L’Unione europea impone restrizioni ai dispositivi medici cinesi? Cosa c’è dietro

L’Unione europea ha adottato misure restrittive nei confronti dei produttori cinesi di dispositivi medici, limitando il loro accesso ai contratti pubblici europei
2 giorni fa
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Accordo Cina Europa

L’Unione europea ha adottato misure restrittive nei confronti dei produttori cinesi di dispositivi medici, limitando il loro accesso ai contratti pubblici europei che siano superiori a 5 milioni di euro per i prossimi cinque anni.

La decisione, che sarebbe fondata sull’International Procurement Instrument (Ipi), cioè una normativa del 2022 volta a garantire la reciprocità nell’accesso ai mercati degli appalti pubblici, corrisponderebbe al risultato di un’indagine condotta dall’Ue che ha rilevato discriminazioni sistematiche nei bandi di gara cinesi.

Questa nuova regolamentazione potrebbe avere effetti significativi sulla politica commerciale tra Bruxelles e Pechino, già segnata da tensioni su veicoli elettrici e materie prime critiche, ma secondo fonti citate da Bloomberg, non c’è ancora ufficialità in merito.

Il contesto della decisione

Secondo i risultati dell’indagine pubblicata dalla Commissione europea nel gennaio 2025, l’87% dei bandi di gara in Cina conteneva discriminazioni dirette e indirette, impedendo l’accesso alle aziende europee nel settore dei dispositivi medici.

La Cina ha implementato, infatti, un sistema di requisiti stringenti per l’acquisto di dispositivi medici, favorendo i produttori nazionali e limitando l’importazione di tecnologie straniere. L’Ue, con questa misura, intende ristabilire una competizione equa e tutelare le aziende europee nel mercato globale.

Analisi del mercato dei dispositivi medici

Il mercato dei dispositivi medici è strategico sia per la sanità che per l’industria tecnologica avanzata. L’Europa è uno dei principali esportatori di strumentazione medica di alta qualità, mentre la Cina ha progressivamente aumentato la propria produzione interna grazie a politiche di sovvenzioni statali e incentivi alla ricerca.

I flussi commerciali dicono che le esportazioni cinesi di dispositivi medici verso il mercato unico europeo hanno registrato un aumento di oltre il 100 per cento tra il 2015 e il 2023, a dimostrazione dell’apertura complessiva dei mercati dell’Ue.

La strategia di Pechino punta a raggiungere il 70% di autosufficienza nei dispositivi avanzati e l’85% nei componenti fondamentali entro il 2025, obiettivi chiaramente delineati nel programma “Made in China 2025” promosso dal Ministero del Commercio cinese.

Reazioni politiche e aziendali

La decisione dell’Ue ha suscitato reazioni diverse tra i protagonisti della politica e dell’industria. Maroš Šefčovič, commissario europeo per il commercio, ha dichiarato che “questa misura non è un attacco diretto alla Cina, ma un intervento per garantire condizioni di gara eque per le aziende europee”.

D’altra parte, alcune aziende temono ripercussioni negative. Diverse multinazionali europee che producono in Cina potrebbero essere colpite da misure di ritorsione che limitano le loro operazioni nel mercato asiatico.

Inoltre, l’Unione europea avrebbe dovuto incontrare martedì a Parigi il ministro del Commercio cinese Wang Wentao.

“L’Ue ha sempre affermato di essere il mercato più aperto al mondo, ma in realtà si sta muovendo passo dopo passo verso il protezionismo”, ha detto martedì ai giornalisti il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, durante una conferenza stampa.

La Camera di commercio cinese presso l’Ue ha espresso “profonda delusione” per la decisione, che ha affermato di non aver riconosciuto l’importante accesso di cui le aziende europee produttrici di dispositivi medici avevano goduto in Cina.

Possibili risposte di Pechino

Di fronte alla decisione dell’Ue, la Cina potrebbe rispondere con diverse strategie:

  • Maggiore restrizione sugli appalti pubblici europei: Pechino potrebbe innalzare ulteriori barriere per l’accesso ai bandi di gara nel settore sanitario e in altre industrie strategiche.
  • Imposizione di dazi: è possibile si verifichi un aumento delle tariffe che potrebbe ridurre la competitività delle aziende dell’Ue sul mercato cinese e che prenda di mira i veicoli elettrici.
  • Espansione verso mercati alternativi: Pechino potrebbe rafforzare i legami con altri Paesi, come India e Brasile, favorendo le esportazioni di tecnologia medica.
  • Diplomazia commerciale: la Commissione ha affermato che la Cina non ha proposto alcuna azione correttiva per porre rimedio alla situazione. Le due parti potrebbero comunque raggiungere un accordo per evitare le misure dell’Ue.

    Questa mossa potrebbe segnare un punto di svolta nelle relazioni economiche globali e aprire una nuova fase nella competizione commerciale tra le due potenze.