Giorgia Meloni e Donald Trump: i volti del potere globale nel 2025

Politico e Time fotografano lo spirito dei tempi: l'avanzata del populismo e del conservatorismo. I prossimi mesi diranno l'impatto che i due leader avranno sull'Europa e sul Mondo
3 giorni fa
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Meloni Trump Canva Ipa Ftg
(IPA/Fotogramma)

Fantastica. Come persona e come leader. Così Trump, persona dell’anno per il Time, ha definito Giorgia Meloni, persona più potente dei prossimi 12 mesi secondo Politico. Due riconoscimenti dal mondo dei media – che non sono un endorsement, come ha chiarito Politico nel rendere nota la sua annuale classe di chi avrà maggior potere nell’immediato futuro. L’inclusione nel ‘Politico 28’, spiega infatti il quotidiano americano, non è un’approvazione: è una fotografia del potere, più precisamente di chi lo detiene, non automaticamente di chi dovrebbe averlo.

Partiamo proprio dall’influente quotidiano a stelle e strisce: ogni anno Politico identifica le 28 persone che plasmeranno il destino dell’Europa nei successivi 12 mesi, distinguendole in ‘Agenti (Doers, coloro che sono più abili nell’imporre la propria volontà)’, ‘Disgregatori (Disruptors, coloro che scuotono lo status quo)’ e ‘sognatori (Dreamers, le cui idee audaci stanno guidando la conversazione)’.

La personalità giudicata più influente in assoluto è quella che incarna tutte e tre queste caratteristiche in un modo che sembra “particolarmente risonante” nell’immediato futuro. Per il 2025 questa persona è stata giudicata essere la premier italiana Giorgia Meloni.

Giorgia Meloni persona più potente d’Europa

Una scelta motivata dalla sua ascesa politica, da leader di un partito con radici post-fasciste (e ancor prima attivista nell’ala giovanile del neofascista Movimento Sociale Italiano) a figura centrale nell’Unione Europea. Meloni ha innanzitutto consolidato il suo potere in Italia, rileva Politico, realizzando una stabilità di governo non frequente e non scontata nel Bel Paese (e al momento neanche più in Europa, come stiamo per vedere), e ha cercato di estendere la sua influenza a livello europeo, promuovendo politiche conservatrici e tessendo alleanze con altre forze di destra nel continente, fra tutte l’ungherese Viktor Orbán .

Una prova della sua crescente influenza è l’impatto che la sua leadership ha avuto su temi come l’immigrazione, i diritti LGBTQ+ e la sovranità nazionale. Le sue posizioni, fino a poco tempo fa considerate irricevibili e impresentabili, espressione di un pensiero populista ed estremista che i leader europei hanno sempre evitato o al massimo trattato con indifferenza, sono ora praticamente mainstream. Su tutte, l’immigrazione, con il premier britannico Keir Starmer che qualche mese fa si è recato da Meloni proprio per prendere spunto dalla sua azione, e con l’idea ormai maggioritaria anche tra i leader più centristi di rimpatri forzati e di un generale inasprimento delle politiche di (non) accoglienza.

Questo nonostante, proprio su questo tema e almeno per ora, Meloni sia reduce dal fallimento dei centri di detenzione costruiti in Albania, rimasti vuoti perché giudicati illegali dai giudici italiani, ai sensi anche della legge europea.

E nonostante anche alcuni segnali che indicano un’erosione delle libertà civili, dal diritto di parola a quello di stampa, per le quali parla il Rapporto sullo Stato di diritto in Italia, dal recente scontro con i giudici seguito alla decisione del tribunali relativamente ai campi in Albania fino alla qualificazione della maternità surrogata come reato universale.

Ma, di fatto, Meloni è riuscita e sta riuscendo a normalizzare una serie di posizioni che fino a non molto fa avrebbero suscitato la condanna dell’Europa, e adesso viene vista come il volto più presentabile di una tendenza populista ed estremista che sta diventando lo spirito di questo periodo storico.

Il vuoto lasciato dai leader tradizionali

Un risultato merito della premier italiana, ma anche demerito dei leader più moderati, che non riescono a contrastare la narrativa populista e che in generale stanno arrancando rispetto ad essa, anche lasciando direttamente dei vuoti di potere.

E in un momento di debolezza per i leader convenzionali dell’Ue, Meloni si è posizionata efficacemente come un ponte tra un’estrema destra la cui presenza nei governi europei è in costante crescita e i leader liberal-democratici che la vedono come una rappresentante accettabile di una tendenza che non riescono a contrastare con successo.

Un riflesso di ciò si coglie proprio nella lista di Politico, dove il dato più significativo è l’assenza degli attori tradizionali. In primis il cancelliere tedesco e il presidente della Repubblica francese, figure stabilmente ai posti di rilievo ma che quest’anno sono accumunati da tutt’altro: i due Paesi versano entrambi in due gravi crisi politiche di cui i rispettivi leader – Olaf Scholz e Emmanuel Macron – portano in capo tutta la responsabilità, e di cui non si intravede una soluzione a breve. In preda a un’inedita instabilità, Francia e Germania non possono portare avanti il loro storico ruolo di motori dell’Unione, sia economicamente sia politicamente.

