Sicurezza alimentare in Europa: una nuova priorità o solo retorica?

Le sfide e le opportunità per l'agricoltura europea nell'era della sicurezza alimentare
4 mesi fa
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Frutta Verdura Mani Guanti
Sicurezza alimentare - Tagliare i pomodori su un tagliere di plastica con guanti per alimenti

Negli ultimi anni, il concetto di “sicurezza alimentare” è emerso come il nuovo mantra che guida le politiche agricole europee. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha fatto di questa questione una delle priorità del suo secondo mandato, promettendo di garantire la sicurezza alimentare a livello dell’Unione Europea. Anche la presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione Europea ha incluso la “sovranità alimentare e sicurezza alimentare” tra le sue priorità. Tuttavia, la crescente attenzione verso questo tema ha sollevato interrogativi sul significato reale di questa sicurezza e su chi effettivamente ne beneficia.

La crisi ucraina e le nuove priorità agricole

L’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022 ha avuto ripercussioni devastanti non solo sul conflitto geopolitico ma anche sulle dinamiche del mercato agricolo globale. L’Ucraina, nota come il “granaio d’Europa”, è uno dei principali produttori mondiali di cereali e semi oleosi. L’interruzione delle sue esportazioni ha causato un’impennata dei prezzi dei beni agricoli e dei fertilizzanti, provocando crisi alimentari in molte regioni vulnerabili e rivelando la fragilità delle catene di approvvigionamento globali. Questa situazione ha spinto i paesi dell’Unione Europea a ridefinire le loro strategie agricole e ad adottare nuove priorità in risposta a una crescente insicurezza alimentare.

La retorica della sicurezza alimentare ha portato a una rinnovata enfasi sulla produzione agricola interna, spingendo le politiche agricole verso una maggiore autosufficienza. In questo contesto, i governi europei stanno cercando di aumentare la produzione agricola domestica per ridurre la dipendenza dalle importazioni e garantire una riserva alimentare stabile. Tuttavia, questo approccio solleva interrogativi su come bilanciare l’espansione della produzione con la sostenibilità ambientale e le sfide climatiche.

L’incremento della produzione agricola è stato sostenuto da un ampio dibattito sulle normative ambientali e le pratiche agricole. Alcuni politici e gruppi di interesse, come i sindacati agricoli, hanno richiesto una riduzione delle regolamentazioni ecologiche per consentire una maggiore produttività e competitività. Tuttavia, questo approccio ha sollevato preoccupazioni tra gli ambientalisti e tra coloro che temono che la spinta verso una maggiore produzione possa compromettere gli sforzi per la sostenibilità e la tutela dell’ambiente.

Inoltre, il conflitto ha messo in luce la dipendenza dell’Europa dai fertilizzanti e dalle risorse energetiche, come il gas naturale, spesso importati da paesi politicamente instabili. Questo ha alimentato il dibattito sulla necessità di una maggiore resilienza e autosufficienza nella produzione agricola, promuovendo l’adozione di tecniche più sostenibili e innovative. L’Unione Europea sta esplorando soluzioni per diversificare le fonti di approvvigionamento e per incentivare pratiche agricole che possano garantire la sicurezza alimentare senza compromettere l’ambiente.

La paradossale sicurezza alimentare

Il concetto di sicurezza alimentare, sebbene ampiamente accettato e promosso a livello politico, nasconde una serie di paradossi che meritano un’analisi approfondita. La sicurezza alimentare è definita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) come la condizione in cui tutte le persone hanno accesso fisico, economico e sociale a cibo sufficiente, sicuro e nutriente. Tuttavia, in Europa, mentre la disponibilità di cibo non sembra essere un problema immediato, il concetto di sicurezza alimentare assume una dimensione complessa e contraddittoria.

Da un lato, l’Europa è ben fornita di cibo e non manca di risorse alimentari; anzi, l’Unione Europea è un esportatore netto di carne, latticini e cereali. Tuttavia, la vera questione si sposta dalla pura disponibilità alla capacità economica dei cittadini di accedere a tale cibo. Nonostante la disponibilità e la produzione abbondanti, la sicurezza alimentare in Europa viene messa alla prova dalla crescente inaccessibilità economica per alcuni segmenti della popolazione. Sebbene i prezzi alimentari siano relativamente stabili rispetto ad altre regioni del mondo, l’8% dei cittadini europei è considerato “insicuro alimentare” e salta i pasti a causa della povertà. Questo contrasto tra disponibilità e accessibilità economica rappresenta una contraddizione centrale nel dibattito sulla sicurezza alimentare.

