Dall’Albania alla Turchia, come avanza il tortuoso percorso di adesione all’Ue

Sono 11 i Paesi che intendono entrare a far parte dell’Unione europea, ma il Pacchetto di Allargamento mostra un quadro ancora troppo frammentato
3 settimane fa
5 minuti di lettura
Ursula von der Leyen (Michailidis/Fotogramma)
Ursula von der Leyen (Michailidis/Fotogramma)

Oggi, la Commissione europea ha adottato il suo pacchetto annuale di allargamento, fornendo una valutazione dettagliata dello stato di avanzamento e dei progressi compiuti dai Paesi che puntano all’ingresso nel blocco dei 27 Stati membri. Parliamo di Albania, BosniaErzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Georgia, Moldova, Ucraina e Turchia.

Ma cosa frena la realizzazione dell’adesione all’Unione europea. Scopriamo il “Pacchetto di Allargamento” Ue cosa ha rilevato.

Importanza dell’allargamento

L’allargamento dell’Unione europea rappresenta un’opportunità storica sia per i Paesi in fase di adesione che per gli attuali Stati membri e l’Europa nel suo complesso. Ci sono sia vantaggi socieconomici, che politici e di sicurezza in una Unione più grande e più forte.

A sostenerlo è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen che ha dichiarato quanto “il contesto geopolitico teso renda più urgente che mai completare la riunificazione del nostro continente, sotto gli stessi valori di democrazia e stato di diritto. Abbiamo già fatto grandi passi avanti negli ultimi anni verso l’integrazione di nuovi Stati membri. E l’allargamento rimarrà una priorità assoluta della nuova Commissione”. Ma qualcosa sembra non favorire in modo lineare la riuscita del progetto.

Processo di allargamento: “Basato sul merito”

Per entrare a far parte dell’Unione europea, infatti, un Paese se lo deve “meritare”. Il processo di allargamento continua a essere basato dai progressi oggettivi compiuti da ciascuno dei Paesi candidati.

Questo richiede determinazione nell’implementare riforme irreversibili in tutte le aree del diritto. La democrazia, lo stato di diritto e i valori fondamentali continueranno a essere i pilastri della politica di allargamento europea. I Paesi vengono quindi valutati in base a criteri politici: istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. Ma anche criteri economici: un’economia di mercato funzionante e la capacità di far fronte alla concorrenza e alle forze di mercato. Ed è proprio su questi pilastri che gli Stati candidati o in fase di ottenere tale status affannano.

I progressi nel 2023 e 2024

Il processo di allargamento ha guadagnato nuovo slancio nel 2023 e anche nel 2024. Un dialogo è stato aperto con l’Albania il 15 ottobre 2024. Mentre i negoziati di adesione sono stati aperti con Ucraina e Moldova nelle prime conferenze intergovernative di giugno 2024. Avendo soddisfatto i parametri di riferimento intermedi per i capitoli sullo stato di diritto, il Montenegro è sulla buona strada per chiudere provvisoriamente ulteriori capitoli negoziali. Mentre a marzo 2024, il Consiglio europeo ha deciso di aprire i negoziati di adesione anche con la Bosnia-Erzegovina. E il processo di screening è stato completato con la Macedonia del Nord alla fine del 2023.

Progressi del Montenegro

In giugno 2024, la conferenza intergovernativa ha confermato che il Montenegro ha soddisfatto i parametri di riferimento intermedi per i capitoli sullo stato di diritto, offrendo l’opportunità di procedere con la chiusura provvisoria di ulteriori capitoli se le condizioni sono soddisfatte. Nell’area dello stato di diritto e della giustizia, però, sono necessari ulteriori progressi.

Valutazione della Serbia

La Commissione ha ribadito la sua valutazione: la Serbia ha soddisfatto i parametri di riferimento per aprire il “cluster 3”, cioè quello riguardante la Competitività e la crescita inclusiva. Nel prossimo anno, si prevede che acceleri il lavoro sull’implementazione delle riforme legate all’adesione all’Ue in tutti gli altri settori, con particolare attenzione ai parametri di riferimento intermedi sullo stato di diritto e garantendo un ambiente veramente favorevole per la società civile e i media, facendo sforzi credibili per chiudere la disinformazione e la manipolazione delle informazioni straniere.

Progressi dell’Albania

Per quanto riguarda l’Albania, la Commissione ha accolto con favore l’apertura dei negoziati sul cluster dei fondamenti nella seconda conferenza intergovernativa tenutasi il 15 ottobre 2024. È cruciale che le autorità, però, intensifichino ulteriormente il ritmo delle riforme orientate all’Ue, in particolare sullo stato di diritto, consolidando il track record sull’applicazione della legge, sulla lotta efficace alla corruzione e alla criminalità organizzata, e sulla promozione dei diritti fondamentali, inclusa la libertà dei media, i diritti di proprietà e le minoranze.

