Meloni-Trump tra “Occidente great again” e l’imbarazzo per “gli europei parassiti”

Per il tycoon, Usa e Ue "troveranno un accordo sui dazi al 100%". Sugli "europei parassiti" cala il gelo: "Non so di cosa state parlando"
1 giorno fa
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Meloni Trump Casa Bianca Aprile 2025 Ipa Ftg
Giorgia Meloni e Donald Trump durante la conferenza stampa alla Casa Bianca del 17 aprile 2025 (Ipa/Ftg)

L’incontro tra Giorgia Meloni e Donald Trump riapre le porte a un possibile accordo tra l’Ue e gli Stati Uniti, anche se la strategia ondivaga del tycoon obbliga alla prudenza. “Un accordo sui dazi si farà al 100%“, dice il presidente americano nella conferenza stampa dalla Cabinet Room dallo Studio Ovale al fianco della sua “sorella” politica Giorgia Meloni. Trump ha anche accettato l’invito in Italia dove potrebbe incontrare i vertici europei e trovare un’intesa commerciale.

Trump tra dialogo e protezionismo

Il presidente americano apre al dialogo ma non rinuncia alla sua linea: “I dazi ci stanno arricchendo“, sottolinea, contrapponendo la sua amministrazione a quella di Biden, accusata di aver “perso miliardi di dollari sul commercio”. Un equilibrio tra apertura e protezionismo in pieno stile Trump. Tornando alla Casa Bianca, il “100%” era stato utilizzato dal tycoon per annunciare i dazi all’Ue, “nata per fregare gli Usa”.

A inizio settimana, dopo qualche spiraglio di apertura, il presidente americano ha rispedito a Bruxelles l’offerta “dazi zero” su auto e industria in cambio di un maggiore acquisto di gnl (gas naturale liquefatto) e armi dagli States. Il viaggio di Meloni potrebbe nuovamente cambiare le carte in tavola, ma il condizionale è d’obbligo.

Il confronto tra i due leader, uniti da affinità ideologiche ma con interessi diversi, è proseguito tra momenti di sintonia e precise puntualizzazioni. Trump ha definito Meloni una “donna fantastica” che sta facendo “un ottimo lavoro”, specificando che considera l’Italia “il miglior alleato degli Usa, ma finché c’è Giorgia premier“. Lo stesso tycoon, dopo l’annuncio dei dazi, ha detto che avrebbe trattato con l’Ue come singolo blocco e ora potrebbe essere arrivato il momento.

Meloni nel ruolo di mediatrice Usa-Ue

La premier italiana ha affrontato l’incontro con un approccio pragmatico, cosciente dei propri limiti negoziali ma determinata a creare un canale di comunicazione: “Non posso siglare accordi per l’Ue ma sono qui per cercare di trovare il giusto punto di equilibrio a metà strada“. Una posizione necessaria per chi deve bilanciare la tradizionale alleanza atlantica con la difesa dell’economia europea, minacciata dalle annunciate tariffe commerciali americane.

Meloni si dice “sicura che si possa raggiungere un accordo” sui dazi. Il possibile viaggio di Trump in Italia rappresenta forse il risultato più concreto dell’incontro. “Ha accettato l’invito”, ha confermato Meloni dallo Studio Ovale, aggiungendo che, durante questa visita ufficiale, il presidente americano è pronto a “considerare in quella occasione se incontrare anche l‘Europa“. Non c’è una conferma definitiva che questo incontro con i vertici Ue avverrà, ma l’apertura testimonia almeno la disponibilità a valutare un confronto diretto che potrebbe sbloccare le tensioni commerciali. Trump stesso non ha mai dichiarato esplicitamente che verrà a Roma, ma Meloni ha assicurato che lo farà “in un futuro prossimo”.