Inoltre, c’è una crescente preoccupazione riguardo alla qualità nutrizionale del cibo disponibile. Nonostante l’abbondanza, un quarto degli europei è malnutrito o obeso, in gran parte a causa di un’alimentazione dominata da cibi ultra-processati e poco salutari, che sono spesso più economici e facilmente accessibili rispetto a frutta e verdura fresche. Questo riflette un’altra dimensione paradossale della sicurezza alimentare: l’accesso a cibi di bassa qualità può essere facile e conveniente, ma non necessariamente sano o nutriente.

Il paradosso si estende anche alla definizione di sicurezza alimentare come garanzia di sostenibilità e di produzione locale. I discorsi politici frequentemente enfatizzano la sovranità alimentare come risposta alla crisi, ma spesso questo significa incrementare la produzione agricola, talvolta a scapito delle pratiche ambientali sostenibili. In realtà, la maggiore produzione non sempre si traduce in una maggiore sicurezza alimentare per tutti, specialmente se il cibo prodotto non risponde ai criteri di sostenibilità e qualità.

La politica agricola orientata ai coltivatori dell’UE

La politica agricola dell’Unione Europea sta attraversando una fase di profonda trasformazione, mirata a rispondere a una serie di sfide senza precedenti che minacciano la sostenibilità e la competitività del settore. Le difficoltà derivano da condizioni meteorologiche estreme causate dai cambiamenti climatici, dall’aumento dei costi di produzione, dalla concorrenza crescente delle importazioni dai paesi terzi e dalle normative ambientali sempre più stringenti. Questi fattori hanno ridotto la competitività dell’agricoltura europea, mettendo a rischio il reddito e la sicurezza economica degli agricoltori.

In questo contesto, l’orientamento della politica agricola dell’UE verso i coltivatori diventa cruciale. La Commissione Europea, insieme ai governi nazionali, è chiamata a creare un quadro normativo che non solo protegga l’ambiente e garantisca la sostenibilità, ma che allo stesso tempo rispetti le esigenze degli agricoltori e sostenga la loro redditività. La visione dominante è quella di considerare l’agricoltura come parte della soluzione ai problemi climatici, piuttosto che come una causa, e di coinvolgere direttamente gli agricoltori nel processo di transizione verso pratiche produttive più sostenibili.

Una politica agricola che favorisca i coltivatori dovrebbe garantire incentivi per l’adozione di tecniche ecocompatibili, supportare l’innovazione e migliorare l’accesso a tecnologie verdi. Allo stesso tempo, è necessario riequilibrare le norme di produzione in modo che non diventino un onere eccessivo per i produttori, bensì uno stimolo per l’implementazione di metodi sostenibili. La sostenibilità deve essere integrata in ogni aspetto della politica agricola, con un’enfasi particolare sulla riduzione dell’uso di pesticidi, la protezione della biodiversità e la gestione sostenibile delle risorse idriche e del suolo.

Inoltre, una politica orientata ai coltivatori deve tenere conto della variabilità tra le diverse regioni agricole dell’UE, adattando le misure alle specificità locali e ai bisogni degli agricoltori in base alle loro realtà. La promozione di un’agricoltura competitiva e a prova di crisi implica anche la creazione di strumenti finanziari e sostegni che possano aiutare gli agricoltori a resistere agli shock economici e climatici, come ad esempio programmi di assicurazione contro le perdite da eventi climatici estremi.

Il semestre a venire, sotto la presidenza ungherese del Consiglio dell’UE, sarà cruciale per definire le linee guida della nuova politica agricola post-2027. L’obiettivo è creare una politica che favorisca un’agricoltura competitiva, resiliente e in grado di garantire la sicurezza alimentare dell’Unione, sostenendo al contempo un reddito equo e dignitoso per gli agricoltori. Promuovere un’agricoltura sostenibile, che riesca a trovare un equilibrio tra gli obiettivi del Green Deal Europeo, la stabilizzazione dei mercati agricoli e un livello di vita adeguato per gli agricoltori, è fondamentale per garantire la prosperità del settore e il benessere delle comunità agricole in tutta Europa.