La Georgia dovrà rinunciare al sogno di entrare nell’Unione europea. Le manifestazioni da parte dei cittadini, durate per settimane, e il veto della presidente Salome Zourabichvili sulla legge relativa agli “agenti stranieri” non sono bastati per fermare il progetto di legge.
La nuova legge, infatti, impone a media e Ong di registrarsi come “agenti stranieri” qualora ricevessero finanziamenti esteri pari o superiori al 20% dei loro fondi. Le conseguenze, inoltre, vanno da ingenti multe e sanzioni a controlli preventivi o censura. Le autorità sostengono che questa legge, da loro definita “sulla trasparenza”, sarà utile a frenare i presunti tentativi stranieri di influenzare la politica interna. Ma per la maggior parte dei cittadini è una legge filorussa che impone il controllo e limitazioni alla libertà di parola. L’obiettivo? Sabotare la richiesta della Georgia di diventare membro dell’Unione europea.
🇩🇰FM @larsloekke: "Despite popular opposition and international appeals, Georgia's ruling party has today passed the foreign agent law to silence opposition, media and NGOs. Unless the ruling party changes its course of action, Georgia will not advance on path to EU membership.”
— Denmark MFA 🇩🇰 (@DanishMFA) May 28, 2024
Georgia, addio Bruxelles
Bruxelles ha esortato più volte i legislatori georgiani ad abbandonare la legge sugli agenti esterni e rimanere sulla strada che avrebbe condotto all’adesione con l’Ue. Lo status di Paese candidato all’ingresso, offerto alla Georgia lo scorso dicembre, aveva chiarito che Tbilisi avrebbe dovuto attuare le principali raccomandazioni politiche affinché la sua candidatura fosse andata a buon fine.
Lo stesso Alto rappresentante Ue per la politica estera e la sicurezza, Josep Borrell, aveva affermato che l’approvazione di questa legge avrebbe influenzato negativamente il percorso del Paese verso l’adesione: “L’Unione europea si rammarica profondamente che il Parlamento georgiano abbia deciso di ignorare il veto del presidente sulla legge sulla trasparenza dell’influenza straniera e di ignorare le dettagliate argomentazioni giuridiche della Commissione di Venezia che portano a una chiara raccomandazione per l’abrogazione di questa legge – si legge in un a nota -. Esortiamo le autorità georgiane a invertire questa tendenza e a ritornare fermamente sul percorso dell’Ue. C’è ancora tempo per cambiare le dinamiche, ma è necessario un forte impegno da parte delle autorità governative”.
La stessa presidente della Georgia Salome Zourabichvili è stata tra le maggiori oppositrici del disegno di legge. Meno di due settimane fa aveva posto un veto, sottolineando che la legge sugli agenti stranieri “contraddice la nostra Costituzione, gli standard europei, e quindi rappresenta un ostacolo al nostro cammino europeo”. Ma lunedì una commissione parlamentare ha annullato la sua decisione, consentendo che lo stesso disegno di legge divenisse realtà.
A questo punto, la legge sarà soggetta alla firma della stessa presidente, entro cinque giorni dall’approvazione finale. Quando ciò non accadrà, toccherò al presidente del Parlamento, Shalva Papuashvili, apporre la firma necessaria. Per l’appuntamento elettorale georgiano del 26 ottobre la legge sarà in vigore da circa due mesi, con ong e organi di informazione coinvolti nel monitoraggio del voto, etichettati come agenti stranieri o multati per mancata registrazione. L’Unione europea sarà costretta, in caso di violazioni di diritti, a ricorrere a sanzioni.