Dall’uomo incinto e la X Mas della Lega al ‘razzismo’ di Leoluca Orlando: i discutibili manifesti elettorali per le europee

Provocazioni da un lato, noia e poca chiarezza dall’altro. Tra pochi giorni gli italiani alle urne per eleggere i propri rappresentanti nel nuovo Europarlamento
6 mesi fa
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Manifesti Elettorali europee 2024
Manifesti elettorali per le Europee 2024 (Fotogramma)

Manifesti elettorali discutibili e dove trovarli. Un po’ da entrambe le parti degli schieramenti politici, va detto, anche se qualcuno si è impegnato più degli altri. La Lega di Salvini infatti probabilmente vince la Palma della provocazione ma anche della coerenza e della chiarezza della sua comunicazione. A partire dallo slogan ‘Meno Europa Più Italia’, semplice e diretto, anche se evoca una certa contraddizione nel momento in cui si chiede di essere eletti all’Europarlamento, ma si sa che il sistema va cambiato da dentro, o almeno è utile far credere così.

Il messaggio coerente della Lega: ‘Meno Europa Più Italia’

Lo slogan scelto ha portato inizialmente a manifesti quasi sobri, come quello con la facciona di Salvini (che non è candidato ma punta a fare da traino) e a fianco la dichiarazione programmatica ‘A difesa della casa, delle auto, degli italiani’, su cui si potrebbe già dire ma che poi è stato surclassato dalle successive card elettorali.

La campagna infatti è costituita da molte variazioni, rientrando tutte in una strategia aggressiva ben precisa. Una card che ha fatto molto discutere è stata quella con un uomo incinto, associato all’Europa, contrapposto a una famiglia fatta passare per tradizionale, in rappresentanza (presunta) dell’Italia. Una card divisiva, che ancora una volta lascia fuori gran parte delle persone in un Paese come il nostro che ha tassi record di aggressioni omofobe.

Ma sono moltissime le operazioni di confronto Europa-Italia che la Lega ha sfoderato man mano e che hanno fatto discutere: ragazza che sta per mangiare un grillo (Europa) vs un piatto di pasta al sugo (Italia), donne musulmane col velo vs due ragazze di spalle, Nutriscore (Europa) vs salumi e parmigiano reggiano (Italia), ultima in ordine di tempo.

La Lega tra fastidiosi tappi di plastica e richiami alla X mas

Veniamo poi alla card contro il tappo di plastica che rimane attaccato alla bottiglia, preso dalla Lega ad emblema dell’assurdità burocratiche dell’Unione europea, e soprattutto – ormai un cavallo di battaglia – delle sue ‘eco-norme’, definite surreali.

In questo caso la Lega omette e dimentica che è stata anche lei a far passare la direttiva europea (2019/904) che imponeva che i tappi rimanessero attaccati, oltre a recepirla nell’ordinamento italiano nel 2021. Il motivo per cui l’Unione stabilì questa norma era di evitare la dispersione di plastica nell’ambiente, facilitando invece il suo recupero e riciclo.

Un ottimo motivo per tollerare la piccola scomodità del tappo pervicacemente attaccato al collo della bottiglia, ma per la Lega sembrerebbe di no: il problema della plastica e della microplastica non pare toccarla, come in generale il tema ambientale, e soprattutto sembrerebbe non riporre troppa fiducia nella furbizia del proprio elettorato e degli italiani in genere: per bere senza alcun disagio in fondo basta girare la bottiglia col tappo verso il basso.

E proprio su questo i social si sono scatenati, ipotizzando una correlazione tra l’incapacità salviniana di bere da una bottiglia col tappo attaccato e l’intelligenza sua, dei leghisti, e delle persone che votano Lega.

Rimane tuttavia il dubbio che l’idea di base, quella che dall’Europa arrivino solo norme apparentemente assurde imposte dall’alto e da lontano, faccia breccia in più di un animo. E che poi sia quello che effettivamente rimanga.

Stesso discorso per il candidato di punta sempre della Lega, il generale Vannacci. Dalle sue ormai note posizioni su omosessuali e donne, arriviamo al video elettorale in cui il militare invita a votare in questo modo: “Sull’apposita scheda fate una ‘decima’ sul simbolo della Lega”, con tanto di X esplicativa fatta con le mani. Dietro, una bandierona dell’Italia.

Nel primo momento si è ipotizzato che si trattasse di un video fake, dato che sembrava fare riferimento alla divisione X, che come ricordato da Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi Sinistra, “dopo l’8 settembre divenne una delle milizie nazifasciste più feroci della Repubblica di Salò”.

Ma lo staff di Vannacci ha confermato l’autenticità del video in una nota, sostenendo che tutti avessero interpretato male. Lo spot ha scatenato forti polemiche e Vannacci ha chiarito a Tagadà: “La Decima Mas è un reparto glorioso della Regia Marina, che ha operato fino al 1943 e del quale tra gli altri faceva parte anche Teseo Tesei. Non c’è nulla di strano nella Decima Mas? Se lei si riferisce al reparto glorioso della Regia Marina, no. Se si riferisce ad un’altra Decima, è una sua interpretazione”.

Anche in questo caso, rimane il dubbio che al di là delle precisazioni un semino sia stato seminato.

