Un tempo si sarebbe definita “bulgara” la maggioranza con cui Roberta Metsola è stata confermata presidente del Parlamento europeo (90,2%, 562 voti su 699). Ma quanto guadagna per questa carica?
Lo stipendio della presidente del Parlamento Ue
Partiamo da una notizia, per molti inaspettata: la presidente dell’Europarlamento non guadagna di più di un parlamentare “semplice”, almeno se si considera la paga base.
Una cifra comunque elevata considerando che alla indennità mensile netta di 7.853,89 (detratte le imposte Ue e i contributi assicurativi) vanno aggiunte le indennità per le spese generali pari a 4.950 euro al mese e le indennità di soggiorno, pari a 350 euro al giorno.
A questo, bisogna aggiungere che i viaggi vengono chiaramente pagati dalle casse Ue e le spese mediche vengono rimborsate al 67%. Agli eurodeputati spetta poi un’indennità di fine mandato, equivalente a un mese di stipendio per ogni anno di esercizio. Calcolatrice alla mano, un eurodeputato riceve una busta paga di circa 18 mila euro al mese.
Questa somma è più alta per Metsola e i suoi 14 vicepresidenti che possono contare anche sulle indennità di rappresentanza e di missione (fino a 3.500 euro al mese). Dunque, la presidente del Parlamento europeo può arrivare a guadagnare uno stipendio tra i 20mila e i 25mila euro al mese.
I lavori extra degli europarlamentari
Come spiegato dal movimento anticorruzione Transparency International Eu, attualmente i deputati europei sono tenuti a dichiarare solo i redditi secondari superiori a 5.000 euro all’anno, mentre in passato erano obbligati a dichiarare qualsiasi reddito percepito. Le dichiarazioni rivelano che il 70% dei deputati svolge attività secondarie, retribuite o meno, con una media di due attività per deputato, per un totale di 1.751 attività.
Va ricordato che tutti gli eurodeputati guadagnano circa 120.000 euro all’anno, esclusi i vari indennizzi, per il loro lavoro a tempo pieno come rappresentanti eletti dei cittadini europei. Nonostante ciò, la stragrande maggioranza dedica ancora tempo a lavori secondari.
Il movimento anticorruzione evidenzia che oltre un eurodeputato su quattro ha un lavoro secondario retribuito (il dato del 70% considera anche le attività gratuite). In tal senso, particolare scalpore ha suscitato la storia dello youtuber cipriota Fidias Panayiotou che, tra attività politica e imprenditoriale, ha dichiarato di guadagnare 60.000 euro al mese, scatenando le reazioni social.
Complessivamente, le entrate accessorie annuali dei deputati al Parlamento europeo ammontano a 8.707.651,81 euro all’anno.
Cenni biografici su Roberta Metsola
Altra sorpresa: Roberta Metsola non si chiama Roberta Metsola. O meglio, il suo nome alla nascita era Roberta Tedesco Triccas, prima di prendere il cognome del marito finlandese Ukko Metsola, con cui ha quattro figli.
Nata il 18 gennaio 1979, Metsola è stata eletta presidente del Parlamento europeo per la prima volta proprio nel giorno del suo 43°compleanno, il 18 gennaio 2022, in seguito alla prematura scomparsa dell’allora presidente David Sassoli, di cui era vicepresidente.
Ha studiato all’Università di Malta e ha poi frequentato il prestigioso College of Europe di Bruges, in Belgio. Durante gli anni universitari, è stata attivamente impegnata nell’associazionismo, ricoprendo il ruolo di segretario generale dell’organizzazione degli Studenti europei democratici tra il 2002 e il 2003.
Oggi, la presidente del Parlamento europeo è un avvocato maltese appartenente al Partit Nazzjonalista.
Il ruolo nell’adesione di Malta all’Ue
Metsola ha svolto un ruolo significativo nella campagna per l’adesione di Malta all’Ue, avvenuta nel 2004. Specializzata in diritto europeo, ha lavorato per la Rappresentanza di Malta a Bruxelles dal 2004 al 2012.
Nel 2009, si è candidata alle elezioni europee a Malta, mentre suo marito si è candidato in Finlandia, ma nessuno dei due è stato eletto. Successivamente, suo marito ha abbandonato la politica, mentre lei ha continuato la sua carriera, entrando nella squadra dell’allora Alto Rappresentante Ue per gli Affari Esteri, Catherine Ashton. Ha lasciato questo ruolo nel 2013, quando è stata eletta al Parlamento europeo, diventando una delle prime donne maltesi elette a Bruxelles e venendo sempre riconfermata.
Quest’ultimo elemento, inoltre, incide parecchio sull’indennità di fine mandato che, come abbiamo visto, dipende anche dalla durata dell’incarico.