Alla loro instabilità fa da contraltare la novità, alquanto paradossale, dell’attuale stabilità di governo del Paese che insieme al Belgio è praticamente sempre stato sinonimo di incertezza governativa, l’Italia, al cui timone c’è proprio Meloni (peraltro la prima donna a ricoprire tale carica).

Il rapporto con von der Leyen, Fitto vicepresidente

Già lo scorso maggio, prima delle elezioni europee, The Economist aveva rilevato come il futuro dell’Unione fosse in mano a tre donne – Ursula von der Leyen, Meloni e Marine Le Pen – con la premier italiana ago della bilancia. Da lei in sostanza, sosteneva il settimanale britannico, dipende la svolta verso una destra estrema o più ‘centrista’ dell’Unione europea.

Emblematici a tal proposito i rapporti con la presidente della Commissione von der Leyen, che ha corteggiato Meloni durante la scorsa primavera per ottenere il suo sostegno al secondo mandato alla guida dell’esecutivo Ue. Salvo poi arrivare a un netto raffreddamento della relazione e alla conseguente astensione dell’italiana quando si è trattato di votare per la tedesca, per finire con il suo supporto in sede di votazione dell’intera Commissione – sostegno più che necessario pere VDL.

A coronamento di una rinnovata intesa e di una reciproca utilità, l’assegnazione a un membro del meloniano Fratelli d’Italia, Raffaele Fitto, di una delle sei vicepresidenze esecutive, con un portafoglio importante.

Trump Persona dell’anno 2024

Per quanto riguarda il neo-eletto presidente Usa Donald Trump, la rivista americana Time l’ha incoronato per il 2024 ‘Persona dell’anno’, riconoscimento che da 97 anni va a l’individuo che, nel bene e nel male, ha fatto di più per plasmare il mondo e i titoli dei giornali negli ultimi 12 mesi.

Nel caso di Trump, per la sua capacità di risorgere dallo sprofondo in cui era finito dopo aver perso le elezioni del 2020 fino a tornare non solo sulla cresta dell’onda ma anche in sella alla Casa Bianca, dal prossimo 20 gennaio. O, per dirla con le parole del caporedattore del Time Sam Jacobs che ha spiegato le motivazioni della scelta, “per aver organizzato un ritorno di proporzioni storiche e per aver guidato un riallineamento politico irripetibile, per aver rimodellato la presidenza americana e modificato il ruolo degli Stati Uniti nel mondo”. In sostanza, “tutti noi, dai suoi sostenitori più fanatici ai suoi critici più accaniti, viviamo nell’era di Trump”, sottolinea – e avvisa – Jacobs.

La ri-elezione del miliardario ha destato preoccupazione in tutto il mondo. E mentre l’Europa si interroga su come affrontare le sfide di questo secondo mandato, su tutte i minacciati dazi commerciali e la promessa di disimpegnarsi rispetto all’Ucraina e forse alla Nato, viene da chiedersi quali siano le connessioni tra Meloni e Trump, oltre a condividere due significativi (per quanto neutri) riconoscimenti.

Cosa unisce Meloni e Trump

Intanto, i due sono uniti da un ‘amico’ comune, il mega miliardario Elon Musk, ormai diventato praticamente il consigliere e il braccio destro del tycoon. Musk ha detto che, se c’è una persona da chiamare in Europa, quella è Meloni, e se anche è vero che non è scontato che Trump dia sempre retta ai suoi collaboratori, facendo dell’imprevedibilità la sua cifra stilistica, è stato lui stesso a chiarire cosa pensa della premier: “E’ una persona e una leader fantastica”. A domanda se lavorerà con lei, ha risposto di sì.

La diretta interessata ha postato il relativo video su X, ringraziando il futuro presidente americano “per le belle parole”.

Ma i due non sono uniti solo dalle chiacchiere o dalla comune vicinanza a Musk, che comunque ha applaudito Meloni per le sue politiche sull’immigrazione e per la sua ‘guerra alla magistratura’ e l’ha premiata con il Global Award dell’Atlantic Council a New York: li accomuna anche una visione sovranista e anti-establishment.

Non a caso Meloni è stata una delle prime leader europee a congratularsi col tycoon per la ri-elezione di novembre, mentre Trump, che l’ha incontrata a Parigi lo scorso fine settimana in occasione della riapertura della Cattedrale di Notre Dame, l’ha definita “una vera e propria fonte di energia”.

Non solo, ma Fratelli d’Italia lavora da tempo per stabilire legami con il Partito repubblicano e recentemente l’Heritage Foundation, creatrice del controverso progetto di svolta autoritaria degli Usa Project 25, si è espressa favorevolmente nei confronti del governo Meloni. Inoltre Francesco Giubilei, presidente di Nazione Futura, noto think tank italiano conservatore, ha incontrato più volte gli esponenti della Fondazione proclamando la vicinanza delle idee tra le due organizzazioni.

Un esempio di tale vicinanza è un incontro svoltosi lo scorso ottobre presso la Camera dei deputati: un evento dal titolo “Collaborazione strategica, Italia e Usa dopo le elezioni di novembre“, organizzato congiuntamente da Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli, Heritage Foundation e Nazione Futura, in collaborazione col Dipartimento Esteri della Lega Salvini Premier.

Politico e Time, dunque, hanno individuato chi al momento detiene un grosso potere. Come questo potere verrà utilizzato, e con quali conseguenze, è quello che il mondo si appresta a scoprire nell’anno del color Pantone Mocha Mousse.

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