La difesa europea non è più un concetto astratto, ma un’urgenza che si traduce in strategie, investimenti e scelte politiche concrete. Il Libro Bianco sulla Difesa, appena pubblicato dalla Commissione europea, rappresenta un punto di svolta: non solo delinea una nuova visione strategica, ma individua anche le lacune da colmare e le risorse necessarie per costruire una solida base industriale nel settore. Non si tratta di un documento programmatico fine a se stesso, ma di un vero e proprio piano operativo che punta a rafforzare la capacità dell’Unione Europea di agire autonomamente in scenari di crisi, chiudendo i gap tecnologici e militari degli Stati membri e coordinando gli sforzi di difesa in un quadro comune.
“Non fermeremo Vladimir Putin leggendogli il Libro Bianco, ma traducendolo in azione”, ha dichiarato il commissario alla Difesa Andrius Kubilius, lasciando intendere la portata storica di questa iniziativa. La sicurezza dell’Europa, d’altronde, non può più essere delegata esclusivamente agli Stati Uniti o alla Nato: i 450 milioni di cittadini europei devono poter contare su una difesa comune, che si traduca in autonomia strategica e capacità di deterrenza credibile.
Le cinque priorità strategiche del Libro Bianco
Il Libro Bianco traccia una rotta chiara e strutturata per la difesa europea, individuando cinque obiettivi principali:
- il supporto incondizionato all’Ucraina;
- la chiusura delle lacune nelle capacità di difesa degli Stati membri;
- il rafforzamento dell’industria militare europea;
- la preparazione per scenari di crisi estrema;
- il potenziamento delle collaborazioni internazionali.
Non si parla di un esercito europeo, concetto che continua a restare fuori dall’agenda della Commissione, ma di una cooperazione sempre più stretta e strutturata. Il documento riconosce che la difesa rimane una prerogativa nazionale, ma enfatizza la necessità di un’integrazione progressiva e funzionale tra le forze armate dei diversi Stati membri, per garantire maggiore efficienza e interoperabilità. Per raggiungere questo obiettivo, il piano ReArm Europe – Readiness 2030 prevede l’impiego di strumenti finanziari innovativi e il coordinamento tra risorse nazionali ed europee. La Commissione sottolinea che il rafforzamento dell’industria della difesa non è solo una necessità strategica, ma anche un’opportunità economica, capace di generare occupazione e crescita grazie alle ricadute tecnologiche e produttive.
Un settore industriale strategico e gli investimenti necessari
Un punto chiave del Libro Bianco riguarda il potenziamento dell’industria della difesa europea, considerata una risorsa strategica non solo per la sicurezza, ma anche per la competitività economica. Come sottolineato nel rapporto di Draghi l’innovazione nel settore militare può avere ricadute positive anche nel comparto civile, rilanciando la produttività e la ricerca tecnologica. La Commissione ha già stanziato 8 miliardi di euro per la ricerca e lo sviluppo nel periodo 2021-2027, con 5,4 miliardi già assegnati tramite il Fondo europeo per la difesa. Inoltre, 513 milioni sono stati destinati all’aumento della produzione di munizioni, con l’obiettivo di raggiungere una capacità annuale di 2 milioni di proiettili entro la fine del 2025. Altri 310 milioni sono stati assegnati per l’acquisto comune di sistemi e piattaforme di difesa attraverso il programma Edirpa. Il Libro Bianco evidenzia anche il ruolo della cooperazione industriale transfrontaliera, con una media di 17 entità coinvolte per ogni progetto finanziato dal Fondo europeo per la difesa. La creazione di un mercato unico della difesa è vista come una priorità, al fine di superare la frammentazione attuale e garantire che gli standard Nato vengano rispettati in modo uniforme in tutti i paesi dell’Ue.
L’Ucraina al centro della strategia europea
Il sostegno all’Ucraina è una delle colonne portanti del Libro Bianco. La Commissione ha chiarito che l’Ue deve aumentare il supporto militare diretto a Kiev e integrare l’industria della difesa ucraina nel tessuto produttivo europeo. Ciò significa che le aziende ucraine potranno beneficiare di finanziamenti nell’ambito del programma SAFE (“Security Action for Europe”), insieme alle industrie dei paesi membri. Inoltre, il nuovo Strumento di Supporto all’Ucraina consentirà di strutturare in modo più efficace l’assistenza militare e industriale al paese, facilitando la produzione congiunta di equipaggiamenti. Il Libro Bianco prevede anche l’espansione del mandato dell’Ufficio per l’Innovazione nella Difesa dell’Ue, con un aumento delle risorse e del personale.
Una difesa europea più coesa
Il Libro Bianco sarà discusso nei prossimi Consigli Europei, a partire dal vertice del 21 marzo, con possibili decisioni chiave nei successivi incontri del 26 e 27 giugno. La Commissione ha già avviato i lavori per la regolamentazione Omnibus per la semplificazione della produzione industriale e la creazione di una strategia unitaria per il mercato della difesa. Tra gli obiettivi principali, c’è la creazione di un mercato unico per i prodotti della difesa, superando le barriere nazionali che oggi frammentano il settore. Un sistema di appalti comune, infatti, consentirebbe economie di scala e una maggiore efficienza nella spesa militare.
Tuttavia, il successo del progetto dipenderà dalla volontà degli Stati membri di rinunciare a una parte della loro sovranità nazionale in materia di difesa, accettando una maggiore integrazione e una pianificazione coordinata. Il Libro Bianco segna l’inizio di una nuova fase: il futuro della difesa europea non è più una questione teorica, ma una realtà che prende forma attraverso scelte politiche e investimenti concreti. La sicurezza del continente, in un contesto geopolitico sempre più incerto, passa da qui.