Un’alleanza del disonore, che getta la Francia nelle braccia dell’estrema sinistra di Jean-Luc Melenchon. Con queste parole, a caldo, il presidente di Rassemblement National Jordan Bardella ha commentato ieri sera i risultati del secondo turno delle elezioni francesi, che hanno visto il suo partito, vincitore del primo turno e superfavorito, fermarsi al terzo posto. Addirittura dietro la coalizione centrista del presidente Macron, data per moribonda. Primo piazzamento invece per la sinistra del Nouveau Front Populaire (NFP).
Il fronte repubblicano armato dalle unioni centrista e delle sinistre in funzione anti-estrema destra, invocato all’indomani del primo turno, ha dunque funzionato. Così come le desistenze che hanno spinto oltre 200 candidati ammessi al secondo turno a ritirarsi per evitare all’estrema destra di prendere il potere.
E mentre per tutta la settimana si discettava se RN avrebbe ottenuto la maggioranza assoluta o relativa, il voto di ieri sera ha rimescolato le carte.
RN ha davvero perso?
Nello specifico, le carte da poker giocate dal presidente Macron, che ha indetto queste elezioni meno di un mese fa, dopo la pesante sconfitta subita alle europee di inizio giugno, con l’obiettivo di indebolire la destra lepenista attraverso l’esperienza di governo in vista della ‘vera’ partita: quella delle presidenziali del 2027.
Per essere più chiari, il piano era di logorare RN adesso in modo da diminuire le sue chance di vittoria tra tre anni.
E proprio a quel momento sta guardando il partito. In tale ottica non aver ottenuto la maggioranza nemmeno relativa, e quindi partecipare a una ‘coabitazione’ con Macron, potrebbe rivelarsi un vantaggio: non pesando su di loro la responsabilità di quello che avverrà nei prossimi mesi e anni, a partire dall’instabilità in cui le elezioni hanno appena catapultato il Paese, probabilmente le possibilità per RN di agguantare la presidenza nel 2027 aumenteranno.
In questo quadro va anche considerato che se da una parte RN esce sconfitto dal voto rispetto alle premesse iniziali, dall’altra è innegabile la sua ascesa. Basti pensare che ha quasi raddoppiato i suoi deputati all’Assemblea nazionale, passati dagli 82 del 2022 ai 143 di adesso.
” Ringrazio gli elettori per l’ondata patriottica. Stasera è caduto un mondo vecchio e nulla può fermare un popolo che ha ricominciato a sperare. Il Rassemblement National ha realizzato oggi la percentuale più importante di tutta la sua storia“, ha sottolineato infatti il delfino di Le Pen. Per il 28enne presidente del partito, questo risultato sono “i mattoni della vittoria di domani“, per la quale continuerà a lottare.
Le Pen: “Vittoria solo rimandata, la marea continua a salire”
Vittoria che, anche per Marine Le Pen, è solo rimandata. “Ho troppa esperienza per essere delusa da un risultato che raddoppia il numero dei nostri deputati”, ha affermato, sostenendo che “se non fosse per questo accordo innaturale tra Macon e l’estrema sinistra, il Rassemblement National avrebbe la maggioranza assoluta”.
“La marea continua a salire“, ha concluso le leader nazionalista.
In effetti guardando bene i numeri, RN è il partito più grande della Francia, poiché gli altri due blocchi sono appunto blocchi, composti da più partiti con anime molto variegate, su posizioni molto diverse e difficilmente conciliabili.
“Nel mezzo di una crisi del potere d’acquisto, mentre l’insicurezza e il disordine hanno colpito duramente il paese, la Francia si ritrova privata di una maggioranza di governo resiliente e quindi di una chiara rotta per risollevare la situazione“, ha rimarcato Bardella. “Rassemblement National incarna più che mai l’unica alternativa e sarà al fianco del popolo francese. Non vogliamo il potere fine a se stesso, ma per restituirlo ai francesi”, ha affermato.
Ecco perché RN “intensificherà il suo lavoro all’Assemblea nazionale, innanzitutto sostenendo Marine Le Pen; nel Paese, e in secondo luogo continuando a lavorare per l’unità nazionale, riunendo tutti i francesi e, naturalmente, la necessaria svolta democratica; infine, al Parlamento europeo, (dove) da domani i nostri deputati svolgeranno appieno il loro ruolo all’interno di un grande gruppo”, ha concluso Bardella.
Sulla stessa linea il portavoce del partito, Sebastien Chenu, “deluso” dai risultati che hanno fatto “sprofondare la Francia nel pantano” a causa di “alleanze innaturali”. Ma “saremo un’autentica forza di opposizione, i macronisti hanno finito per eleggere il Nouveau Front Populaire“, ha aggiunto.