L’Ue avvisa Trump e Musk, “Difenderemo sempre i nostri cittadini”

Nel messaggio congiunto di von der Leyen e Costa si coglie anche il riferimento a Elon Musk, che ieri ha ospitato su X la leader di AfD
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Antonio Costa Ursula von der Leyen Viktor Orban
Antonio Costa, Ursula von der Leyen e Viktor Orban sullo sfondo_fotogramma

One stone, two birds. La pietra è il messaggio congiunto pubblicato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e dal presidente del Consiglio europeo António Costa. Gli uccelli, bersaglio implicito della missiva, sono Donald Trump ed Elon Musk.

Gli uccellini sarebbero anche tre considerando quello di Twitter, ormai soppiantato dalla piattaforma X del Ceo di Tesla. Il collegamento è presto detto: alle 18 di ieri, giovedì 9 gennaio, Musk aveva iniziato il discusso dialogo con la leader del partito di ultra destra Alternative für Deutschland, Alice Weidel. Un’ora e un quarto dopo, i due leader europei hanno pubblico lo stesso post, concordato, per sottolineare l’unità di intenti contro qualsiasi attacco della democrazia: “L’Ue proteggerà sempre i nostri cittadini e l’integrità delle nostre democrazie e libertàCi aspettiamo un impegno positivo con la nuova amministrazione statunitense basato sui nostri valori comuni e interessi condivisi. In un mondo difficile, Europa e Stati Uniti sono più forti insieme”, hanno scritto von der Leyen e Costa.

Le mire di Trump, gli attacchi di Musk

Sullo sfondo, i ripetuti attacchi di Elon Musk alle istituzioni comunitarie e le parole di Donald Trump che non ha escluso l’uso della forza per far sua la Groenlandia, che fa parte del Regno di Danimarca. Il tycoon ha messo gli occhi sull’isola per una ragione sintetizzabile col suo slogan MAGA, ‘Make America Great Again’, in sostanza per quelli che ritiene siano gli interessi primari del suo Paese. Prima di Natale, annunciando la nomina di Ken Howery – cofondatore di PayPal ed ex ambasciatore degli Stati Uniti in Svezia – come nuovo ambasciatore americano nel regno danese, il presidente eletto ha affermato: “Ai fini della sicurezza nazionale e della libertà in tutto il mondo, gli Stati Uniti d’America ritengono che la proprietà e il controllo della Groenlandia siano una necessità assoluta“. La parte del discorso che più ha scosso la politica internazionale e l’opinione pubblica è stata quella sulle modalità: “Non posso assicurarlo per nessuna delle due cose”, ha risposto a un giornalista che gli chiedeva se escludeva “la forza militare o la coercizione economica”.

Un approccio nazionalista condiviso dal suo braccio destro e futuro consigliere del governo Usa, Elon Musk che ha espresso il proprio sostegno all’AfD, considerandolo l’unico partito che può “salvare” la Germania, in un editoriale pubblicato a fine dicembre sulla Welt am Sonntag oltre ad avere organizzato la diretta di ieri con Weidel e ripetuto le critiche al cancelliere Scholz. Uno dei tanti bersagli del patron di X che a novembre ha anche attaccato la magistratura italiana (“Questi giudici devono andarsene”) dopo che il Tribunale di Roma aveva sospeso la convalida del trattenimento per sette migranti portati in Albania. A pochi giorni dalla rielezione di von der Leyen come presidente della Commissione Ue, Musk aveva subito tacciato l’istituzione di essere “antidemocratica“.

Lo scontro tra il Ceo di Tesla e l’Ue è ancora apertissimo e ha già registrato tantissime battaglie, comprese la procedura dell’esecutivo europeo nei confronti di X per il rischio di fake news e di manipolazione della politica europea.

Nel Regno Unito, Musk è finito nel mirino dell’opinione pubblica per il sostegno a Tommy Robinson, agitatore fascista ora in carcere. Per poter registrare le reazioni dell’Ue c’è voluto qualche giorno in più. Per ora, Bruxelles ha scelto la linea pacata (anche sul probabile accordo Italia-Starlink, rete di satelliti appartenente al magnate), almeno nelle dichiarazioni ufficiali.

Von der Leyen pianifica incontro con Trump

Il gioco di strategia tra le parti prosegue su questa linea almeno fino al 20 gennaio, giorno in cui Donald Trump tornerà ufficialmente alla Casa Bianca. L’Ue non si scompone per non mettere a rischio gli interessi economici dopo i dazi minacciati da Trump che sarebbero un’ulteriore mazzata all’economia europea, già profondamente segnata dalla crisi dell’automotive.

Come anticipato da Bloomberg, von der Leyen starebbe cercando di organizzare un incontro con Trump in Florida prima dell’insediamento del tycoon ma la polmonite che l’ha colpita sta rallentando le cose. Intanto, il presidente americano eletto ha detto di voler incontrare Putin per porre fine alla guerra in Ucraina. Non che i contatti finora siano stati inesistenti, almeno per quanto concerne Musk e Putin che, secondo il Wall Street Journal, sarebbero in contatto costante dal 2022.

I Paesi europei chiedono l’intervento di Bruxelles

Lunedì scorso, la Francia aveva lanciato un appello alla Commissione europea affinché proteggesse gli Stati membri con “la massima fermezza” dalle ingerenze di Elon Musk. Nel frattempo, in Germania, il cancelliere Scholz ha espresso preoccupazione per il presunto sostegno del magnate al partito di destra estrema AfD, mentre il premier spagnolo Pedro Sánchez ha accusato l’uomo più ricco del mondo di “attaccare apertamente le nostre istituzioni” europee.

La questione è arrivata al centro del dibattito anche in Belgio, con il premier Alexander De Croo che ha esortato la Commissione europea a intervenire. La crescente pressione è sostenuta dalle forze europeiste del Parlamento europeo, che chiedono maggiore unità di fronte alle sfide globali poste dalla libertà di parola online e dalla nuova amministrazione Trump negli Stati Uniti.

In questo contesto, Ursula von der Leyen e il António Costa hanno deciso di intervenire, riaffermando i valori fondamentali dell’Ue e il suo ruolo globale. I due leader hanno sottolineato che «per l’Ue è essenziale proteggere e rafforzare i nostri valori democratici fondamentali, rendere la nostra economia più competitiva e sostenibile, ampliare la nostra rete globale di partenariati e investire di più nella nostra sicurezza».

Il prossimo passo sarà capire da chi difendersi, mentre l’Ue è già in aperta guerra commerciale con Pechino. Una pietra potrebbe non bastare.