Vannacci

Addirittura sobria la Meloni, Forza Italia nostalgico

In questo contesto, sono paradossalmente più sobri i manifesti della Meloni, che ha invitato a votare scrivendo semplicemente ‘Giorgia’ sulla scheda e che ha creato qualche polemica per questa informalità. “Io sono una del popolo”, recitano d’altronde i manifesti, mentre lo slogan principale “L’Italia cambia l’Europa” suona a questo punto quasi moderato. Non dimentichiamo che la Meloni in queste elezioni può giocare un ruolo fondamentale sull’equilibrio centrista o sovranista del prossimo Europarlamento, come spiegato dall’Economist.

Tuttavia, il profilo social di Atreju, festa giovanile della destra italiana creata dalla Meloni nel 1998, si lancia l’allarme: “(con l’Europa, ndr) Tuo figlio costretto a non festeggiare il Natale. L’8 e il 9 giugno scrivi Giorgia, altrimenti te ne penti”.

Rimanendo nell’alleanza di governo, Forza Italia si pone in modo misurato, con uno slogan tranquillizzante e inoffensivo: “Una forza rassicurante al centro dell’Europa”. In questo caso quello di cui si è parlato è stato l’uso sia del nome di Berlusconi, ancora presente nel simbolo del partito, sia della sua immagine nella foto della campagna, dove l’ex presidente alza il braccio di Tajani.

Un’operazione definita nostalgica ma anche ‘obituaria’, visto che il Cavaliere è morto ormai un anno fa. Addirittura, FI ha invitato a votare scrivendo ‘Berlusconi’ sulla scheda: la preferenza verrà ovviamente annullata, ma il voto andrà comunque al partito, un partito che ancora fatica a trovare un’identità indipendente dal suo fondatore.

A sinistra Pd noioso, pollai e anti-razzismi poco chiari

L’altro lato dello schieramento offre invece meno ‘soddisfazione’ dal punto di vista delle polemiche. Si potrebbe dire che i loro manifesti siano più sobri, ma la realtà è che sembrano semplicemente più deboli comunicativamente, e di minor meno impatto, probabilmente ricalcando un’incapacità di incidere che attanaglia da tempo la sinistra. Si potrebbero quasi definire noiosi, e sicuramente non scaldano gli animi, cosa per cui sono stati criticati.

Ad esempio il Pd ha creato una foto quasi concettuale, con due mani che si tengono e dietro un drappo arcobaleno su sfondo rosso e lo slogan “Una famiglia, non un bersaglio”, ‘L’Europa che vogliamo è inclusiva”. Viene facilmente la bolla al naso, insomma, nonostante il partito abbia scelto di concentrarsi su temi e programmi. Una campagna su cui comunque la Schlein ha messo la faccia, come la Meloni, ma non il nome. Il Pd, infatti, è da sempre contrario alle personalizzazioni e c’è stata una forte opposizione interna a inserire il nome della segretaria dem nel logo.

Non dimentichiamo poi che essere europarlamentare è incompatibile con tutta una serie di cariche pubbliche, in primis quella di parlamentari nazionali e di premier. La Meloni, infatti, se eletta dovrà scegliere fra le due cariche, ed è facile immaginare quale terrà.

Polemiche invece ci sono state per il manifesto di Alleanza Verdi Sinistra, che ha scelto come capolista nel Nord Ovest Ilaria Salis e come immagine quella di lei in catene al Tribunale di Budapest, che ha suscitato scalpore. La 39 enne è stata arrestata in Ungheria a febbraio 2023 con l’accusa di lesioni ai danni di due neonazisti e con l’aggravante dell’appartenenza a un’organizzazione antifascista. In caso di elezione, per Salis scatterebbe l’immunità e tornerebbe libera.

Ancora, Alfonso Maria Gallo della lista Stati Uniti d’Europa ha pubblicato un video secondo cui andrebbe votato perché “L’Europa è un pollaio”. Un messaggio che gioca con il cognome del candidato ma che onestamente non è molto chiaro. Se eletto, cosa farà il gallo nel pollaio? Messa così, l’eventuale elezione sembrerebbe giovare più a lui che a chi lo vota.



Fa caso a sé poi il manifesto elettorale dell’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, candidato per Alleanza Verdi -Sinistra, in cui si legge: “Lo ammetto… Sono razzista” e sotto: “Perché difendo la razza umana”. Da notare che ‘Sono razzista’ è in rosso e in lettere più grandi, quindi in pratica è ciò che si legge più di tutto sul manifesto. Se si voleva agire sul paradosso, si rischia invece di veicolare proprio il messaggio contrario, una rivendicazione dell’essere razzisti. Senza contare l’uso di questo termine, infelice piuttosto che provocatorio, e che la scienza ha già chiarito non avere fondamento. Almeno finché, aggiungiamo noi, non arriveranno gli alieni.

Al momento, di sicuro stanno arrivando le elezioni, previste in Italia l’8 e il 9 giugno. Gli elettori si ritrovano tra provocazioni e semplificazioni da un lato, e noia, poca concretezza e poca chiarezza dall’altro, sempre più tentati dall’astensionismo. Ma dalle urne un verdetto uscirà, e tra una settimana sapremo chi è stato più efficace.

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