Con Leone XIV il Vaticano riscrive le sue coordinate

Politica e fede si intrecciano in un pontificato che promette svolte storiche
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Papa Leone XIV (Afp)

Con le parole “Habemus Papam”, la Chiesa cattolica ha accolto Leone XIV, primo Pontefice statunitense della storia, eletto al termine di un conclave che ha richiamato l’attenzione globale. Il cardinale Robert Francis Prevost, nativo di Chicago e missionario agostiniano, è diventato il 267° successore di Pietro in un momento storico denso di tensioni e attese. Appena affacciatosi dalla Loggia delle Benedizioni, ha parlato di, in un discorso che ha toccato corde profonde non solo nei fedeli, ma anche nelle cancellerie internazionali.

L’elezione di Leone XIV arriva mentre il mondo assiste a crisi militari, ambientali e sociali. E proprio per questo, la scelta di un Papa nordamericano – espressione di una Chiesa universale ma anche di una sensibilità nuova – è stata letta come un atto di coraggio. I commenti dei leader politici europei e internazionali ne offrono la misura: dalle congratulazioni sobrie di Putin all’entusiasmo dichiarato di Trump, dal messaggio laico e istituzionale di Macron all’augurio spirituale di Guterres. Una coralità rara, che riflette l’impatto immediato e trasversale del nuovo Pontefice.

L’elezione di Leone XIV arriva mentre il mondo assiste a crisi militari, ambientali e sociali. E proprio per questo, la scelta di un Papa nordamericano – espressione di una Chiesa universale ma anche di una sensibilità nuova – è stata letta come un atto di coraggio. Come ricostruito in un’analisi su Eurofocus dedicata al conclave e alle dinamiche internazionali, la sua elezione si inserisce in uno scenario geopolitico in cui il rapporto tra religione e potere si mostra più che mai centrale.

L’Europa accoglie Leone XIV: tra speranze e aspettative

Tra le prime a congratularsi con Leone XIV è stata Ursula von der Leyen. Su X, la presidente della Commissione europea ha scritto: “Congratulazioni sincere a Sua Sanità Leone XIV… auspichiamo che il suo pontificato sia guidato da saggezza e forza, mentre guida la comunità cattolica e ispira il mondo attraverso il suo impegno per la pace e il dialogo”. Un messaggio sobrio, ma ricco di aspettative politiche, che sottolinea il ruolo chiave che la Chiesa può svolgere anche nel progetto europeo.

Dall’Italia è arrivata un’autentica lettera programmatica firmata Giorgia Meloni. La premier ha riconosciuto l’elezione come risposta a “sfide epocali che mettono in discussione le nostre certezze” e ha descritto Leone XIV come una guida morale per l’Italia: “Gli italiani guarderanno a Lei come guida e punto di riferimento… autorità spirituale e morale che deriva dal suo inesauribile messaggio di amore, carità e speranza”. L’eco della tradizione si intreccia al linguaggio dell’emergenza contemporanea.

Di forte valore simbolico anche il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha sottolineato la “fervida adesione” del popolo italiano al nuovo cammino spirituale. Con toni ispirati, Mattarella ha evocato l’esperienza missionaria di Leone XIV, esortando alla continuità dell’impegno per i più deboli. “Vostra Santità è chiamata a un compito imprescindibile… affinché prevalgano sempre dialogo, giustizia e pace”.

Dall’entusiasmo americano alle attese globali

“È fantastico, è nostro”: così Donald Trump ha accolto l’elezione del primo Papa americano. Il leader repubblicano, oggi più che mai proiettato su un ritorno alla Casa Bianca, non ha nascosto l’orgoglio nazionale: “Congratulazioni al cardinale Robert Francis Prevost, appena nominato Papa. È un grande onore sapere che è il primo Pontefice americano. Non vedo l’ora di incontrarlo”.

Trump ha ribadito il concetto anche davanti alla stampa: “Siamo un po’ sorpresi, ma molto felici”. La vicinanza ideologica e culturale tra l’ex presidente e il nuovo Pontefice sarà uno dei nodi centrali della diplomazia vaticana nei prossimi anni. Secondo quanto emerso in un approfondimento pubblicato da Adnkronos sul rapporto tra Leone XIV e Trump, questa affinità potrebbe ridefinire in modo significativo le relazioni tra Washington e il Vaticano, soprattutto in vista delle prossime scelte geopolitiche globali.

E mentre l’America applaude, il Vaticano mostra apertura e cautela, consapevole del ruolo delicato che Leone XIV è chiamato a interpretare: mantenere l’universalismo spirituale della Chiesa evitando derive ideologiche in un mondo sempre più polarizzato.

Diplomazia e fede tra Mosca e Kiev

Due visioni opposte, due messaggi convergenti. Vladimir Putin, attraverso una nota del Cremlino, ha augurato a Leone XIV un pontificato all’insegna della continuità nei rapporti “costruttivi” con il Vaticano. “Confido che l’interazione instaurata tra Russia e Santa Sede continuerà a svilupparsi sulla base dei valori cristiani che ci uniscono”.

Volodymyr Zelensky, invece, ha sottolineato il valore morale dell’azione vaticana nel conflitto in corso: “L’Ucraina apprezza molto la posizione coerente della Santa Sede nel condannare l’aggressione russa… confidiamo nel continuo sostegno morale e spirituale del Vaticano”.

Due messaggi paralleli, specchio della doppia anima diplomatica della Chiesa. Leone XIV raccoglie l’eredità di Francesco anche nella faticosa mediazione tra Est e Ovest, e si conferma fin da subito interlocutore credibile tra i potenti della terra.

L’Europa della politica si affida alla speranza

Dal Parlamento europeo arriva il messaggio di Roberta Metsola: “Benvenuto Papa Leone XIV. Possa la vostra guida della Chiesa Cattolica essere una fonte di speranza per tutti i fedeli”. Una dichiarazione che riflette il bisogno, tutto europeo, di leadership etiche forti in tempi di incertezza. Dalla Francia, Emmanuel Macron ha definito la giornata dell’8 maggio “storica”, augurando un pontificato “che porti pace e speranza”.

A Londra, il premier britannico Keir Starmer ha parlato di “un nuovo capitolo nella guida della Chiesa cattolica”, celebrando un momento “profondamente gioioso per i cattolici del Regno Unito e del mondo intero”. Da Madrid, Pedro Sanchez ha puntato sul valore del dialogo e dei diritti umani. E Viktor Orban ha twittato con enfasi: “Habemus Papam! Una nuova speranza. Dio benedica Papa Leone XIV”.

Completano il quadro il cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha parlato di “speranza e guida in tempi difficili”, e il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha sottolineato la necessità di “voci forti in favore della pace, della giustizia sociale e della dignità umana”. Con parole dense di impegno, Guterres ha auspicato una rinnovata collaborazione tra Santa Sede e Nazioni Unite “per costruire un mondo giusto e sostenibile”.