“Ieri eravamo gli eretici. Oggi siamo il mainstream… Siamo il futuro”. Con queste parole provocatorie, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha scatenato l’entusiasmo dei circa 2.000 partecipanti al raduno dei Patrioti per l’Europa tenutosi a Madrid. Sotto il roboante slogan “Make Europe Great Again” i leader della destra estrema europea si sono uniti per tracciare una rotta politica che promette di capovolgere l’attuale assetto dell’Unione Europea. L’evento ha visto protagonisti politici di spicco come la francese Marine Le Pen, l’italiano Matteo Salvini, l’olandese Geert Wilders e lo spagnolo Santiago Abascal, oltre a ospiti d’eccezione come Kevin Roberts, capo del think tank ultra-conservatore statunitense The Heritage Foundation.
La manifestazione è stata definita dagli stessi organizzatori come una “prova di forza”, una risposta chiara alla crisi che, secondo loro, sta travolgendo l’Europa: “un blocco prigioniero della burocrazia, del fanatismo climatico, dell’immigrazione incontrollata e delle regolamentazioni eccessive”. Con toni accesi e appelli alla sovranità nazionale, i leader presenti hanno delineato una visione di Europa che ripudia il modello attuale in favore di un ritorno ai valori tradizionali e al primato degli stati membri.
La marcia dei Patrioti
L’ascesa dei movimenti sovranisti in Europa non è un fenomeno recente, ma la presenza di figure di primo piano come Orbán e Le Pen al vertice di Madrid conferma una trasformazione significativa: quella che fino a poco tempo fa era considerata una frangia politica marginale ora si presenta come una forza consolidata e determinata a influenzare il futuro dell’Ue. I Patrioti per l’Europa, il gruppo parlamentare europeo nato grazie all’iniziativa dello stesso Orbán, è diventato la terza forza più importante del Parlamento europeo.
Il messaggio è chiaro: “Siamo destinati a governare” ha affermato Matteo Salvini dal palco, incitando a una rivoluzione democratica che ribalti l’attuale ordine politico. La presenza di Marine Le Pen ha ulteriormente rafforzato questo sentimento. “L’Ue è in stato di shock” ha dichiarato la leader del Rassemblement National, elogiando il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti come un segno di rinascita globale del patriottismo.
Le parole di Geert Wilders hanno riecheggiato questo spirito battagliero, con il suo appello a una “reconquista” dell’Europa, un chiaro riferimento alle guerre dei monarchi cristiani spagnoli contro i regni musulmani. L’immagine di una ‘Bruxelles gabbia’ è stata evocata ripetutamente: un simbolo dell’oppressione burocratica che i Patrioti si propongono di spezzare.
Il tornado Trump e la scossa all’Unione Europea
Uno dei fili conduttori dell’evento è stato il riferimento costante al ‘tornado Trump’. “Donald Trump ha dimostrato che la rivoluzione del buon senso è possibile” ha dichiarato Salvini, elogiando le sue politiche protezioniste e il suo approccio anti-establishment. La sua figura è stata celebrata come un faro per la destra europea, che vede nella sua vittoria una conferma della propria visione.
Marine Le Pen ha parlato di una “nuova era”, segnata dalla fine del predominio delle élite globaliste. “Gli industriali stanno iniziando a ribellarsi contro gli eufemismi assurdi e suicidi del Green Deal”, ha affermato, criticando le politiche ambientali dell’Ue. Il sentimento di rivolta contro Bruxelles ha trovato eco nelle parole di Orbán, che ha accusato l’Unione di aver aperto le porte a un’immigrazione incontrollata che sta “travolgendo” il continente.
Il parallelo tra Trump e i leader europei presenti a Madrid è stato sottolineato anche da Santiago Abascal, leader del partito spagnolo Vox. “Trump è per noi un fratello d’armi” ha dichiarato, evidenziando l’affinità ideologica tra il movimento dei Patrioti e l’ex presidente americano.
La sfida alla burocrazia di Bruxelles
Uno dei temi più dibattuti durante il vertice è stato il ruolo della burocrazia europea, descritta come una “gabbia” che limita la sovranità nazionale e ostacola lo sviluppo economico. Salvini ha criticato duramente la Commissione guidata da Ursula von der Leyen, accusandola di incompetenza nella gestione delle crisi energetiche, delle guerre e del declino economico. “Quante volte di fronte al fallimento” delle politiche Ue “ci siamo sentiti rispondere che non hanno funzionato per aver ceduto abbastanza sovranità. È ora di dire basta a questa presa in giro” ha tuonato.
Le critiche si sono concentrate anche sulle politiche migratorie, definite “un pozzo senza fondo” che sta svuotando le casse degli stati membri e riempiendo le loro prigioni. Marine Le Pen ha attaccato il Patto europeo su migrazione e asilo, definendolo un fallimento totale. “È ora di smettere di finanziare organismi sovranazionali che difendono gli interessi delle multinazionali e non dei cittadini” ha aggiunto Salvini.
Anche l’agenda ambientale dell’Ue è stata bersaglio di critiche feroci. Le politiche climatiche sono state definite “fanatismo suicida” per l’industria europea, con Orbán che ha elogiato le misure protezioniste di Trump come modello da seguire.
Il messaggio finale dei Patrioti è stato chiaro: “L’Europa non è la che hanno costruito a Bruxelles, è libertà” ha affermato Salvini, invocando un “nuovo patto tra nazioni libere” che decida insieme solo su poche questioni essenziali, nel rispetto delle sovranità nazionali. Questo appello è stato accompagnato da un invito ai popolari europei a rompere le alleanze con i socialisti e ad unirsi al progetto dei Patrioti.
Il vertice di Madrid ha rappresentato una tappa cruciale per il movimento sovranista europeo. Con il sostegno di leader come Trump e l’ascesa di forze patriottiche in diversi paesi europei, i Patrioti per l’Europa sembrano determinati a riscrivere le regole del gioco politico del continente. Per loro, la battaglia è solo all’inizio.