L’Ue ha facilitato la quotazione e le azioni a voto plurimo (e forse ha salvato le Pmi)

Bruxelles realizza la tanto agognata semplificazione, svolta in arrivo per le imprese europee
2 giorni fa
4 minuti di lettura
Ministro Ungherese Finanze Mihaly Varga E Presidente Bce Christine Lagarde Fotogramma
Il ministro delle finanze ungherese, Mihály Varga, con la presidente della Bce, Christine Lagarde_fotogramma

“Si riconosce la necessità che l’Unione dei mercati dei capitali sia realizzata più velocemente e che gli investimenti raggiungano i livelli resi necessari dalle priorità strategiche dell’Unione connesse alla tutela dell’ambiente, alla digitalizzazione e all’autonomia strategica”. Sono queste alcune delle primissime e programmatiche riflessioni presentate il 25 settembre scorso nel compromesso finale tra Parlamento e Consiglio Ue. Il contesto è chiaro: le imprese europee hanno bisogno di attrarre più capitali.

Oggi, 8 ottobre 2024, l’Ue ha compiuto un deciso passo avanti in questa direzione: il Consiglio ha adottato la normativa sulle quotazioni, un pacchetto legislativo volto a rendere i mercati pubblici dei capitali dell’Ue più attraenti per le imprese europee e a facilitare la quotazione delle imprese di tutte le dimensioni, comprese le piccole e medie imprese, nelle borse europee.
Continuando nello stesso solco, il Consiglio ha adottato anche una direttiva sulle azioni a voto plurimo per agevolare l’emissione e l’utilizzo di questi titoli. Questa modifica normativa punta ad attrarre e trattenere le imprese a forte crescita nell’Ue senza dimenticare la tutela degli azionisti.

Quotazioni delle imprese europee: cosa cambia

Da tempo, gli analisti rimproverano all’Unione europea una eccessiva regolamentazione in campo societario e, più in generale, nel normare le attività di impresa. Secondo questa teoria, la iper-regulation sarebbe tra le principali cause del gap (crescente) tra l’economia Ue e quella Usa.

Le misure adottate oggi dal Consiglio mirano a semplificare le norme applicabili alle imprese che partecipano a un processo di quotazione o alle imprese già quotate sui mercati pubblici dell’Ue. L’obiettivo è rendere più semplice il processo per le imprese attenuando i costi e oneri amministrativi, come spiegato dal ministro ungherese delle finanze Mihály Varga: “L’adozione della normativa sulle quotazioni semplificherà il panorama normativo. Creeremo maggiori opportunità di crescita e accesso al capitale per le imprese, garantendo al contempo la tutela degli investitori e l’integrità del mercato. Si tratta di un contributo concreto al successo dell’unione dei mercati dei capitali e sono fiducioso che avrà effetti positivi duraturi sulle economie europee”.

Un accesso più agevole ai mercati pubblici consentirà alle imprese di diversificare e integrare meglio le fonti di finanziamento disponibili. Questo vale ancora di più per le Pmi, centrali per l’industria italiana ed europea, che spesso devono ricorrere ai prestiti delle banche creando nuovo debito per fronteggiare le difficoltà finanziarie già esistenti.

Le piccole e medie imprese europee che entrano in questo meccanismo spesso finiscono per fare la parte del gatto che si morde la coda. E siccome “In cauda venenum”, questo meccanismo di finanziamento avvelena prima le imprese, poi l’economia europea.

Il ‘pacchetto’ sulle quotazioni in Borsa comprende:

  • il regolamento che modifica il regolamento sul prospetto;
  • il regolamento sugli abusi di mercato;
  • il regolamento sui mercati degli strumenti finanziari;
  • una direttiva che modifica la direttiva relativa ai mercati degli strumenti finanziari e abroga la direttiva sulle quotazioni;
  • una direttiva sulle azioni a voto plurimo.

