I leader dei Ventisette, le istituzione europee, e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si sono riuniti oggi a Bruxelles per il Consiglio europeo sulla difesa indetto da Antonio Costa. Dall’Europa Building è emerso un messaggio univoco: l’Europa vuole accelerare sul riarmo e annichilire la minaccia russa. “Questo è un momento di svolta per l’Europa e l’Ucraina come parte della nostra famiglia europea. È anche un momento spartiacque per l’Ucraina. L’Europa si trova di fronte a un pericolo chiaro e attuale, quindi deve essere in grado di proteggersi, di difendersi, così come dobbiamo mettere l’Ucraina nella posizione di proteggersi e di spingere per una pace duratura e giusta”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, accogliendo il presidente ucraino Zelensky, insieme al presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa.
Von der Leyen presenta il ReArm Eu
Il consiglio straordinario è stata l’occasione per presentare il piano di riarmo ai leader europei: “Vogliamo una forza pacifica – scandisce von der Leyen – ed è per questo motivo che presento oggi ai leader il piano ReArmEu, che prevede fino a 800 miliardi di euro per investimenti nella difesa. Offre agli Stati membri uno spazio fiscale per investire nella difesa, la possibilità di investire nell’industria della difesa ucraina o di acquisire capacità militari che vanno direttamente all’Ucraina”.
La presidente della Commissione ricorda come la difesa dell’Ucraina e quella dell’Europa siano ormai indissolubili: il piano “è a vantaggio del riarmo dell’Unione Europea, ma anche dell’Ucraina nella sua lotta esistenziale, per la sua sovranità e integrità territoriale. Quindi oggi, Volodymyr, grazie per essere venuto. È un momento molto importante, per dimostrare che staremo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”, conclude von der Leyen. Il ReArmEu è un piano ambizioso e l’Ue è pronta a chiedere l’intervento della Bei per trasformarlo in realtà.
La difesa europea passa dalla Bei
La strategia europea è stata scandita dal presidente del Consiglio che, sottolineando la necessità aumentare le risorse per la sicurezza Ue, si è rivolto alla Bei (Banca europea per gli investimenti): “Dobbiamo vedere i mutamenti geopolitici di oggi come grandi opportunità per costruire l’Europa della difesa, la Bei sarà fondamentale in questo” ha dichiarato il Costa, rispondendo con un videomessaggio all’invito di recarsi a Lussemburgo quest’oggi (6 marzo) per il forum della Banca. Un invito che Costa non ha potuto accogliere proprio per presenziare al Consiglio sulla difesa.
Al suo fianco e accanto alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, Zelensky ha ringraziato tutti i leader europei “per il forte sostegno” dato all’Ucraina “dall’inizio della guerra”. Prima del consiglio straordinario, il presidente ucraino ha aggiunto: “In tutto questo periodo, nelle ultime settimane siete stati con noi e lo apprezziamo molto. Sentiamo che non siamo soli: non sono solo parole, è molto importante”. Antonio Costa ha sottolineato che Zelensky è “sempre il benvenuto a Bruxelles”.
Mentre proseguono i colloqui per giungere alla pace, l’Europa deve già pensare a come proteggersi in futuro: “Non ci si può fidare delle parole della Russia”, ha ricordato ieri sera il presidente francese Emmanuel Macron. Il nuovo contesto geopolitico, con Mosca e Washington allineate sulla politica estera, e le tensioni commerciali, con i dazi promessi da Donald Trump e quelli già esistenti con Pechino, obbligano l’Europa a fare investimenti senza precedenti e in tutte le direzioni.
In questo contesto il ruolo della Bei diventerà sempre più centrale per i Ventisette. Nel videomessaggio inviato a Lussemburgo, Antonio Costa ha dichiarato che, dopo la transizione digitale e quella green, la difesa deve diventare “il prima possibile” un nuovo e centrale “obiettivo trasversale” della Banca europea per gli investimenti. Sulla stessa linea la presidente della Banca, Nadia Calviño, che martedì scorso ha garantito l’intenzione di investire in tutti i settori chiave della sicurezza con una lettera a tutti i leader europei riuniti quest’oggi.
