Democrazia, diritti umani e Stato di diritto. Così come: potere economico, industriale e commerciale. Se chiedessimo ai cittadini europei i punti di forza dell’Ue risponderebbero così. A riportarlo è l’ultimo sondaggio condotto da Eurobarometro sulle “sfide e priorità” del blocco dei 27 Stati membri che ha coinvolto 25.893 cittadini. Nello specifico, per quanto riguarda democrazia e diritti umani, il 31% dei rispondenti li considera al primo posto tra i punti di forza europei; il comparto economico a seguire, per il 28% dei rispondenti.
Alla domanda sui valori, oltre la metà degli europei afferma che l’Ue, più di altri Paesi al mondo, incarna al meglio il rispetto dei diritti e dei valori fondamentali, la libertà di parola e di espressione (55% per ciascuno) e l’uguaglianza sociale e il benessere (52%). La guerra in Ucraina resta la principale sfida che l’Europa si trova ad affrontare, menzionata dal 47% degli europei.
Ma un elefante nella stanza continua a incombere sull’esecutivo Ue: il suo nome è Viktor Orbán e con le sue scelte politiche in Ungheria rischia la clausola di sospensione nella prossima plenaria di novembre.
L’ombra ungherese sui valori europei
Mercoledì scorso, la Commissione per le libertà civili dell’Ue ha adottato la sua seconda relazione interlocutoria sulla procedura dell’articolo 7, avviata dal Parlamento nel 2018. Con 51 voti favorevoli, 21 contrari e due astensioni, gli eurodeputati hanno fatto il punto sulle 12 aree di preoccupazione che riguardano l’Ungheria.
La relazione sottolinea che la situazione minaccia l’integrità dei valori dell’Unione e continua deteriorarsi. L’Ungheria è diventata un “regime ibrido di autocrazia elettorale”, affermano i deputati, chiedendo ancora una volta l’attivazione della procedura di cui all’articolo 7, paragrafo 2, del Testo unico europeo. Tra le questioni relative ai valori europei, gli eurodeputati sottolineano:
• revisioni delle sentenze della Corte Ue da parte della Kúria (corte suprema) ungherese, in violazione dei trattati Ue e della dottrina giuridica;
• il legame tra corruzione e integrità elettorale;
• persistenti ostacoli incontrati dall’Autorità per l’integrità sui fondi Ue assegnati al Pese;
• minacce all’indipendenza della magistratura e la decisione della Commissione di svincolare i fondi di coesione (contestata dal Parlamento), nonché il rifiuto sistematico dell’Ungheria di attuare le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo;
• la necessità di garantire che i destinatari finali dei fondi dell’Ue, compresa la società civile, non vengano privati del sostegno finanziario.
Altri problemi includono l’indebolimento del Consiglio giudiziario nazionale da parte del governo, le minacce alla libertà accademica, la sua allocazione di pubblicità statale a canali favorevoli al governo e le controversie legate al Pride.
La relazione, infine, condanna il ripetuto ricorso dell’Ungheria al diritto di veto in Consiglio, come leva finanziaria e solleva l’indagine della Commissione sul presunto spionaggio ungherese all’interno delle istituzioni europee.
Non ultima, a sei mesi dalle elezioni che si terranno nel Paese, si è verificata negli scorsi giorni l’acquisizione da parte del gruppo mediatico filo-governativo Indamedia, del quotidiano più letto d’Ungheria, Blikk. “Ringier (il gruppo svizzero ex proprietario) vende la sua società ungherese Ringier Hungary Kft. a Indamedia, una delle case editrici digitali in più rapida crescita nel mercato dei media ungheresi”, ha dichiarato l’azienda in un comunicato. Ne sono seguite forti polemiche e le dimissioni del direttore della testata Iván Zsolt Nagy.
La relatrice Tineke Strik (Verdi) ha commentato: “La mancanza di un’azione decisa da parte della Commissione e del Consiglio nei confronti dell’Ungheria ha permesso una continua erosione della democrazia e dello Stato di diritto. L’Ue non può permettere che l’autocratizzazione dell’Ungheria continui. Qualsiasi ulteriore ritardo da parte del Consiglio violerebbe gli stessi valori che afferma di sostenere”.
La relazione sarà oggetto di dibattito e votazione durante la sessione plenaria del 24-27 novembre a Strasburgo.
Valori e sfide europee secondo i cittadini
Per la Commissione, i valori europei sono messi a rischio da Stati, come l’Ungheria, che ne minano la credibilità. I cittadini, al contrario, alla domanda sulle sfide globali per il futuro dell’Ue, hanno presente che i conflitti nel mondo (41%), seguita dall’immigrazione irregolare (35%) e dai cambiamenti climatici e dalle questioni ambientali (31%) sono i principali. Il quarto tema più citato è una novità, ovvero il rischio che l’Ue perda la sua voce e influenza (30%).
Ampie maggioranze sostengono l’azione dell’Ue può rafforzare l’economia nazionale. L’81% degli intervistati concorda sul fatto che le istituzioni comunitarie dovrebbero intervenire per aiutare le industrie a diventare più competitive e a procedere nella decarbonizzare, mentre l’82% concorda sul fatto che l’Ue dovrebbe intervenire per sostenere l’equità tra i gruppi sociali e le generazioni.
In termini di priorità politiche generali, il 34% degli europei cita la sicurezza e la difesa tra i settori che l’Ue dovrebbe affrontare come prioritari, seguiti dal 32% che menziona l’immigrazione irregolare e dal 27% che menziona la guerra in Ucraina. Dati che si riflettono su un due terzi (66%) dei cittadini dell’Ue che si dichiara preoccupato per la sicurezza nei prossimi cinque anni.
