Un documento riservato proveniente da un think tank collegato all’Fsb, i servizi segreti russi, ha rivelato le sei condizioni di Vladimir Putin per un cessate il fuoco in Ucraina. Il testo, risalente a febbraio e utilizzato come base per trattare con gli Usa dopo i colloqui di Gedda, delinea una visione che posticipa la pace effettiva al 2026, con buona pace di Donald Trump che aveva promesso di risolvere la guerra “nel giro di 24 ore” dal suo ritorno alla Casa Bianca.
La rivelazione arriva in un momento delicato del conflitto: l’inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff ha concluso da poche ore la sua missione a Mosca, dove ieri sera ha incontrato Vladimir Putin a porte chiuse. Nessuna comunicazione ufficiale è stata rilasciata sull’esito dell’incontro. Il meeting era stato annunciato ieri pomeriggio dal consigliere di Putin per la politica estera, Yuri Ushakov, che aveva ribadito il punto di vista del Cremlino sull’ipotesi di una tregua di 30 giorni: “Servirebbe a loro (esercito ucraino, ndr.) per riprendere il fiato, mentre noi vogliamo una pace duratura“.
Le sei condizioni di Mosca per arrivare a questo risultato, però, rendono difficile il percorso verso la pace, mentre Putin chiama bin Salman in un gioco di equilibri geopolitici sempre più delicato.
Pretese territoriali, destituzione di Zelensky, revoca delle sanzioni e no alla Nato
Il documento, svelato dal Washington Post, presenta richieste che appaiono come un ultimatum più che una base negoziale.
Il primo punto, nonché il più controverso, è la pretesa che l’Ucraina riconosca formalmente la sovranità russa non solo sulla Crimea, ma anche sulle quattro regioni parzialmente occupate dall’esercito russo: Zaporizhzhia e Kherson a sud, Lughansk e Donetsk a est. Una richiesta velleitaria anche considerando che l’esercito russo non controlla nemmeno la metà di questi territori. Il documento prevede anche la creazione di zone cuscinetto nelle regioni russe di confine di Bryansk e Belgorod, ripetutamente colpite da attacchi ucraini negli ultimi anni.
La seconda condizione impone la destituzione di Zelensky attraverso nuove elezioni, accompagnata dall’obbligo per Kiev di rinunciare all’ingresso nella Nato e dall’immediata cessazione degli aiuti militari occidentali all’Ucraina. Sul primo punto si allunga l’ombra dei colloqui segreti tra l’entourage di Donald Trump e gli oppositori politici del presidente ucraino, rivelati da Politico.eu.
Come tessere di un domino geopolitico, le condizioni di Mosca proseguono con l’eliminazione totale delle sanzioni economiche contro la Russia, una richiesta che smentisce la narrativa del Cremlino sulla loro presunta inefficacia.
Nessuna forza europea e drastico ridimensionamento dell’esercito ucraino
Il documento rivela ulteriori dettagli strategici: nessuna forza di pace europea potrà essere dispiegata in Ucraina, mentre Mosca offre in cambio di non schierare i suoi missili balistici a medio raggio Oreshnik in Bielorussia, purché anche gli Stati Uniti seguano lo stesso principio di non dispiegamento. Inoltre, l’esercito ucraino dovrebbe subire un drastico ridimensionamento, passando da circa un milione di effettivi a poche decine di migliaia – essenzialmente disarmando il Paese.
Tutte le parti (tranne Mosca) sono d’accordo sul fatto che una pace duratura passi dalla presenza di forze europee di peacekeeping in Ucraina, un’ipotesi che la portavoce del ministero degli Esteri Marija Zakharova ha definito “assolutamente inaccettabile”. Zakharova ha subito alzato il tiro: questa soluzione equivarrebbe a un “coinvolgimento di questi Paesi in un conflitto fisico diretto” con la Russia. Su questo punto verte l’ultima delle sei condizioni poste dal Cremlino, secondo cui il compito di verificare il rispetto del cessate il fuoco e delle condizioni di pace dovrebbe essere affidato a “osservatori” incaricati.
Putin e il gioco degli equilibri con Trump e bin Salman
Intanto, il presidente russo ha avuto un colloquio telefonico con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman che ha ospitato prima il summit di Riad e poi i colloqui di Gedda.
“Il presidente russo si è congratulato con la leadership e il popolo dell’Arabia Saudita per il mese sacro del Ramadan e ha esteso i suoi più calorosi auguri al re Salman bin Abdulaziz Al Saud”, si legge nella dichiarazione del Cremlino. Pur sostenendo l’idea di una tregua in Ucraina, per Mosca ci sono ancora tante “sfumature” da analizzare.
La più importante riguarda la durata della tregua, che per Mosca non deve essere temporanea, ma “tale da portare ad una pace a lungo termine e affrontare le cause di fondo del conflitto“. Poche ore prima, da Minsk, Putin aveva detto che l’Ucraina dovrebbe chiedere insistentemente chiedere agli americani un cessate il fuoco definitivo, che tenga conto della situazione attuale sul campo. Una tregua di 30 giorni, sostiene il capo del Cremlino, servirebbe solo a Kiev per ottenere armi o per una nuova mobilitazione: “Come ci garantiscono che non accadrà nulla di simile?“, ha detto Putin ai giornalisti in occasione della conferenza stampa con l’alleato bielorusso Alexander Lukashenko.
Parlando con il principe ereditario saudita, Putin ha evidenziato le altre perplessità di Mosca su chi dovrà ordinare la cessazione delle ostilità, come controllare la tenuta della tregua su una linea del fronte lunga 2.000 chilometri e come verificare che l’Ucraina non usi la tregua temporanea per continuare “la mobilitazione forzata e gli approvvigionamenti di armi”.
Per il presidente russo, i particolari vanno messi a punto con ulteriori “consultazioni con gli Stati Uniti“. Il leader russo ha espresso “gratitudine” a Donald Trump per i suoi sforzi per mettere fine al conflitto senza spingersi oltre.
Trump: “Da Putin dichiarazione molto promettente ma non completa”
Incontrando a Washington il segretario generale della Nato Mark Rutte, Trump ha espresso il suo punto di vista sulle parole dell’omologo russo. Per il tycoon, Putin ha fatto una dichiarazione “molto promettente” ma “non completa”, ha detto il tycoon prima di ribadire che sarebbe “un momento molto deludente per il mondo” se la Russia rifiutasse un piano di pace.
“Mi piacerebbe incontrami, parlare con Putin”, ha aggiunto il leader Usa.
Zelensky: “Russia sta preparando il rifiuto”
Mentre Vladimir Putin pesa i rapporti e spara in alto sulle condizioni, Zelensky replica: “Abbiamo tutti sentito dalla Russia parole molto prevedibili e una manipolazione da parte di Putin sulla tregua: in realtà sta preparando un rifiuto fin da ora”.
Il leader ucraino ha messo in guardia sulla strategia del Cremlino con un post su X: “Purtroppo, da più di un giorno, il mondo non ha ancora sentito una risposta significativa dalla Russia alle proposte fatte. Questo dimostra ancora una volta che la Russia cerca di prolungare la guerra e posticipare la pace il più a lungo possibile. Speriamo che la pressione degli Stati Uniti sia sufficiente per costringere la Russia a porre fine alla guerra.
Il nostro team è pronto a continuare a lavorare in modo costruttivo con tutti i partner in America, Europa e altre parti del mondo che sono impegnati a avvicinare la pace. Siamo grati all’Arabia Saudita e personalmente al Principe Ereditario per aver fornito una piattaforma per il lavoro delle nostre delegazioni”.