Nonostante le perplessità degli analisti sulle conseguenze della sua politica protezionista, Donald Trump ha annunciato nuovi dazi entro il 2 aprile. Dopo il raddoppio delle aliquote su acciaio e alluminio, il presidente americano sta pensando di introdurre dazi del 25% sulle importazioni di auto, semiconduttori e prodotti farmaceutici.
Nuovi dazi, l’annuncio di Trump
Mentre addossava all’Ucraina di Zelensky la responsabilità della guerra “che non avrebbero mai dovuto iniziare”, dalla sua residenza di Mar-a-Lago Trump dava un’altra sferzata ai Paesi che esportano negli Usa. Presto imporrà “dazi sulle auto straniere intorno al 25%”, come fatto nei giorni scorsi sull’acciaio. “I dazi sulle auto importate saranno del 25% e oltre, e aumenteranno notevolmente nel corso dell’anno”, ha sottolineato Trump, aggiungendo di voler dare tempo ai costruttori per decidere di produrre auto negli Usa.
Trump ha detto che i nuovi dazi potrebbero riguardare anche l’industria dei semiconduttori e farmaceutica, con tariffe del 25% che potrebbero aumentare in futuro.
Il riferimento all’Ue
Il presidente degli Stati Uniti si è detto poi soddisfatto nel vedere che l’Unione Europea “ha ridotto le tariffe sulle automobili al livello che abbiamo raggiunto noi”, ma non si è risparmiato un ulteriore attacco ai Ventisette: “L‘Ue è stata molto ingiusta con noi – ha detto il tycoon – abbiamo un deficit commerciale di 350 miliardi di dollari, non comprano le nostre auto, i nostri prodotti agricoli, non comprano quasi nulla, dobbiamo rettificare questo”. Secondo il Dipartimento del Commercio americano, nel 2024 il deficit commerciale degli Stati Uniti nei confronti dell’Ue è stato di 235 miliardi di dollari nel 2024.
D’altra parte gli Usa hanno un avanzo commerciale nella bilancia finanziaria.
I rapporti commerciali tra l’Ue e gli Usa valgono circa 1,5 trilioni di euro ogni anno, ovvero il 30% del commercio mondiale. Per questi numeri, più che per una condivisione di valori ormai (o temporaneamente) tramontata, la collaborazione tra gli storici alleati è ancora utile. “Vogliamo farla funzionare perché è semplicemente un business intelligente“, ha dichiarato Ursula von der Leyen poco prima che Trump annunciasse i dazi contro l’Europa.
Secondo i dati Eurostat riferiti al 2023, il disavanzo commerciale tra Usa e Ue è pari a 155,8 miliardi di dollari in favore di Bruxelles. Numeri simili a quelli che hanno indotto la Casa Bianca a minacciare dazi al Canada (+102,8 miliardi) e Messico (+157 miliardi nel 2024 senza i dati di dicembre). Molto più netto il disavanzo degli States a favore di Pechino che nel 2023 ammontava a 279,4 miliardi di dollari.
La replica della Cina
La replica della Cina ai dazi di Trump è stata immediata. Il Dragone ha condannato le aliquote lanciate e quelle minacciate dal presidente americano in una riunione dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), avvertendo che tali “shock tariffari” minacciano di sovvertire il sistema commerciale e potrebbero innescare una recessione a livello mondiale.
“L’unilateralismo degli Stati Uniti minaccia di sovvertire il sistema commerciale multilaterale basato sulle regole”, ha avvertito ieri, 18 febbraio, l’ambasciatore cinese all’Omc, Li Chenggang. In quella occasione il riferimento era ai dazi del 10% sulle merci cinesi applicati dall’amministrazione Trump appena tornato alla Casa Bianca.
La replica del Giappone
Per quanto riguarda, invece, i nuovi dazi annunciati dal tycoon entro il 2 aprile, il Paese più colpito dovrebbe essere il Giappone, patria di Toyota.
Anche in questo caso, la replica è stata imminente: “l’importanza dell’industria automobilistica giapponese adotterà innanzitutto misure appropriate, esaminandone attentamente i dettagli specifici”, ha detto il portavoce del governo giapponese Yoshimasa Hayashi riferendo che Tokyo ha già “sollevato la questione con il governo degli Stati Uniti”.