Meloni-Orbán e tutti i punti sui quali (non) sono d’accordo

Dai top jobs, alle coalizioni al Parlamento europeo fino al conflitto russo-ucraino: punti d’accordo e disaccordo tra Italia e Ungheria
3 mesi fa
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Giorgia Meloni e Viktor Orbán
Giorgia Meloni e Viktor Orbán

“Prima di tutto ci terrei a dire di che cosa non abbiamo parlato oggi, non abbiamo parlato di questioni di partito perché abbiamo chiuso tutto lunedì scorso a Bruxelles, dove ho reso chiaro che noi seguiamo i nostri interessi nazionali e non possiamo far parte di una famiglia politica di cui fanno parte un partito romeno che è anti-ungherese“. È quanto ha detto Viktor Orbán nella conferenza stampa ieri a Palazzo Chigi dopo l’incontro con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, riferendosi proprio al partito europeo della leader italiana. Cala il gelo tra i due e i punti in disaccordo sono più del previsto. Vediamo insieme cos’hanno detto.

La questione “top jobs” e l’Ucraina

“Questa è la nostra posizione molto chiara – ha ribadito il premier ungherese – siamo stati d’accordo lunedì a ribadire che, nonostante ciò, ci impegniamo tutti alla cooperazione e alla collaborazione tra i partiti di destra europei senza far parte della stessa fazione“. Poche e semplici parole che ieri hanno creato qualche imbarazzo alla premier, sottolineando che le destre, seppur dallo stesso lato, dovranno guardare in direzione diverse.

Le dichiarazioni congiunte non lo sono sembrate così tanto. Infatti, il leader dell’Ungheria non si è frenato nel dichiarare apertamente i punti sui quali è in disaccordo con la premier italiana. Come sui top jobs, secondo il quale, c’è ancora strada da percorrere: “Ora ci sono tre partiti che formano una coalizione e dividono i top jobs europei, non coinvolgono gli altri e questa filosofia non corrisponde alla collaborazione europea e quindi prendono le decisioni di politica europea a livello partitico e quindi ci sarà una maggioranza, una minoranza, un governo e un’opposizione”. Così Viktor Orban ha criticato le dinamiche per la formazione della nuova commissione europea, sottolineando che “il progetto della Ue non era questo, era di coinvolgere tutti, grandi e piccoli. Non si può permettere a qualsiasi Paese nell’Unione Europea di sentirsi di essere in minoranza”.

Secondo il premier ungherese “questo è un sentiero che non deve servire né dal punto di vista filosofico né dal punto di vista ideologico. E quindi – prosegue – questo patto partitico per la divisione dei top jobs noi come Ungheria non possiamo appoggiarla”.

Altro grande tema di discussione tra i due è il conflitto russo-ucraino. Le posizioni sono notoriamente divergenti. Con il primo ministro ungherese Viktor Orbàn “abbiamo anche discusso ovviamente del conflitto in Ucraina. Sappiamo molto bene che le nostre posizioni non sono sempre coincidenti, proprio per questo voglio dire che apprezzo molto la posizione che l’Ungheria ha mostrato finora, sia in ambito di Unione Europea sia in ambito NATO, consentendo agli altri Stati membri e consentendo agli alleati di assumere decisioni molto importanti anche quando non era completamente d’accordo. Con Viktor in ogni caso abbiamo ribadito l’indiscusso sostegno alla sovranità, all’indipendenza, all’integrità territoriale dell’Ucraina”.

“Guardiamo insieme con grande attenzione alla ricostruzione – prosegue Meloni – perché ovviamente il modo migliore per guardare oltre la guerra è immaginare un’Ucraina che sia ricostruita, che possa prosperare, che possa crescere. Come sapete l’Italia è molto impegnata su questo, organizzeremo qui, nel 2025, la Ukraine Recovery Conference e quindi abbiamo parlato anche di questo”.

Immigrazione e questione demografica

Chiare, invece, le posizioni sulle quali i due Paesi sono in accordo. A partire dalla crisi demografica che affligge la maggior parte degli Stati membri e che secondo Giorgia Meloni richiederà un’unione nelle politiche di supporto alla natalità: “Sono molto contenta che la Presidenza di turno ungherese abbia deciso di porre questa questione tra le sue priorità”, ha concluso in materia la premier italiana.

E sull’immigrazione, dall’Africa all’Albania, passando per i Balcani, è tutto da costruire.
“Con il primo ministro ungherese Viktor Orbán “abbiamo approfondito nel nostro incontro anche le priorità della presidenza ungherese” della Ue “per quanto riguarda il governo dei flussi migratori. Anche qui ci troviamo d’accordo, siamo d’accordo sul fatto che vada consolidato il nuovo approccio europeo che si è sviluppato in questi mesi, anche grazie all’impulso dell’Italia che si basa su alcuni pilastri, cioè la difesa dei confini esterni dell’Unione Europea, il contrasto all’immigrazione illegale di massa, la lotta ai trafficanti, l’impegno a costruire con le nazioni di origine e di transito un nuovo modello di cooperazione e partenariato che sia vantaggioso per tutti, anche e chiaramente per andare alla base delle cause della migrazione”, ha detto la premier Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni congiunte.

E lo stesso vale per l’Africa, per la quale, ha chiarito il premier ungherese: “Noi appoggiamo tutto ciò che la premier italiana ha proposto, una strategia di sviluppo paneuropea per lo sviluppo dell’Africa. Voi siete più vicini all’Africa di noi – ha aggiunto il premier ungherese – però i migranti arrivano anche da noi; quindi, la situazione in Africa riguarda anche noi”.

“Secondo i nostri calcoli nei prossimi 20 anni la popolazione dell’Africa aumenterà di 750 milioni di persone”, ha continuato Orban sostenendo che “quindi ci sono due soluzioni o abbiamo un progetto di sviluppo per l’Africa con cui riusciamo a far rimanere a casa gli africani oppure ci sarà un’immigrazione di massa che non potremo gestire“.

E, infine, la stoccata alla vigilia dell’inizio dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina, da parte di Orban, è stata immancabile: “Un altro tema che abbiamo toccato sono i Balcani occidentali, l’integrazione di questa regione nell’Unione Europea: Io ho detto al premier italiano che è da vergognarsi che questi Paesi che si sono presentati per aderire alla Ue aspettano da 15 anni e due mesi – e ha concluso -. Penso che questo sia inaccettabile: diciamo sì o no, ma non comportiamoci così con loro”.

Gli altri temi

La presidenza ungherese dalla Ue vuole “mettere sul tavolo un grande progetto che si chiama ‘Accordo europeo sulla competitività‘, perché pensiamo che il problema principale dell’Europa, in questo momento, sia la competitività – spiega Orbán – che sia italiani che ungheresi hanno interesse che l’economia europea sia di successo e sia competitiva”.

“Un altro interesse comune è che l’Europa non si isoli da partner terzi fuori d’Europa. È nostro interesse comune – ha detto ancora il premier ungherese – avere un’industria forte e che la transizione green sia collaborativa e non agisca contro l’economia europea“. “Sono convinto che senza una migliore competitività i posti di lavoro europei saranno persi durante il prossimo decennio”, ha concluso.

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