio. Ma è anche possibile che Emmanuel Macron possa scegliere Jordan Bardella come primo ministro.

La posizione di Macron sarà indebolita. Con un governo tecnico però rimarrà al comando. Il primo ministro, in Francia, viene nominato dal presidente, senza obblighi costituzionali rispetto a determinati parametri, come i tempi minimi o massimi. È consuetudine, quindi, che nomini come primo ministro il volto vincitore della maggioranza parlamentare. Senza questa maggioranza sarà difficile designare un primo ministro. Ma secondo Muzergues, la scelta potrebbe ricadere proprio sull’enfant prodige di Marine Le Pen: Macron potrebbe sfruttarlo per dimostrare come l’essere al potere significhi perdere consensi se le politiche non rispettano le promesse della campagna elettorale.

L’altra faccia di Marine Le Pen

“La cosa più importante è che abbiamo visto un’altra faccia di Rn e di Marine Le Pen – ha continuato Muzergues -. Durante questo ballottaggio abbiamo visto prima un Rn post-populista che dava un’immagine simile a quella della premier italiana Giorgia Meloni considerandosi un partito di destra che sostiene l’Ucraina e quasi dimostrando un po’ di responsabilità finanziaria. Nella settimana scorsa poi abbiamo visto un cambio radicale. Abbiamo scoperto alcuni candidati filorussi presentarsi alle elezioni. E con i primi risultati del ballottaggio la stessa Marine Le Pen ha dimostrato quanto sia difficile ingannare l’elettorato”.

Marine Le Pen, in sintesi, con la sua destra ha dimostrato di non poter vincere con una maggioranza assoluta, ma di aver attirato un’élite di elettorato che non si potrà ignorare.

“Il Rassemblement National incarna più che mai l’unica alternativa e sarà al fianco del popolo francese. Non vogliamo il potere fine a se stesso, ma per restituirlo ai francesi”. Queste, intanto, le prime parole di Jordan Bardella che ha così commentato i risultati del secondo turno delle elezioni legislative, dove il suo partito sarebbe arrivato terzo.

La sconfitta di Macron?

Stasera non ci sarà una dichiarazione del presidente francese, Emmanuel Macron. Lo ha indicato l’Eliseo dopo l’annuncio dei risultati del secondo turno delle legislative.

“Insieme a Jean-Luc Mélenchon – ha specificato l’esperto -, Macron ha perso molta popolarità. Dobbiamo vedere prima i dettagli dei risultati, ma molte circoscrizioni hanno scelto i Verdi, ad esempio. Ciò contribuirà a cambiare le dinamiche del futuro governo. La domanda potrebbe essere: ‘Rn troverà un candidato alternativo che non sia più a destra di chi ha proposto fino ad oggi?’”.

Un presagio futuro?

“I prossimi giorni saranno decisivi per un governo che probabilmente non durerà. Ma sono i prossimi anni, prima delle presidenziali e con possibile nuove legislative, che stabiliranno cosa ne sarà del 30-35% della popolazione. A queste persone è stato dimostrato che la loro voce non conta. I Repubblicani hanno perso questi voti. Non è solo una questione di migrazione, ma anche sociale. A chi ha votato l’Rn bisognerà dare delle risposte”.