Niente vicepresidenza dei Patrioti per Vannacci. Lui ironizza: “Siamo un gruppo fluido”

Il generale è troppo estremista anche per Rassemblement National, ma non ne fa un dramma
4 mesi fa
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Roberto Vannacci Al Parlamento Ue
Roberto Vannacci al Parlamento Ue

Roberto Vannacci non sarà tra i vicepresidenti dei Patrioti per l’Europa, il gruppo di estrema destra creato dal primo ministro ungherese Viktor Orbán.

La decisione sarebbe maturata definitivamente proprio mentre Ursula von der Leyen veniva confermata alla guida della Commissione Ue, nomina fortemente sgradita al generale e dal suo partito.
Intanto il diretto interessato ironizza sulla questione parlando al Corriere della Sera: “Siamo un gruppo fluido. Vi piace questo termine? È tutto in divenire, siamo appena nati e ci sarà una ristrutturazione, magari non farò il vicepresidente, ma avrò altre opportunità”.

Perché Vannacci non sarà vicepresidente

Con la sua dote da oltre mezzo milione di voti alle elezioni europee (532mila preferenze), inizialmente il generale della Lega era stato nominati tra i sei vicepresidenti dei Patrioti, prima che la scelta venisse criticata dall’interno. Lo stesso Jordan Bardella, braccio destro di Marine Le Pen, e capogruppo dei PfE (Patriots for Europe) si era sin da subito mostrato scettico sulla nomina del generale Vannacci tra i vicepresidenti.

Già il 2 giugno scorso, Bardella aveva criticato aspramente il rappresentante leghista per le sue dichiarazioni omofobe fatte durante la campagna elettorale e già prima nel tanto discusso libro “Il mondo al contrario”. Bardella aveva dichiarato di non essere a conoscenza di tali affermazioni e di non condividerle, condannandole pubblicamente.

Dal canto suo, Matteo Salvini aveva espresso la sua soddisfazione per la nomina del generale a vicepresidente. “Avanti tutta!” aveva esultato il vicepremier, che ha deciso di puntare tutto sul generale per le elezioni europee. E invece è arrivato lo stop.

La decisione era le dichiarazioni di Jean-Philippe Tanguy, esponente di spicco del Rassemblement National, a France Press. Il politico francese, già vicecoordinatore della campagna elettorale di Le Pen alle presidenziali del 2022 e vicecapogruppo del partito nell’Assemblée nationale, sarebbe dovuto diventare ministro se Rn avesse vinto le legislative.

Parlando all’agenzia di stampa francese, Tanguy aveva spiegato che i lepenisti “si oppongono” all’elezione dell’eurodeputato leghista come vicepresidente del neonato gruppo europeo che tra Rn, Lega, Fidesz e altre sigle sovraniste è già il terzo più grande dell’Europarlamento.

È necessario chiedere a Matteo Salvini di nominare un altro vicepresidente? “Sì, questa è la nostra posizione”, aveva confermato in quella occasione l’esponente di Rn.

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