Meta ha deciso di bloccare RT (prima Russia Today) e Rossiya Segodnya su tutte le sue piattaforme accusandole di interferire nella politica americana per conto del governo russo. “Dopo un’attenta riflessione, abbiamo ampliato la nostra applicazione in corso contro media statali russi: Rossiya Segodnya, Rt e altre entità correlate sono ora bandite dalle nostre app a livello globale per attività d’interferenza straniera”, riporta un comunicato della società proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp.
L’azienda di Zuckerberg non ha specificato il tipo di interferenze, ma il blocco è legato alle accuse di disinformazione con cui il Cremlino vuole influenzare le elezioni presidenziali americane.
Non che si tratti di una novità: la Russia era stata già accusata di influenzare le elezioni del 2016 e 2020, promuovendo candidati più favorevoli a Mosca. Nelle scorse settimane, gli Stati Uniti hanno accusato Mosca di aver pagato una società americana per creare contenuti a sostegno di Donald Trump, il candidato repubblicano. Le operazioni di disinformazione condotte da media come RT mirano a destabilizzare il fronte democratico occidentale, utilizzando piattaforme digitali per seminare dubbi e diffondere narrazioni favorevoli al governo russo.
Perché il blocco di Meta riguarda l’Ue
Il blocco deciso da Meta non è rilevante solo per i rapporti tra Usa e Russia, ma ha implicazioni anche per l’Unione europea, che da anni si trova a dover affrontare il problema della disinformazione russa sul suo territorio. La guerra in Ucraina ha scoperchiato il vaso di Pandora, ma il fenomeno affonda le radici nel secolo scorso, almeno negli anni della Prima Repubblica per quanto riguarda l’Italia.
Contrastare la dezinformatsiya russa è tra le priorità dell’Unione europea, come chiarito a luglio dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen al Summit per la Democrazia di Copenaghen.
“Se sarò rieletta presidente, la Commissione proporrà lo Scudo europeo per la democrazia come uno degli obiettivi prioritari della prossima legislatura. Dovrebbe essere un progetto europeo ambizioso che si concentri sulle maggiori minacce derivanti dall’interferenza e dalla manipolazione straniera”.
Il piano di VDL prevede che l’Ue abbia “una propria struttura dedicata per contrastare le interferenze straniere. Metterà in comune le competenze necessarie e si collegherà e coordinerà con le agenzie nazionali esistenti”.
Mosca ha utilizzato media controllati da Putin per alimentare tensioni in Europa, cercando di dividere gli Stati membri sui temi più sensibili, come le sanzioni economiche, la dipendenza energetica e il sostegno all’Ucraina. La strategia del Cremlino è quella di sfruttare piattaforme come Facebook e Instagram per indebolire l’unità europea, minando la fiducia nei confronti delle istituzioni comunitarie e creando incertezza politica. La macchina delle fake-news è sibillina, i suoi prodotti difficili da scovare. Questi finti umani spammano i tweet di altri bot con frasi tipo: “L’Italia viene venduta per gli interessi della NATO e di Washington” o “noi italiani non vogliamo essere coinvolti nei conflitti mondiali” o “non vogliamo una guerra per il profitto di Bruxelles” o “Putin è un vero leader, che protegge i suoi interessi nazionali, non come i nostri”. I post contengono link ad articoli dei media italiani sull’economia o sulle proteste contro la guerra a Gaza.
Il 3 maggio scorso, l’allora Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell (ora sostituito dall’anti-russa Kaja Kallas) è intervenuto a nome dei 27 Paesi membri con un comunicato sui cyberattacchi russi: “L’Unione Europea e i suoi Stati membri, insieme ai partner internazionali, condannano fermamente la campagna informatica maligna condotta dal gruppo APT28, controllato dalla Russia, contro la Germania e la Repubblica Ceca. La campagna informatica dimostra il continuo modello di comportamento irresponsabile della Russia nel cyberspazio, prendendo di mira istituzioni democratiche, enti governativi e fornitori di infrastrutture critiche in tutta l’Unione europea e oltre”.
La disinformazione organizzata può indirizzare il voto degli indecisi, che nel caso delle elezioni Usa 2024 equivarrebbe a riscrivere la storia, dato che Kamala Harris e Donald Trump sono molto vicini nei sondaggi. “Niente è così potente come svelare la manipolazione dell’informazione. Questo richiede innanzitutto la libertà dei media. Inoltre, dobbiamo sviluppare l’esperienza pubblica per individuare la manipolazione dell’informazione. Ciò significa da un lato una migliore informazione e condivisione di intelligence sulle minacce da parte delle varie agenzie che si occupano di questo problema a livello nazionale”, ha aggiunto von der Leyen nel Summit di luglio.