“Siamo tutti al corrente del nostro gap di innovazione, produzione e investimento, per questo dobbiamo agevolare gli imprenditori senza rinunciare alla transizione verde, integrare il nostro mercato dei capitali e mobilitare i risparmi europei per investimenti produttivi”, ha rimarcato il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa.
Tusk: “La Russia perderà come l’Urss”
Tra i Paesi che, per ragioni geografiche, subiscono più di tutti la minaccia russa c’è la Polonia del premier Donald Tusk, che durante il Consiglio difesa ha usato parole di fuoco contro Mosca: “Non c’è dubbio che la guerra in Ucraina, il nuovo approccio dell’amministrazione americana verso l’Europa e, soprattutto, la corsa agli armamenti iniziata dalla Russia, che deve essere chiara per tutti, ci pongano di fronte a sfide completamente nuove. L’Europa deve accettare questa sfida, questa corsa agli armamenti. E deve vincerla“. Entrando alla riunione straordinaria del Consiglio europeo, il primo ministro polacco si è detto “convinto che la Russia perderà questa corsa agli armamenti, così come l’Unione Sovietica perse una simile sfida 40 anni fa“.
Tusk ha sottolineato che il riarmo è “l’unico modo per evitare un conflitto su larga scala” ricordando che “Non si tratta solo di fondi europei”. Il piano proposto dalla Commissione europea e le mosse della Banca europea per gli investimenti “rappresentano solo il primo passo, ma è un passo fondamentale, perché le parole finalmente si trasformano in azioni”, ha aggiunto il premier polacco, che detiene la presidenza di turno dell’Ue.
Il ruolo della Bei, ha avvertito Tusk, “Non esime gli Stati membri dal dover aumentare il proprio budget per la difesa, come sta facendo la Polonia”. Per il primo ministro della Polonia il ReArmEu è la prova che l’Europa ha voltato pagina: “Non c’è spazio per un facile ottimismo, la situazione è ovviamente molto complicata e difficile, ma sono convinto che questo sia il momento di svolta in cui l’Europa ha capito la responsabilità che ha sulle proprie spalle”.
“L’America non ha abbandonato l’Europa”
Nonostante la necessità del riarmo, il presidente di turno dell’Ue ha ribadito il ruolo fondamentale degli Usa per l’Occidente: “L’Europa deve assumersi una responsabilità molto maggiore per la propria sicurezza, ma questo non significa trascurare l’alleanza con gli Usa. Oggi l’America è un partner più esigente e complesso, ma il nostro riarmo dovrebbe rafforzare il rapporto transatlantico, non indebolirlo“, aggiunge, dicendo di credere “profondamente” nel fatto che il supporto Usa all’Ucraina continuerà. A una domanda della stampa, “L’America ha abbandonato l’Europa?”, Tusk ha risposto con un secco “No. Sono sicuro” prima di spiegarne le motivazioni: “Confido nel fatto che la frequente variabilità delle opinioni a Washington, che sembra essere una metodologia dell’amministrazione americana, mi fa pensare che non sia una decisione definitiva”.
“Non c’è motivo di lamentarsi della nuova realtà, dobbiamo imparare a gestirla”, ha aggiunto il premier polacco parlando della sospensione degli aiuti militari americani a Kiev.
Nonostante le attuali frizioni, per Donald Tusk, “Mantenere la Nato e l’alleanza con gli Stati Uniti deve restare una priorità assoluta. Anche se dall’altra parte non sempre ci arrivano segnali chiari di interesse, dobbiamo continuare a lavorare per essere un alleato credibile per gli Usa e per tutti i membri della Nato”.