Maggiore flessibilità e riduzione degli obblighi di comunicazione

Uno dei cambiamenti più significativi riguarda l’obbligo di comunicazione continuativa da parte delle imprese quotate. Le nuove norme prevedono una riduzione della portata di tale obbligo, specialmente nei casi di processi prolungati o eventi a più fasi. In precedenza, le imprese erano tenute a comunicare ogni singola fase intermedia del processo, il che poteva creare complessità operative e confusione per gli investitori. Ora, gli emittenti saranno obbligati a rendere pubbliche solo le informazioni privilegiate riguardanti l’evento finale o il completamento del processo prolungato. Con questo cambiamento, l’Ue punta a ridurre il carico burocratico sulle imprese, mantenendo però la trasparenza necessaria per tutelare l’integrità dei mercati.

Semplificazione delle norme sulla ricerca in materia di investimenti

Le norme relative alla ricerca sugli investimenti sono state semplificate con l’obiettivo di rendere più facile l’accesso delle Pmi al capitale di mercato.

La ricerca sponsorizzata dagli emittenti sarà ora prodotta nel rispetto del codice di condotta europeo, garantendo che gli investitori ricevano informazioni accurate e trasparenti. La rimozione della separazione obbligatoria dei pagamenti tra servizi di ricerca e di esecuzione ordini permetterà una maggiore flessibilità alle imprese di investimento e contribuirà a una migliore visibilità per le Pmi sui mercati finanziari.

Rafforzamento della cooperazione con le autorità di Paesi terzi

Un altro aspetto cruciale di queste nuove norme riguarda il rafforzamento della cooperazione tra l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) e le autorità nazionali degli Stati membri. Questa collaborazione mira a migliorare gli accordi di cooperazione con le autorità di paesi terzi, facilitando l’accesso delle imprese europee ai mercati extra-Ue e garantendo che i regolamenti finanziari siano applicati in modo coerente in tutto il continente. Questa specifica modifica si è resa necessaria per attrarre capitali stranieri e aumentare la competitività del mercato finanziario europeo.

Modifiche sulle azioni a voto plurimo

Come accennato in apertura, modifiche sono state introdotte anche per le azioni a voto plurimo, uno strumento che consente a determinati azionisti di esercitare un numero di voti superiore rispetto ad altri possessori di azioni ordinarie. Le azioni a voto plurimo sono particolarmente utili per le start-up e le imprese innovative, che spesso necessitano di capitali ingenti per crescere, ma al contempo vogliono mantenere un controllo stabile sulla direzione dell’azienda.

Le nuove adottate dal Consiglio Ue facilitano l’emissione di queste azioni da parte delle imprese che intendono quotarsi, fornendo una maggiore flessibilità gestionale e attrattività per gli investitori, soprattutto nel settore tecnologico. La ratio è sempre quella di migliorare l’accesso ai mercati da parte delle imprese, rendendo l’Europa un contesto più favorevole per le scale-up e le aziende in forte espansione che temono di perdere il controllo a favore di investitori esterni.

L’introduzione di un quadro normativo più chiaro e uniforme sull’uso delle azioni a voto plurimo in tutta l’Unione Europea risponde anche all’esigenza di armonizzare le regole tra i diversi Stati membri, riducendo il rischio di disparità regolamentari che potrebbero ostacolare la competitività delle imprese europee a livello globale.

La frammentazione regolamentare è una delle cause del gap Ue-Usa anche secondo Anu Badford, che nel paper The False Choice Between Digital Regulation and Innovation sostiene che il ritardo dell’Ue nel suo processo di innovazione non è causato solo dalla iper regolamentazione.

I prossimi passi

A seguito dell’adozione odierna da parte del Consiglio Ue, le varie misure della normativa sulle quotazioni saranno pubblicate nella Gazzetta ufficiale europea ed entreranno in vigore 20 giorni più tardi. I tempi di attuazione cambiano a seconda della modifica normativia: dal giorno della pubblicazione in Gue, gli Stati membri avranno 18 mesi per recepire nella legislazione nazionale la direttiva che modifica la direttiva sui mercati degli strumenti finanziari e 2 anni per recepire la direttiva sulle azioni a voto plurimo.

Intanto oggi, 8 ottobre, l’Unione europea ha fatto un salto agognato da tanto tempo e richiesto a gran voce anche dall’ex presidente della Bce, Mario Draghi. L’auspicio di Bruxelles è che non sia troppo tardi e che la “lenta agonia” diventi una lenta ma costante risalita.