L’Europarlamento non sfiducia von der Leyen, ma il messaggio è chiaro: è la sua “ultima chance”

La presidente della Commissione passa senza problemi la mozione di censura presentata dall'estrema destra, ma la sua maggioranza è precaria
11 ore fa
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Ursula von der Leyen
La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen (Ipa/Fotogramma)

Nessuna sorpresa oggi all’Europarlamento: la presidente della Commissione Ursula von der Leyen passa senza problemi la mozione di censura presentata la scorsa settimana dall’eurodeputato dell’Aur Gheorghe Piperea del gruppo Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) e contenente diverse accuse relative allo scandalo Pfizergate, all’uso improprio di fondi e a interferenze nelle elezioni in Germania e Romania.

La mozione, firmata anche dal copresidente del gruppo Ecr, Patryk Jaki del Pis polacco, avrebbe avuto bisogno di 361 voti per passare, invece ha raccolto 175 voti favorevoli, 360 contrari e 18 astenuti, su 553 votanti. I componenti del Parlamento Europeo sono 720: escludendo la presidente Roberta Metsola, che non vota, sono 166 gli eurodeputati che non hanno partecipato al voto.

Von der Leyen, assente oggi durante la votazione, ha dichiarato per iscritto che l’Unione necessita di forza e visione in un un momento come questo, segnato dallo scontro sui dazi, da una guerra pervicace alle porte di casa e da plurime crisi geopolitiche. Lunedì scorso, rivolgendosi al Parlamento, aveva definito la mozione un tentativo di dividere l’Europa, intriso di teorie del complotto, e aveva definito i suoi sostenitori “novax” e “apologeti” di Putin.

Tuttavia quella della tedesca è una vittoria di Pirro: la sua posizione ora è appesa al filo delle prossime decisioni. La vicepresidente dell’Europarlamento Katarina Barley (Socialisti e Democratici, S&D), ha infatti avvisato: secondo molti eurodeputati questa sarà “l’ultima chance” per la presidente della Commissione.

In effetti, andando oltre i numeri, che farebbero pensare a un forte sostegno, il voto pare piuttosto confermare che la maggioranza che sostiene questo esecutivo sia sempre più precaria e messa in discussione.

Maggioranza e opposizione spaccate

“Consiglierei alla presidente della Commissione di non pensare che questi numeri siano confortanti, perché molte persone non hanno votato a favore perché si tratta di una mozione di censura dell’estrema destra”, ha avvisato Bas Eickhout, copresidente del gruppo dei Verdi, che ha votato contro.

Nel complesso, il grosso dei voti favorevoli alla mozione di censura è arrivato dai Patrioti, dal gruppo Esn (Europa delle Nazioni Sovrane, che annovera tra le sue fila Alternative für Deutschland) e da una parte dell’Ecr, oltre che da parecchi Non Iscritti. Contrari Partito Popolare Europeo (Ppe), S&D, i liberali di Renew e una parte dei Verdi/Ale.

Il voto ha spaccato sia la maggioranza che l’opposizione, come nelle attese. La maggioranza di centrodestra italiana si è divisa: la Lega (Patrioti) ha votato a favore e Forza Italia, che fa parte del gruppo Ppe, contro. Fratelli d’Italia (Ecr) non ha preso parte al voto sulla mozione, considerandola un errore politico, insieme ad altre delegazioni del gruppo, come i cechi dell’Ods, i lettoni, i lituani, gli spagnoli e i bulgari. In totale 166 eurodeputati non hanno partecipato al voto, un segnale importante.

Il Partito Democratico, prima delegazione del gruppo S&D con 21 eurodeputati, ha espresso 14 voti contrari. I Cinquestelle, come annunciato, hanno votato a favore della mozione, mentre gran parte del gruppo della Left (Sinistra) non ha votato.

“L’ultima chance”

Von der Leyen dunque sopravvive, ma i problemi sono solo all’inizio. Anche se, rispetto al voto che ha confermato questa Commissione, la tedesca ha acquistato quasi 100 voti a favore in più, l’astensione le manda un segnale forte, un ‘warning’: non ti sfiduciamo (ora) ma neanche ti appoggiamo incondizionatamente.

Un po’ tutti anzi hanno usato la mozione di oggi per esprimere le proprie lamentele sull’operato della Commissione e per chiedere un cambio di rotta: socialisti, liberali e Verdi, ma anche Fdi, i cui capo delegazione hanno chiesto “una netta e decisa discontinuità rispetto alle politiche insoddisfacenti del precedente quinquennio”.

La co-presidente dei Verdi, Terry Reintke, ha detto che “questo voto è stato poco più di una trovata pubblicitaria dell’estrema destra da parte di populisti filo-Putin“, ma che “non ci faremo strumentalizzare dal Ppe nella sua disperata agenda di deregolamentazione e nel suo desiderio di formare costantemente maggioranze anti-europee con l’estrema destra“. “Il nostro voto di oggi non costituisce un’approvazione della direzione intrapresa dalla Commissione“, ha specificato Eickhout.

l Socialisti e Democratici (S&D), secondo gruppo più grande del Parlamento europeo, ha attribuito la mozione di censura all'”irresponsabilità del Ppe e dei doppi giochi“. La leader del gruppo, Iratxe Garcia Perez, ha chiarito: “Il discorso sullo Stato dell’Unione (a settembre, ndr) sarà un punto di svolta. Avremo bisogno di chiari segnali di impegno, e non di un segnale qualsiasi”, verso “le nostre priorità, le stesse che von der Leyen si è impegnata a rispettare un anno fa”.

Quanto ai liberali Sandro Gozi (Re), che due settimane fa ha aspramente criticato il ritiro da parte della Commissione della direttiva Green Claims e ha minacciato di far saltare il banco, ha commentato: “Il nostro ‘no’ alla mozione oggi non è un ‘sì’ automatico alla Commissione“. E ha chiarito: “Von der Leyen deve scegliere: o un’Europa forte e credibile, o i giochi di palazzo”.

Rimangono insomma le accuse al Ppe, di cui fa parte la presidente della Commissione, di opportunismo politico e compromessi con le forze di estrema destra in cambio di sostegno legislativo. Ma sul tavolo ci sono anche le critiche per la scarsa trasparenza nella gestione del caso Pfizer e per uno stile di leadership giudicato troppo verticistico. Il tutto in un Europarlamento che si è spostato a destra dopo le elezioni europee dello scorso anno e in cui il Ppe rimane il gruppo più numeroso ma dove i tre partiti di estrema destra insieme hanno un peso non indifferente.

Il vaso di pandora

Piperea, promotore della mozione, ha commentato il voto di oggi affermando che non si aspettava che passasse ma che pensa possa aprire “il vaso di Pandora“, dimostrando innanzitutto che “è possibile” sfidare la presidente della Commissione.

Il vicepresidente dei popolari Siegfried Mureșan ha invece sostenuto che “il giorno del ritorno dalle vacanze, ce ne saremo quasi dimenticati”.

Solo uno dei due avrà ragione.