Weber contro Orbán: “Siamo stufi di lui”, Kallas parla di “ostacolo” all’Europa

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Manfred Weber e Viktor Orban
Manfred Weber e Viktor Orbán (ftg/ipa)

Mentre l’Ue cerca di compattarsi contro la minaccia russa, Viktor Orbán continua a mettere i bastoni tra le ruote agli Stati membri. In vista del Consiglio sulla difesa di oggi, il premier ungherese ha minacciato di porre il veto sulle conclusioni che parlano di rispetto dell’integrità territoriale del Paese, rischiando di far saltare il banco.

Questa volta, però, le cose potrebbero andare diversamente: l’Europa è decisa nel dare una svolta alla sua politica militare e le defezioni diventano troppo scomode, forse insostenibili.

L’ultimatum di Weber a Orbán

 “Come Ppe siamo stufi di Viktor Orbán”, ha detto Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo, da cui il presidente magiaro (oggi nei Patrioti per l’Europa) è stato estromesso nel 2021. I membri del Ppe si sono riuniti a Bruxelles prima del Consiglio sulla difesa convocato dal presidente del Consiglio europeo Antonio Costa: “Oggi è tempo di mostrare voglia di compromesso”, ha ribadito Weber lanciando una sorta di ultimatum a Orbán.

Durante il summit, anche il presidente lituano Gitanas Nauseda ha attaccato (senza citarli) il presidente ungherese e quello slovacco Robert Fico, colpevoli di ostacolare l’Europa in un momento in cui serve risolutezza: “Dobbiamo prendere decisioni, anche se ci sono sempre uno o due Paesi contrari”, ha detto Nauseda avvertendo gli alleati: “Dobbiamo cercare strade per attuare le decisioni, perché altrimenti la storia ci giudicherà e pagheremo un prezzo altissimo per questa incapacità di agire”. Non a caso, l’Ue sta studiando delle alternative all’unanimità, al momento richiesta dalle norme comunitarie per decisioni cruciali come quelle in materia di riarmo e geopolitica.

Weber contro Trump

Il leader del Ppe ha attaccato anche il presidente Usa, che, come l’omologo ungherese, è vicino a Vladimir Putin: “Siamo scioccati dalle bugie di Trump. Incolpare l’Ucraina di aver iniziato la guerra è una bugia”, ha ribadito il presidente del Ppe, che cerca di salvare il salvabile: “Crediamo nella cooperazione transatlantica“, ma serve “ricominciare a parlarsi l’un l’altro”, ha affermato Weber sostenendo di fatto la proposta avanzata dal governo italiano.

Kallas: “Sempre più difficile superare l’ostacolo Orbán”

I tempi sono cambiati, i modi pure. Arrivando al Consiglio sulla difesa e sull’Ucraina, anche l’Alta rappresentante per la politica estera europea, Kaja Kallas, ha puntato il dito contro Viktor Orbán: “Non abbiamo più tempo, è sempre più difficile superare il blocco di Budapest, ecco perché nella mia proposta c’è la possibilità” di formare una “coalizione dei volenterosi in modo che un Paese non blocchi gli altri”. “Puntiamo all’unità ma, se questo non avviene, l’Ungheria parla per sé”, ha aggiunto Kallas.

La coalizione di volenterosi

Ospitato a Parigi mercoledì sera dal presidente francese Emmanuel Macron, il presidente ungherese ha detto di concordare, a modo suo, “sul fatto che dobbiamo rafforzare le capacità di difesa delle nazioni europee e che questi sforzi dovrebbero dare potere agli Stati membri piuttosto che ai burocrati di Bruxelles“. Un’approvazione per metà, dal momento che il ReArmEu punta a mobilitare investimenti per 800 miliardi di euro sotto la guida europea.

La posizione del leader di Fidesz è stata spiegata dal ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot: “Credo che Orbán condividerà le nuove ambizioni che sono quelle dell’Europa a condizione, ovviamente, che questo riarmo europeo non sfugga agli Stati membri che restano padroni in materia di sicurezza nazionale”, ha dichiarato Barrot a Bmf.

La proposta avanzata da Kallas per superare l’impasse bulgaro è vista di buon occhio dal primo ministro belga: “Se vogliamo rispondere al nuovo ordine creato da Trump, penso che abbiamo bisogno di una coalizione di volenterosi“, una “coalizione pro-Ucraina” che includa Stati membri dell’Ue e partner come Canada e Regno Unito. Per Bart De Wever “Gli Stati Uniti restano un alleato, bisogna guardare oltre l’amministrazione di un solo presidente, ma non possiamo negare che il signor Trump sia pieno di sorprese, e per lo più sono brutte sorprese per noi”.

Sulla proposta, avanzata dal leader ungherese, di negoziare con Putin, il premier belga si è detto scettico: “Non credo sia una buona idea e non credo che il signor Orbán parli a nome dell’Ucraina, ho i miei dubbi”.

Intanto, il cammino verso un’Europa unita e solida prosegue: un funzionario britannico ha riferito che il governo di Keir Starmer ha avuto colloqui preliminari con circa 20 Paesi per un’ipotetica adesione alla “coalizione dei volenterosi”. La soluzione era stata proposta proprio dal premier Uk sia per difendere i confini europei che per garantire un contingente di peacekeeper in Ucraina quando la guerra sarà finita.