Accordo congiunto Ue per l’idrogeno e la mobilità sostenibile: sul piatto oltre 4 miliardi di euro

C’è anche l’Italia tra i sette Paesi firmatari dell’accordo che mette l’idrogeno al centro della transizione e della mobilità sostenibile
2 mesi fa
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Silos di idrogeno green
Idrogeno verde per la mobilità sostenibile

L’Unione Europea ha dato il via libera a un progetto congiunto che mira a promuovere l’uso dell’idrogeno verde nell’ambito della mobilità sostenibile. Questo progetto fa parte di una serie di iniziative volte a rafforzare la transizione energetica della comunità e a raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici prefissati per il 2030 e il 2050.

L’iniziativa ‘Ipcei HyMove’, coinvolge sette Paesi membri: Italia, Estonia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Slovacchia e Spagna.

L’accordo consiste nello sblocco di finanziamenti pubblici fino a 1,4 miliardi di euro da parte dei Paesi firmatari, che dovrebbero sbloccare ulteriori 3,3 miliardi di euro di investimenti privati. Nell’ambito di questo quarto Ipcei (Importanti progetti di comune interesse europeo), rientrano undici aziende, tra cui anche Pmi e start up, con attività in uno o più Stati membri per un totale di 13 progetti innovativi.

L’accordo congiunto UE per idrogeno e mobilità smart

Mentre l’elettrico stenta a decollare del tutto, l’Ue cerca nuove fonti di energia sostenibile. Il nuovo progetto congiunto, supportato da diversi Stati membri e istituzioni europee, si concentra sugli investimenti degli Stati membri e del settore privato, con l’obiettivo di creare una rete integrata di produzione, distribuzione e utilizzo dell’idrogeno in vari settori, tra cui il trasporto, l’industria e la produzione di energia.

Il punto cruciale dell’iniziativa è lo sviluppo di infrastrutture tra i Paesi membri per il rifornimento di idrogeno, la promozione di veicoli a celle a combustibile e l’adozione di tecnologie per la compressione e la purificazione dell’idrogeno. Questo progetto è stato approvato nel contesto della quarta Iniziativa Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (Ipcei), che mira a favorire la collaborazione tra stati membri per stimolare l’innovazione nei settori strategici.
Tra le righe dell’iniziativa, la convinzione che per crescere serve che i Ventisette lavorino in sinergia. Il momento è decisivo anche perché il ruolo ricoperto nella transizione green avrà delle inevitabili ricadute geopolitiche in un contesto molto instabile. Serve un’Europa più unita per fronteggiare le sfide economiche del mercato.

Il ruolo dell’idrogeno nella transizione green

L’idrogeno è visto come un elemento chiave nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Quando utilizzato come combustibile, l’idrogeno produce solo vapore acqueo come sottoprodotto, rendendolo una soluzione pulita per molti settori. Attualmente, l’idrogeno rappresenta solo una piccola parte del mix energetico europeo, ma il potenziale per la sua espansione è enorme. La strategia dell’UE mira a incrementare la produzione di idrogeno verde, ottenuto attraverso l’elettrolisi dell’acqua alimentata da energie rinnovabili così da ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e le emissioni di CO2.

L’idrogeno è considerato un elemento cruciale nella transizione energetica per diverse ragioni, che si possono riassumere in questi punti:

  • Decarbonizzazione dell’industria: l’idrogeno verde, prodotto attraverso l’elettrolisi dell’acqua usando energia rinnovabile, può sostituire il gas naturale e altri combustibili fossili in processi industriali ad alta intensità energetica;
  • Mobilità sostenibile: i veicoli a celle a combustibile a idrogeno rappresentano una soluzione efficiente per il trasporto pesante, dove le batterie elettriche non sono sempre praticabili a causa del peso e dell’autonomia limitata;
  • Stoccaggio energetico: l’idrogeno può essere utilizzato come mezzo per immagazzinare energia rinnovabile in eccesso, permettendo una maggiore integrazione delle fonti intermittenti come eolico e solare nella rete elettrica.

Lo stato della transizione energetica dell’UE

L’Unione Europea ha stabilito obiettivi chiari per la transizione energetica, con l’intenzione di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Negli ultimi anni, l’UE ha fatto progressi significativi, aumentando la quota di energia rinnovabile nel mix energetico e promuovendo l’efficienza energetica ma deve ancora affrontare sfide considerevoli, tra cui la necessità di investimenti in nuove infrastrutture e il superamento delle barriere regolatorie e tecniche che ostacolano la diffusione dell’idrogeno.

Nel 2023, la capacità solare dell’UE è aumentata del 37%, raggiungendo 56 GW, mentre quella eolica è cresciuta del 13%. Parallelamente le emissioni di CO2 legate alla generazione di elettricità sono diminuite del 19% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 653 milioni di tonnellate.

La migliore efficienza energetica, pilastro tra le altre iniziative della Direttiva Case Green, è testimoniata dalla domanda di elettricità nell’UE, che nel 2023 è stata di 2.697 TWh, con un calo del 3,4% rispetto al 2022. Un dato incoraggiante, frutto anche della maggiore diffusione delle energie rinnovabili.
Il dato secondo cui l’Europa, nonostante gli sforzi, sia il continente che si riscalda di più al mondo ha spiazzato i cittadini europei. La dinamica in realtà non è solo frutto dell’inquinamento atmosferico ma risponde anche a delle leggi climatiche della natura, come ha spiegato all’Adnkronos il prof. Piero Lionello.

I prossimi passaggi per il progetto congiunto

Il progetto congiunto per l’idrogeno e la mobilità smart prevede diverse fasi di sviluppo. Inizialmente, verranno effettuati investimenti per la costruzione di infrastrutture chiave, come le stazioni di rifornimento di idrogeno e gli impianti di produzione e stoccaggio. Saranno inoltre finanziati progetti di ricerca e sviluppo per migliorare le tecnologie esistenti e creare nuove soluzioni innovative.

Parallelamente, l’UE lavorerà per armonizzare le normative tra i vari Stati membri, facilitando l’adozione dell’idrogeno a livello europeo. Questo percorso include la definizione di standard comuni per la sicurezza e l’efficienza delle tecnologie a idrogeno e la promozione di politiche di sostegno per le imprese che investono nel settore.

A poche ore dall’accordo congiunto le due principali potenze europee hanno provato a tracciare le linee guida per l’Unione che sarà dopo le elezioni di giugno. La posizione di Francia e Germania è chiara: in un contesto economico sempre più competitivo e frammentato, serve unire, consolidare, creare realtà più grandi che siano in grado di affrontare anche periodi difficili. Lo stesso approccio che segue l’accordo congiunto sull’idrogeno per trasformare la mobilità dei cittadini europei senza essere soggiogati da potenze straniere.

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