Economia europea sotto assedio, l’Ue ha presentato il piano d’azione per l’acciaio

Bruxelles risponde ai dazi di Trump con una strategia protezionistica, ma non rinuncia alla sostenibilità ambientale
1 settimana fa
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Stéphane Séjourné
Il vicepresidente esecutivo per l’industria della Commissione Ue, Stéphane Séjourné (AFP)

La Commissione europea ha presentato il Piano d’azione per l’acciaio e i metalli in risposta ai dazi di Trump. Una strategia per “salvare il nostro acciaio”, ha dichiarato il vicepresidente esecutivo per l’industria, Stéphane Séjourné presentando il piano che tenta di equilibrare tre obiettivi apparentemente contraddittori: decarbonizzazione, competitività e sicurezza economica.

Un settore sotto assedio

I numeri parlano chiaro: la quota europea nella produzione mondiale di acciaio è precipitata al 7-8%, mentre quella dell’alluminio primario si attesta a un esiguo 3,8%. Contemporaneamente, la sovracapacità globale, trainata principalmente dalla Cina, ha raggiunto livelli quattro volte superiori al consumo annuale dell’Unione Europea.  Secondo IndustriALL – Europe, la Federazione Europea dei sindacati dell’industria, dal 2009 l’industria siderurgica europea ha perso quasi 100mila occupati. L’industria pesante ha un ruolo cruciale nel far funzionare i pilastri dell’economia, inclusi i settori dell’automotive e delle armi di cui tanto si sta parlando in queste settimane. Per questo preoccupa il costante calo di produzione di acciaio europeo: si è passati dai 160 milioni di tonnellate del 2017 ai 126 milioni di tonnellate del 2023.

Questo scenario allarmante si intreccia con altre sfide strutturali, quali i costi energetici alle stelle, la competizione internazionale (fomentate dalla rinnovata politica protezionistica americana) e l’imperativo di mantenere la leadership tecnologica in un settore strategico.

I sei pilastri del piano

Il piano si articola attorno a sei assi principali, ciascuno pensato per rispondere a specifiche criticità del settore:

1. Energia pulita a costi sostenibili

Il nodo cruciale per la competitività dell’acciaio e dei metalli europei risiede nei costi energetici. La Commissione riprende e rafforza il precedente Piano d’azione per l’energia a prezzi accessibili, proponendo un ventaglio di strumenti:

  • contratti a lungo termine per l’acquisto di energia a prezzo fisso,
  • contratti per differenza (Cfd), ovvero accordi che garantiscono prezzi fissi a lungo termine, compensando la differenza tra prezzo di mercato e prezzo concordato;
  • facilitazioni nell’accesso alla rete elettrica.

L’esecutivo europeo esorta gli Stati membri a sfruttare le flessibilità esistenti per ridurre fino a zero le imposte sull’elettricità e a rivedere i costi di rete. Parallelamente, si impegna a potenziare la nascente Banca industriale della decarbonizzazione con un fondo da 100 miliardi di euro destinato alle industrie energivore.

2. Prevenzione del “carbon leakage”

Per evitare la fuga delle produzioni verso Paesi con standard ambientali meno rigorosi, la Commissione intende rafforzare il Meccanismo di adeguamento delle emissioni alla frontiera (Cbam). Entro il 2025, Bruxelles definirà strategie mirate per contrastare questo fenomeno, mentre entro la fine dell’anno in corso proporrà l’estensione del Cbam ai prodotti in acciaio e alluminio, nonché ai semilavorati.

3. Protezione delle capacità industriali europee

La sovrapproduzione globale e le misure protezionistiche adottate da Paesi terzi hanno messo sotto pressione l’industria europea. I dazi statunitensi del 25% su acciaio e alluminio rischiano di deviare flussi commerciali verso il mercato europeo, aggravando ulteriormente la situazione.

