Scholz vs Merz, chi ha vinto il primo duello tv?

Il dibattito tra i due leader ha acceso il confronto su immigrazione, economia e Trump, ma si attende la sfida a quattro con Afd e Verdi: sarà il vero banco di prova
2 settimane fa
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Scholz Olaf Merz Friedrich Duellotv Afp
Da sinistra, Olaf Scholz e Friedrich Merz (Afp)

Dibattito teso, come immaginabile, quello tenutosi ieri sera fra Olaf Sholz e Friedrich Merz, rispettivamente cancelliere uscente e candidato-cancelliere favorito alle prossime elezioni in Germania, previste per il 23 febbraio. L’incontro, il primo diretto tra i due, l’uno leader dei socialdemocratici tedeschi (Spd) e l’altro dei cristiano-democratici (Cdu/Csu), è stato trasmesso dai canali Ard e Zdf.

Al centro delle discussioni l’immigrazione, il sostegno dell’estrema destra a una mozione presentata da Merz, l’economia, la difesa e il neo presidente Usa Donald Trump. Grande assente, secondo alcuni, la carenza di alloggi, che pure rappresenta una delle principali fonti di ansia sociale e che ha impatti anche sull’economia.

Chi ha vinto?

Difficile dire chi ha avuto la meglio nel dibattito, ma, secondo i commentatori, in ogni caso non Scholz. La sensazione è che ci sia stato un sostanziale pareggio, che tutto sommato non sposta granché nelle opinioni dell’elettorato. Eppure il candidato uscente aveva proprio bisogno di convincere, visti i circa 15 punti percentuali che al momento dividono il suo partito da quello del suo avversario. Quest’ultimo infatti si colloca sul 29-30% delle intenzioni di voto, a fronte del 15-16% di Spd.

Tanto che Merz ieri sera nel corso dell’incontro ha dichiarato che il suo partito arriverà primo. Di differente avviso Scholz, che oggi si è detto soddisfatto dell’esito del duello tv: “Intendo vincere le elezioni. E credo che ieri si sia dimostrato che posso farlo”.

In realtà quella di Scholz sembra una mission impossibile, sia perché significherebbe raddoppiare il gradimento per il suo partito, sia perché il cancelliere uscente non sembra avere il carisma e la retorica per poter brillare abbastanza. Un obiettivo più alla portata può comunque essere raggranellare più voti possibile, in modo da porsi come ‘kingmaker’ dopo il voto.

Il sostanziale pareggio del dibattito di ieri sera è confermato da un sondaggio flash condotto sui telespettatori, che da una parte hanno valutato Scholz vincitore del dibattito, con il 37% contro il 34% di Merz, ma dall’altra hanno dichiarato (circa un terzo) che non c’era alcuna differenza tra i due candidati, suggerendo che l’incontro è stato un’occasione mancata per il leader socialdemocratico.

Scholz: “Merz ha tradito la sua parola e potrà farlo di nuovo”

E questo nonostante la mossa-boomerang di Merz, che due settimane fa ha accettato i voi di Alternative für Deutschland, partito di estrema destra, per far passare al Bundestag una mozione per inasprire le politiche del governo sull’immigrazione. La mozione non è poi stata tramutata in legge dai legislatori, ma la cosa è bastata per scatenare una polemica contro l’apertura verso una formazione considerata anti-democratica, con posizioni anche neonaziste. Circa 250mila persone sono scese in piazza per chiedere di mantenere il BrandMauer, il cordone sanitario contro le forze più radicali, in vigore dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. L’episodio è anche costato tre punti di gradimento a Merz, ma l’effetto pare già scemato.

Scholz naturalmente ha cavalcato il tema: “Ha tradito la sua parola e potrà farlo di nuovo”, ha detto, specificando che il fatto che il leader conservatore possa collaborare con l’estrema destra “è una mia seria preoccupazione”. Dato che ha già violato il tabù del BrandMauer, ha spiegato il cancelliere, ora non può più fidarsi di Merz.

Il candidato della Cdu tuttavia ha ribadito che non collaborerà o governerà mai con Afd: “Voglio chiarire ancora una volta che non lo faremo”, ha detto Merz sottolineando che “ci dividono dei mondi sulle questioni riguardanti l’Europa, la Nato, l’euro, la Russia, l’America. Non c’è terreno comune“.

Merz ha motivato la mozione presentata al Bundestag come una necessità data dall’ultimo grave episodio di cronaca, l’accoltellamento a Aschaffenburg, che rendeva impossibile per la sua coscienza aspettare ancora. Inoltre, il leader ha incolpato il governo e le politiche di Scholz e dei Verdi per la forte ascesa di Afd.

Linea dura sull’immigrazione

Più in generale, l’immigrazione ha occupato quasi un terzo del dibattito televisivo, con Scholz che ha detto che la Germania “non ha mai visto leggi più dure” sul tema di quelle approvate sotto il suo governo, e che ha promesso di continuare la sua “linea dura”.