La deterrenza è il futuro dell’Ue
Entrando alla riunione del Consiglio europeo per la difesa, anche la premier della Danimarca ha sottolineato la necessità di intervenire subito: “Per me, la cosa più importante in questo momento è, per essere molto franca, riarmare l’Europa. E non credo che abbiamo molto tempo. Quindi, riarmare l’Europa: spendere, spendere, spendere in difesa e deterrenza: questo è il messaggio più importante“, ha detto Mette Frederiksen sottolineando che “non può esserci una pace sostenibile senza un impegno in questa direzione”.
Silina (premier Lituania): “2% del Pil per la difesa? È il minimo che si possa fare”
La premier lettone Evika Silina va oltre il piano ReArmEu presentato da Ursula von der Leyen: serviranno “ulteriori passi avanti” per difendere i confini europei.
In quest’ottica “è molto importante per noi poter agire come Europa unita e potenziare la nostra industria militare, inviare un segnale forte alla nostra industria militare. È molto importante che l’Europa possa aumentare la spesa per la difesa”, evidenzia Silina che ricorda come la Lettonia sia già molto avanti rispetto alla media europea in termini di spesa per la difesa: “noi lettoni spendiamo il 2,45%. Forse la situazione non è la stessa per tutti gli Stati europei, ma abbiamo bisogno di maggiore flessibilità”, che è poi quella annunciata da von der Leyen sul patto di stabilità con il piano ReArmEu.
“Mi aspetto oggi azioni rapide e decisioni chiare. Sono lieta che la Commissione Europea abbia proposto cinque punti per la spesa per la difesa, perché come Lettonia chiediamo queste decisioni già da molto tempo”, ha chiosato la premier lettone secondo cui alzare la spesa per la difesa al 2% del Pil “è il minimo” che i Paesi europei possano fare.
Il vuoto lasciato dagli Usa e la difesa europea
Un appello alla risolutezza è quello lanciato dal premier lituano: “Dobbiamo prendere decisioni, anche se ci sono sempre uno o due Paesi contrari“, ha detto Gitanas Nauseda con un implicito riferimento all’Ungheria di Viktor Orbán e alla Slovacchia di Robert Fico, entrambi molto vicini a Vladimir Putin. “Dobbiamo cercare strade per attuare le decisioni, perché altrimenti la storia ci giudicherà e pagheremo un prezzo altissimo per questa incapacità di agire“, ha detto ricordando l’appello lanciato agli eurodeputati dall’ex presidente della Bce Mario Draghi, che ha invitato gli eurodeputati a uscire dall’immobilismo decisionale e “a fare qualcosa” in termini di difesa e competitività economica.
Il premier della Lituania ha espresso apprezzamento per il piano di riarmo presentato da von der Leyen, che prevede anche l’allentamento dei limiti agli aiuti di Stato: “Sarebbe un’assistenza di grande valore per il mio Paese, perché abbiamo un obiettivo molto ambizioso: destinare alla difesa tra il 5% e il 6% del nostro Pil“.
Sulla possibilità di destinare un pacchetto da 20 miliardi di euro per l’Ucraina, la Lituania si è dichiarata “pronta” a versare la sua quota, così com’è determinata a sostenere l’Ucraina con lo 0,25% del Pil ogni anno, come fa anche la vicina Lituania. I Paesi baltici sono, per ragioni storiche e geopolitiche saldamente allineati sulla politica estera. Le parole di Nauseda riecheggiano quella dell’omologa lituana Silina: “Abbiamo calcolato che, se tutti gli altri Paesi si impegnassero a versare la stessa percentuale, l’Ucraina riceverebbe 43 miliardi di euro“.
Per il presidente lituano, l’Ue può sopperire a un blocco dei finanziamenti americano, a patto che i Ventisette accumulino le loro risorse finanziarie. Anche in questo caso, la strategia di Nauseda ricorda l’invito al consolidamento più volte lanciato dal “collega” Mario Draghi: “Da economista, posso dire che non è facile, ma è fattibile. Ed è nostra responsabilità, perché in questo momento dobbiamo colmare il vuoto creato dal nuovo status quo negli Stati Uniti. È il momento per l’Europa di dimostrare se siamo un attore globale o solo un club di discussione”, ha chiosato il premier lituano.