Difesa, via libera al “Mini-Omnibus” e al Fondo europeo aperto all’Ucraina

L'accordo è stato definito un "risultato importante" dalla vicepresidente esecutiva Henna Virkkunen
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Bandiera Ue Ucraina
Bandiere dell'Ue e dell'Ucraina

La Commissione europea accoglie con grande favore l’accordo politico raggiunto tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul cosiddetto “Defence Mini-Omnibus”. Questo pacchetto legislativo, un elemento chiave per l’attuazione del Piano ReArm Europe, rappresenta una svolta decisiva nel potenziamento degli investimenti legati alla difesa e nel rafforzamento della cooperazione con l’Ucraina.

L’accordo è stato definito un “risultato importante” da Henna Virkkunen, vicepresidente esecutivo per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia, sia per l’ampliamento degli attuali programmi Ue a sostegno della difesa, sia per l’impegno verso l’Ucraina. Il punto più significativo e storico dell’accordo è la possibilità per Kiev di essere associata al Fondo europeo per la Difesa (Fed), che ammonta a 7,3 miliardi di euro.

Ucraina e il Fondo per la Difesa

La decisione di associare l’Ucraina al Fed è un segnale forte del costante impegno dell’Ue verso la sicurezza del Paese. La decisione apre la strada alla sua graduale integrazione nella Base tecnologica e industriale della difesa europea. Una volta in vigore, la normativa creerà nuove possibilità per le entità ucraine di partecipare alle future attività collaborative di ricerca e sviluppo nel settore della difesa dell’Ue.

Andrius Kubilius, Commissario per la Difesa e lo Spazio, ha affermato che l’apertura del Fondo europeo per la Difesa all’Ucraina è un modo per “approfondire il nostro partenariato, imparando dall’innovativa industria della difesa ucraina e costruendo insieme un’industria della difesa europea più forte e resiliente”.

Flessibilità e investimenti aumentati

Il “mini-omnibus per la difesa” è stato proposto dalla Commissione nell’aprile 2025 per rendere più semplice l’utilizzo dei fondi Ue esistenti, normalmente destinati allo sviluppo regionale o all’innovazione, anche per rafforzare l’industria della difesa.

L’accordo raggiunto ha lo scopo di facilitare investimenti più rapidi, flessibili e coordinati nella Base tecnologica e industriale, nell’innovazione e nelle infrastrutture. Allineandosi agli obiettivi del “Libro bianco congiunto per la Difesa europea – Readiness 2030”, stabilisce un percorso chiaro affinché l’Ue supporti lo sviluppo delle capacità di difesa necessarie per far fronte a un contesto geopolitico in rapida evoluzione.

Per raggiungere questo obiettivo, l’accordo modifica cinque regolamenti fondamentali dell’Ue:

  1. Fondo europeo per la Difesa, modificato per sostenere meglio lo sviluppo dell’industria della difesa europea e per dare supporto più agile alle tecnologie dirompenti per la difesa.
  2. Digital Europe Programme (Dep): Ampliato per coprire le applicazioni a duplice uso.
  3. Connecting Europe Facility (Cef): Adattato per supportare meglio gli investimenti nella mobilità militare.
  4. Strategic Technologies for Europe Platform (Step).
  5. Horizon Europe: Il suo acceleratore Eic potrà supportare l’innovazione della difesa e le tecnologie a duplice uso.

Troels Lund Poulsen, ministro della Difesa danese, ha commentato che questo accordo è “un’importante pietra miliare nell’attuazione del piano ReArm Europe e nel progresso dell’Ue verso l’aumento della nostra prontezza di difesa entro il 2030“. L’intesa invia il chiaro messaggio che la difesa è una priorità e un passo necessario verso un’Europa più capace di difendersi.

Prossimi passi

Ora, il nuovo regolamento dovrà essere formalmente adottato dal Parlamento e dal Consiglio. Una volta in vigore, consentirà alla Commissione di implementare questi cambiamenti chiave, garantendo un sostegno più rapido e coordinato alla difesa europea e all’integrazione dell’Ucraina.

Questo investimento congiunto nella sicurezza e nella forza industriale dell’Europa è come costruire un’unica grande rete di sicurezza comune: non solo si riparano le maglie esistenti (programmi Ue flessibili), ma si allarga la rete per includere un partner cruciale, l’Ucraina, rendendo l’intera struttura più resistente e robusta di fronte alle sfide future.