Accordo Tim-Kkr, “via libero incondizionato” della Commissione Ue

Nessun rischio per la concorrenza secondo Bruxelles. Soddisfatto il ministro Giorgetti: "successo della strategia italiana"
2 mesi fa
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Ministro Giancarlo Giorgetti
Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti

Sembrava infinita, e invece il triplice fischio è arrivato: la Commissione europea ha approvato senza condizioni l’acquisizione di Tim NetCo da parte del fondo americano Kkr. Anche gli ultimi dubbi sulla leale concorrenza nello Spazio economico europeo si sono dissolti e l’operazione da 22 miliardi di euro può ora andare in porto.

La rete fissa di Tim, che include infrastrutture in fibra e rame, è stata trasferita a NetCo, una nuova entità creata appositamente per questa operazione. NetCo comprende anche FiberCop, l’unità di Tim responsabile dell’aggiornamento della rete in fibra ottica in Italia, e Sparkle, la divisione che gestisce le interconnessioni internazionali.

Un’operazione storica perché a livello europeo non era mai successo che un ex monopolio telefonico di un Paese membro cedesse la propria rete fissa. L’ennesimo pilastro economico italiano che passa nelle mani di investitori stranieri, in un castello che resta in piedi ma affonda le radici ormai in tutto il mondo e sempre meno nella penisola. La rete fissa di Tim copre quasi l’89% delle abitazioni in Italia e i suoi cavi in fibra e rame si estendono per oltre 23 milioni di km.

Certamente una buona notizia per il colosso, che doveva liberarsi di grossi debiti, motivo per cui il governo ha chiesto e ottenuto di entrare in gioco, mentre gli interessi italiani verranno tutelati attraverso il Golden Power.

Le motivazioni di Bruxelles

A più riprese criticata, in primis da Francia e Germania, per il suo eccessivo rigore, la commissaria Ue per l’antitrust Margrethe Vestager ha concluso che “l’operazione non ridurrebbe in modo significativo il livello di concorrenza”. Bruxelles spiega che l’operazione “non aumenterà la probabilità di un coordinamento tra NetCo e OpenFiber, dal momento che Fastweb continuerà a esercitare una pressione concorrenziale su NetCo e sulla sua concorrente di lunga data, Open Fiber”.

Le stesse motivazioni che, al contrario e con altri protagonisti, stanno bloccando la partecipazione di Lufthansa in Ita, mentre gli ultimi sacrifici proposti alla Commissaria Vestager assomigliano a un ultimatum prima che la trattativa salti del tutto.

Nella questione Tim-fondo americano, invece, la Commissione non teme la creazione di un monopolio perché “Kkr non avrà la capacità di limitare l’accesso ai servizi passivi, vale a dire le infrastrutture”. In pratica, spiegano da Bruxelles, il potere di mercato di NetCo non aumenterà rispetto a quello che detengono attualmente Tim o FiberCop anche perché ciascun il numero di reti disponibili e di fornitori all’ingrosso rimarrà invariato.

Gli operatori alternativi valutano esposto all’Antitrust

Le convinzioni di Vestager, però, non sono condivise da tutti. Come apprende Radiocor, dopo il via libera senza condizioni di Bruxelles alla vendita di Netco a Kkr, gli operatori alternativi (Olo) starebbero valutando un esposto sia all’Antitrust italiano sia alla DgComp europea. L’esposto sarebbe concentrato sull’Msa, il Master service agreement, ovvero l’accordo quadro tra Tim e Kkr per disciplinare i rapporti tra la Netco e Tim che resterà dopo la separazione.

L’esposto degli operatori alternativi si baserebbe su una possibile violazione delle norme Ue in materia di antitrust.  Il riferimento è a quelle disposizioni che vietano le pratiche commerciali tra gli Stati membri che impediscono, restringono o falsano la concorrenza (articolo 101 del Tfue) e vietano lo sfruttamento abusivo di una posizione dominante che possa pregiudicare il commercio all’interno dell’Ue e impedire o restringere la concorrenza, come previsto dall’articolo 102 del Tfue.

Cosa c’è dietro l’accordo Tim-Kkr

L’ok della Commissione Ue arriva dopo una decisione presa già lo scorso anno e poi confermata dal Governo, con l’obiettivo di ridurre il debito di Tim e promuovere la crescita futura dell’azienda.

L’accordo prevede che Kkr acquisisca NetCo per un valore di circa 22 miliardi di euro. Questo importo potrebbe variare in base a condizioni accessorie che potrebbero incrementare il valore finale della transazione. Importante è il ruolo del governo italiano che, tramite Cassa depositi e prestiti, aumenterà la propria partecipazione fino a circa il 20%, rispetto all’attuale 10% di quote di Tim. Tale incremento è stato fortemente voluto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per mantenere un controllo significativo sugli asset strategici nazionali​.

Per garantire che questa transazione non comprometta gli interessi strategici italiani si applicherà la normativa Golden Power che prevede la supervisione governativa sulle scelte strategiche relative alla sicurezza e alla difesa, nonché la garanzia che le attività di ricerca e manutenzione rimangano in Italia. Inoltre, il Mef, guidato da Giancarlo Giorgetti, ha insistito sulla nomina di un responsabile di sicurezza di cittadinanza italiana e sul monitoraggio costante degli asset coinvolti​.

Il presidente di Tim, Salvatore Rossi, ha commentato che la vendita della rete a Kkr, sostenuta dal Governo, rappresenta una grande opportunità per Tim di liberarsi dai pesi finanziari e concentrarsi sull’innovazione nei servizi, aiutando così famiglie, imprese e pubbliche amministrazioni a entrare in una nuova era digitale​.

Entusiasta il ministro dell’Economia e delle finanze Giorgetti, orgoglioso di aver sbrogliato “la storica matassa” di Tim: “Accogliamo con grande soddisfazione il via libera senza condizioni della Commissione europea sull’acquisizione di Netco da parte di Kkr”. Per il titolare del Mef, l’accordo “è un successo della strategia italiana”, ovvero la “decisione del governo di partecipare all’operazione, aspettiamo il closing a breve”.