Le misure dell’Ue contro la Russia
Dall’inizio della guerra in Ucraina (24 febbraio 2022), l’Unione europea ha adottato una serie di misure severe contro la Russia, in risposta sia alla guerra in Ucraina che alla crescente minaccia della disinformazione. Oltre a imporre sanzioni economiche di vasta portata, che hanno incluso il blocco dell’import di petrolio e gas russo e il congelamento di asset appartenenti a figure di spicco del regime di Vladimir Putin, l’Ue ha vietato la diffusione di media russi come RT e Sputnik all’interno del suo territorio. A questo si aggiungono ulteriori azioni, come l’esclusione di numerose banche russe dal sistema internazionale SWIFT, che hanno pesato enormemente sull’economia russa, pur senza annichilirla.
Nel settore della comunicazione digitale, l’Unione ha collaborato con piattaforme social come Meta per limitare la portata della propaganda russa, imponendo restrizioni alla diffusione di notizie false e promuovendo campagne di sensibilizzazione contro la disinformazione. Come si è visto, queste politiche fanno parte di una strategia più ampia di sicurezza digitale europea, volta a proteggere le democrazie del continente da interferenze esterne.
L’Unione europea, con il supporto degli Stati Uniti e della NATO, si è dimostrata coesa nell’imporre misure punitive che mirano a isolare la Russia sul piano internazionale, riducendo la sua capacità di influenzare le decisioni geopolitiche attraverso la manipolazione dell’opinione pubblica occidentale.
Le parole di Blinken contro la Russia
Il divieto di Meta arriva dopo che venerdì il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha denunciato le attività destabilizzanti di RT, definendola “braccio de facto dell’apparato di intelligence russo”.
Dall’indagine Usa risulta che nel 2023 il governo russo abbia istituito una nuova unità in RT con capacità operative informatiche e legami con l’intelligence russa, con l’obiettivo di diffondere l’influenza russa nei Paesi di tutto il mondo attraverso operazioni di informazione, influenza segreta e approvvigionamento militare.
Blinken ha spiegato che l’organizzazione avesse preso di mira Paesi in Europa (Moldavia su tutti), Africa e America del Nord e del Sud: “Oggi, stiamo dimostrando come la Russia dispiega tattiche simili in tutto il mondo”, ha avvertito venerdì scorso il segretario di Stato americano.
Blinken ha affermato che il Tesoro degli Stati Uniti sanzionerà tre società e due individui legati a Rossiya Segodnya, la società di media statale russa.
Le strategia e la replica del Cremlino
Decisivo per questo nuove sanzioni è stato l’annuncio di inizio mese secondo cui RT aveva incanalato quasi 10 milioni di dollari verso influencer conservatori statunitensi tramite una società locale per produrre video destinati a influenzare l’esito delle elezioni presidenziali americane di novembre.
Il segretario di Stato americano non ha dubbi: le risorse raccolte dal media russo non vengono utilizzate solo nel campo dell’informazione, ma anche nel campo di battaglia. Parlando con i giornalisti del dipartimento di Stato venerdì, Blinken ha accusato l’ex Russia Today di aver finanziato tramite crowdfunding armi ed equipaggiamento per i soldati russi in Ucraina, tra cui fucili da cecchino, mirini per armi, giubbotti antiproiettile, equipaggiamento per la visione notturna, droni, equipaggiamento radio e generatori diesel. “Parte dell’equipaggiamento, tra cui i droni da ricognizione, potrebbe provenire dalla Cina“, ha aggiunto Blinken.
La reazione della Russia ha ricalcato la solita narrazione: “Azioni così selettive contro i media russi sono inaccettabili” ha commentato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Le autorità russe hanno anche messo in guardia riguardo alle possibili ritorsioni, come fanno dall’inizio del conflitto. Il ministero degli Esteri russo ha annunciato che il divieto potrebbe portare a una maggiore ostilità nei confronti delle aziende tecnologiche occidentali operanti in Russia. Il ministero ha poi sottolineato la necessità di adottare misure legali per tutelare i media russi, ritenendo che tali restrizioni possano incentivare la produzione di contenuti informativi alternativi che sfidino la narrazione occidentale.
Anche RT ha risposto con un comunicato in cui condanna il divieto come un tentativo di soffocare la voce di una parte importante della comunità mediatica globale. L’emittente ha affermato che il blocco di Meta “non fermerà la diffusione delle nostre informazioni, ma piuttosto esalteranno il giusto bisogno di trasparenza nei confronti della disinformazione occidentale e dei meccanismi di censura”.