Difesa e Nato: impegni italiani e pressioni americane

La spesa militare ha rappresentato un altro capitolo importante del bilaterale. Meloni ha annunciato il raggiungimento dell’obiettivo del 2% del Pil per la difesa al prossimo vertice Nato, concordando sull’importanza di avere una difesa solida per affrontare le sfide del futuro. Un traguardo significativo per l’Italia smorzata dalla reazione di Trump: “non è mai abbastanza”, ha commentato, pur attenuando la pressione con un sorriso rivolto al vicepresidente J.D. Vance.

A proposito di difesa, parlando di Ucraina Meloni ha ribadito: “Sapete come la penso, che ci sia stata un’invasione e che l’invasore fosse Putin”, ha chiosato in italiano a un giornalista nostrano. Una dichiarazione che non è stata tradotta dall’interprete presente forse per non creare tensioni dal momento che, a febbraio, Trump ha detto che “l’Ucraina non avrebbe dovuto iniziare la guerra“. Solo questa settimana fa, il tycoon ha corretto il tiro dicendo che “Putin non avrebbe dovuto iniziare la guerra, ma Biden e Zelensky potevano fermarla: è colpa di tutti”.

“10 miliardi di investimenti delle imprese italiane negli Usa”

Durante il colloquio, Trump e Meloni hanno affrontato l’ipotesi di diverse collaborazioni tra Italia e Stati Uniti. “Si è parlato di energia”, ha riferito Meloni, “ma anche di economia dello spazio”. Non di “Starlink” di Elon Musk – peraltro assente all’incontro – ma specificamente di “difesa, di spazio e di missioni su Marte su cui lavoreremo insieme”.

La presidente del Consiglio italiano ha annunciato “10 miliardi di investimentinegli Stati Uniti da parte delle imprese italiane, posizionandosi quasi come “promoter” del sistema italiano – ruolo di cui si è ironicamente scusata con Trump – e sottolineando i risultati raggiunti dal suo governo. Non è chiaro se si tratti di una concessione per distendere i rapporti commerciali o di una conseguenza diretta dei dazi di Trump. Di sicuro, questi investimenti contrastano con la politica nazionalista del governo la cui intenzione è sempre stata quella di aumentare e agevolare le imprese che operano in Italia.

La convergenza per un “Occidente great again”

Il terreno ideologico comune tra i due leader emerge chiaramente quando Meloni adatta il celebre motto trumpiano, dichiarando di voler rendere “l’Occidente great again”. La premier italiana ha rivendicato: “Qualcuno mi chiama nazionalista occidentale“, spiegando che tra alleati, quando emergono problemi, è fondamentale “fermarsi e parlare”.

Sull’immigrazione, altro tema di convergenza, Meloni ha interrotto Trump mentre criticava l’inefficacia delle politiche europee: “Ora la situazione è cambiata anche grazie all’Italia, sono ottimista“, ha detto la leader di FdI che ieri ha incassato un’importante vittoria da Bruxelles in materia di Paesi sicuri.

La smentita sugli “europei parassiti”

L’incontro si è concluso con una conferenza stampa nello Studio Ovale trasformatasi in un lungo intervento di Trump, che ha dominato la scena rispondendo persino alle domande dirette all’ospite italiana. Quando un giornalista ha citato l’espressione “europei parassiti” pronunciata dal presidente americano, Trump ha eluso la questione: “Non so proprio di che state parlando”. Al suo fianco un’esitante Meloni ha aggiunto: “Lo ha mai detto? No, non lo ha mai detto”. Pochi secondi di imbarazzo che riassumono bene come vanno le relazioni diplomatiche da quando il tycoon è tornato alla Casa Bianca.

La presidente del Consiglio ha ottenuto l’apertura che cercava, ma resta da verificare quanto le dichiarazioni d’intenti si tradurranno in azioni concrete: “Questo è il momento di sederci e trovare delle soluzioni”, ha chiosato Meloni. Ora bisognerà valutare il passaggio dalle parole ai fatti.

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