La risposta della Commissione include un’indagine approfondita sul settore dell’alluminio, un monitoraggio rafforzato dei mercati di rame, nichel e ferroleghe, e la revisione della Lesser duty rule” nei dazi antidumping. Si tratta di un principio che limita l’imposizione dei dazi al livello minimo necessario per eliminare il danno subito dall’industria europea, anche quando il margine di dumping accertato sarebbe più elevato. La revisione di questa regola consentirebbe all’Ue di imporre dazi più consistenti sui prodotti importati, rafforzando la protezione delle industrie domestiche contro pratiche commerciali sleali.

Entro il terzo trimestre del 2025 è prevista una proposta legislativa per un nuovo sistema di protezione a lungo termine.

4. Promozione dell’economia circolare

L’export di rottami metallici europei ha raggiunto livelli preoccupanti: nel 2021, le esportazioni di rottami ferrosi hanno superato i 19,4 milioni di tonnellate, pari a circa il 20% della produzione interna. Il piano mira a invertire questa tendenza, introducendo obiettivi minimi per l’utilizzo di materiali riciclati nei settori chiave come l’automotive e le costruzioni.

La Commissione valuterà nuove misure per migliorare i processi di separazione e riciclo dei metalli, con particolare attenzione al recupero del calore di scarto industriale e alla sua integrazione nei sistemi di teleriscaldamento.

5. Tutela dell’occupazione e transizione giusta

Con 2,6 milioni di lavoratori europei impiegati nelle industrie dell’acciaio e dei metalli, la dimensione sociale del piano assume un ruolo centrale. La Commissione prevede di attuare politiche attive per garantire una transizione equa, focalizzandosi sulla riqualificazione professionale e sulla protezione dei diritti occupazionali. L’Osservatorio europeo per una transizione giusta e la “Quality Jobs Roadmap”, parte del Clean Industrial Deal, monitoreranno gli effetti delle nuove politiche sull’occupazione, fornendo dati e indicazioni per eventuali correzioni di rotta.

6. Supporto agli investimenti per la decarbonizzazione

Come detto in apertura, l’intenzione di Bruxelles è conciliare produttività e sostenibilità. In questo senso, il piano prevede un futuro Industrial Decarbonisation Accelerator Act per gli appalti pubblici (centrali nel Cloud and Ai Development Act), volto a favorire la domanda di metalli a basse emissioni prodotti nell’Ue.

Nel biennio 2026-2027, l’esecutivo europeo stanzierà 150 milioni di euro dal Fondo di ricerca per il carbone e l’acciaio, mentre il programma Horizon Europe destinerà 600 milioni al Clean Industrial Deal.

Acciaio e metalli: pilastri della difesa europea

Non è un caso che il piano evidenzi il ruolo strategico dei metalli per il settore della difesa. Acciaio, alluminio e nichel sono essenziali per la produzione di mezzi militari e aerospaziali, componenti cruciali in un’epoca di crescenti tensioni geopolitiche.

La Commissione intende rafforzare l’attuazione del Critical Raw Materials Act, il pacchetto-legge adottato nel 2024 per garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche. Parallelamente, si prevede una semplificazione delle regole del sistema Reach per ridurre la burocrazia nella produzione di metalli.

Una risposta sistemica a una crisi strutturale

Il Piano d’azione per l’acciaio e i metalli rappresenta un cambiamento di paradigma nella politica industriale europea. Dopo anni di approcci frammentati, l’Unione Europea sembra aver compreso la necessità di una risposta sistemica ai nuovi internazionali che minacciano la base industriale del continente.

L’ambizione è chiara: preservare e rafforzare un settore che non solo ha un’importanza economica diretta, ma che è anche alla base di molteplici catene del valore strategiche. La capacità di produrre acciaio e metalli in Europa è vista ora come un elemento fondamentale della sovranità tecnologica e della resilienza economica.

Il successo del piano dipenderà dalla rapidità e dall’efficacia con cui le misure annunciate verranno implementate mentre il contesto geopolitico è in rapida evoluzione.