Il cancelliere ha anche avvisato che la proposta di Merz di respingere tutti i migranti alle frontiere del Paese “contraddice il diritto europeo” e potrebbe innescare una “crisi europea” laddove invece l’Unione ha bisogno di unità. “Merz sta davvero proponendo che il Paese più grande d’Europa, proprio nel mezzo, debba essere quello che infrange la legge europea?” ha chiesto Scholz. “Quanto si può essere stupidi?”, ha continuato, sottolineando che il piano del rivale è “contro gli interessi tedeschi”.

Merz non è stato a subire e ha accusato il leader socialdemocratico di aver fatto entrare nel Paese “ben oltre 2 milioni di migranti irregolari”. “Non vivi in questo mondo. Quello che stai dicendo è una favola”. ha rincarato.

Germania in recessione, perché?

Scontro anche sull’economia, con Merz che ha accusato l’avversario di essere responsabile della deindustrializzazione del Paese con la sua catastrofica gestione dell’economia: “Abbiamo il terzo anno di recessione consecutiva. È sconvolgente sentire quale sia la sua percezione della realtà”, ha dichiarato.

Scholz ha rintuzzato dando la colpa a crisi esterne: “Non sono io quello che ha invaso l’Ucraina, non sono io quello che ha fermato le consegne di gas”. “La nostra economia è stata colpita più di altre perché siamo un Paese esportatore e non possiamo fare debito illimitato”, ha spiegato il cancelliere.

Divergenza di opinioni anche sul nucleare, che la Germania ha deciso di abbandonare dal 2023 ma che i conservatori stanno pensando di riprendere.

Come affrontare Trump

Altro argomento inevitabile, i dazi che Trump intende porre sulle importazioni dall’Europa – oggi è atteso l’annuncio per acciaio e alluminio -, che avrebbero pesanti ripercussioni sulla Germania.
Entrambi i leader hanno spiegato che l’Europa è pronta ad adottare contromisure nel caso in cui le tariffe doganali arrivassero. Secondo Merz, occorre parlare “con gli americani su un piano di parità”, chiarendo loro “cosa è possibile e cosa non lo è”.

Trump “è prevedibilmente imprevedibile”, ha detto ancora. “Abbiamo bisogno di una strategia europea comune qui, una posizione comune… Se fossi eletto, investirei molto tempo e sforzi nel creare questa unità europea”.

Per Scholz l’Europa è preparata ai dazi Usa: “Con la massima cautela diplomatica, possiamo agire come Unione Europea in un’ora”. La sua strategia per Trump contempla “parole chiare e colloqui amichevoli”.

Oltre ai dazi, c’è stato spazio anche per la proposta del presidente Usa di creare una riviera del Medio Oriente sulle macerie di Gaza. Per Scholz l’idea è “scandalosa”, mentre Merz, pur concordando sul fatto che lo spostamento dei palestinesi sarebbe contro il diritto internazionale, ha invitato ad andare oltre la retorica e attendere i dettagli della proposta.

Difesa e guerra in Ucraina: armi a lungo raggio sì o no?

Durante il duello si è parlato anche di difesa: per Scholz le proposte di destinare il 3% del Pil alle spese militari è “ridicola”, perché non finanziabile senza tagliare altri settori importanti.

Quanto alla guerra in Ucraina, il cancelliere ha ribadito il suo no all’invio dei missili Taurus all’Ucraina, ovvero le armi a lunga gittata in grado di colpire obiettivi in territorio russo. Il motivo è cercare di evitare una escalation della guerra, tenendo conto che Putin ha più volte avvertito che l’impiego di armi a lungo raggio occidentali sul territorio russo comporterebbe un diretto coinvolgimento della Nato.

Merz, invece, ha appoggiato la fornitura dei Taurus, da attuare in coordinamento con l’Unione Europea, per fornire all’esercito ucraino i mezzi per contrastare l’aggressione russa.

Il 16 febbraio dibattito a quattro

Secondo l’ultimo sondaggio INSA pubblicato da Bild am Sonntag, la Cdu/Csu si attesta al 29%, Spd cala di un punto al 16%, mentre Afd resta stabile al 21%. I Verdi sono fermi al 12%, la sinistra radicale di Die Linke sale al 5%, mentre il nuovo partito di Sahra Wagenknecht, BSW, è al 6%. I liberali di Fdp restano sotto la soglia di sbarramento con il 4%.

Il dibattito di ieri sera non sembra aver spostato molto le intenzioni di voto, ma Scholz e Merz si affronteranno di nuovo domenica prossima. E stavolta in un dibattito a quattro: insieme a loro ci saranno Alice Weidel, candidata cancelliera per Afd, e il candidato dei Verdi, attuale vicecancelliere, Robert Habeck.