Riforme in Macedonia del Nord

Nel caso della Macedonia del Nord, il Paese deve continuare a realizzare le riforme legate all’Ue, in particolare nel cluster dei fondamenti riguardanti la giustizia, la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. La fiducia nel sistema giudiziario deve essere rafforzata. Le sessioni di screening per tutti i sei cluster dell’acquis dell’Ue sono state completate a dicembre 2023.

Progressi della Bosnia-Erzegovina

La Bosnia-Erzegovina ha dimostrato risultati tangibili, inclusa la gestione della migrazione, il pieno allineamento con la politica di sicurezza e di difesa comune dell’Ue, nonché l’adozione di leggi sull’integrità della magistratura, sul riciclaggio di denaro e sul conflitto di interessi.

A marzo 2024, il Consiglio europeo ha deciso di aprire i negoziati di adesione con la Bosnia-Erzegovina. La Commissione sta preparando il quadro negoziale in vista della sua adozione da parte del Consiglio non appena saranno compiuti tutti i passi rilevanti indicati nella raccomandazione della Commissione di ottobre 2022.

Domanda di adesione del Kosovo

Il Kosovo, invece, ha presentato una domanda di adesione all’Ue a dicembre 2022. La Commissione intende preparare un parere sulla domanda di adesione del Kosovo non appena il Consiglio lo richiederà. Intanto, sono stati registrati progressi nella lotta alla criminalità organizzata e l’ambiente imprenditoriale è migliorato.

La liberalizzazione dei visti per il Kosovo è entrata in vigore il primo gennaio 2024. Il Kosovo, ha raccomandato la Ce, deve intensificare i suoi sforzi per rafforzare lo stato di diritto e l’amministrazione pubblica e per proteggere la libertà di espressione.

Riconoscimento dell’Ucraina

L’apertura dei negoziati di adesione con l’Ucraina è stata un importante riconoscimento della determinazione dell’Ucraina a perseguire le riforme nel percorso di adesione all’Ue. Dopo la prima conferenza intergovernativa di giugno 2024, l’esame analitico sta procedendo senza intoppi.

Soggetta al rispetto di tutte le condizioni da parte dell’Ucraina, la Commissione attende con impazienza l’apertura dei negoziati sui cluster, a partire dai fondamenti, il prima possibile nel 2025.

Riconoscimento della Moldova

L’apertura dei negoziati di adesione è stata un importante riconoscimento della determinazione della Moldova a perseguire le riforme nel percorso di adesione all’Ue nonostante le continue interferenze russe e l’impatto della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina.

Dopo la prima conferenza intergovernativa di giugno 2024, l’esame analitico sta procedendo. Ma il Paese è soggetto al rispetto di tutte le condizioni e la Commissione attende con impazienza l’apertura dei negoziati sui cluster, a partire dai fondamenti, il prima possibile nel 2025.

Situazione della Georgia

Mentre a dicembre 2023 il Consiglio europeo ha concesso lo status di candidato alla Georgia, il suo processo di adesione all’Ue è stato nel frattempo di fatto sospeso a causa delle azioni intraprese dal governo georgiano dalla primavera 2024.

Il 26 ottobre 2024, i cittadini georgiani hanno votato nelle elezioni parlamentari. I risultati preliminari della missione internazionale di osservazione elettorale guidata dall’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell’Osce/Odhir) hanno identificato diverse carenze che si sono verificate in un ambiente teso e altamente polarizzato. Le debolezze segnalate includono, tra l’altro, le recenti modifiche legislative al processo elettorale, frequenti compromessi sulla segretezza del voto, incoerenze procedurali, intimidazioni e pressioni sugli elettori che hanno negativamente influenzato la fiducia pubblica nel processo. Questi risultati preliminari confermano la necessità di una riforma elettorale completa già evidenziata nelle raccomandazioni chiave passate.

Stallo nei negoziati con la Turchia

La Turchia è un Paese candidato e un partner chiave per l’Unione europea. Ma, i negoziati di adesione rimangono in stallo. Il Paese, per questi motivi e interessi personali guarda al blocco orientale della Russia con Cina e India, tra le altre super potenze, denominato Brics.

Ora spetta al Consiglio considerare le raccomandazioni della Commissione e prendere decisioni sui prossimi passi nel processo di allargamento. L’Ue continua a lavorare per un’Europa più unita e forte, capace di affrontare le sfide globali con maggiore coesione e determinazione.

Gli ultimi articoli