Il generale francese che ha un piano per migliorare la difesa Ue

La proposta del generale francese Bertrand Toujouse con la minaccia di Putin sullo sfondo
1 mese fa
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Difesa Militare Ue

Se l’Europa vuole scoraggiare una possibile aggressione russa, deve affrontare le problematiche relative al trasporto di carri armati, truppe e munizioni attraverso il continente. E per farlo ha solo una strada: semplificare la burocrazia militare. Questo è l’avvertimento del generale francese Bertrand Toujouse, intervistato da POLITICO.

Come sta cambiando la mobilità militare in Ue

Durante la Guerra Fredda, il trasporto di equipaggiamenti militari era una pratica relativamente semplice, ma con l’aumento della complessità delle operazioni e dei confini, questo compito è diventato sempre più difficile. Il generale Toujouse, a capo del nuovo comando terrestre dell’esercito francese per l’Europa, sottolinea l’urgenza di ripristinare l’efficienza nella mobilità militare, un aspetto cruciale per la difesa europea. “È assolutamente essenziale riportare la mobilità militare alla ribalta e dobbiamo esercitarci per farlo,” ha affermato Toujouse.

I primi passi Ue per aumentare la prontezza militare

Nel caso di un attacco russo a un Paese NATO, è fondamentale che la mobilitazione delle forze armate sia molto rapida. Tuttavia, il trasporto rapido di materiali bellici è ostacolato da vari fattori, tra cui procedure amministrative lunghe e frammentate per il transito attraverso le frontiere, infrastrutture insufficienti, come ponti e tunnel adatti al passaggio di veicoli blindati, e una carenza di capacità di trasporto, come i vagoni ferroviari.

Da molti considerata come la principale causa del gap economico con Usa e Cina, ora la iper regolamentazione europea viene criticata anche nel campo militare.

A maggio, i ministri degli Esteri dell’UE hanno sollecitato l’attuazione del Military Mobility Pledge, che prevede investimenti in infrastrutture e l’accesso prioritario a strade e ferrovie per le forze armate. L’obiettivo è garantire che, in caso di necessità, le forze militari possano spostarsi rapidamente attraverso l’Europa.

A giugno, la Francia ha aderito a un accordo già firmato da Polonia, Germania e Paesi Bassi per creare un corridoio di transito militare. A luglio, Grecia, Bulgaria e Romania hanno firmato una lettera di intenti per la cooperazione nella mobilità militare transfrontaliera. Insomma, sempre più governi stanno firmando accordi per migliorare l’infrastruttura e facilitare i movimenti militari tra i Paesi europei.

Le difficoltà militari e le proposte del generale

La difficoltà del trasporto militare attraverso l’Europa è emersa chiaramente nella primavera del 2022, quando l’esercito francese ha schierato un battaglione in Romania in risposta all’invasione russa dell’Ucraina. “Abbiamo scoperto l’entità della burocrazia amministrativa. C’è una guerra in Ucraina, ma i funzionari doganali spiegano che non hai il tonnellaggio giusto per ciascun asse e che i tuoi carri armati non possono attraversare la Germania,” ha ricordato Toujouse aggiungendo come tutto questo sia “semplicemente incredibile.”

Il generale francese ritiene che il miglioramento della mobilità militare dovrebbe concentrarsi sul trasporto ferroviario, che rimane il metodo più pratico per spostare i carri armati.

Tra le proposte avanzate per migliorare la mobilità militare c’è la riduzione delle tariffe di accesso ai treni. Attualmente, l‘esercito francese spende circa 30 milioni di euro all’anno per garantire l’accesso continuo ai treni transcontinentali. “Speriamo di riuscire a garantire l’accesso a un treno senza essere obbligati a pagare,” ha detto Toujouse. Aumentare il coordinamento significa anche mettersi a disposizione dei propri Paesi alleati. Per questo, per esempio, la Francia deve anche migliorare le sue infrastrutture di trasporto, poiché probabilmente le brigate spagnole o portoghesi, qualora dovesse servire, dovrebbero passare raggiungere la Slovacchia attraverso il territorio francese.

Il problema della competenze

Toujouse ha riconosciuto che migliorare la mobilità militare sarà una sfida, dal momento che le normative sui trasporti e le dogane rimangono prerogative nazionali. “Affrontare questioni come chi può transitare attraverso un Paese, i dazi doganali e il tipo di armi a bordo comporta una chiara intrusione nella sovranità statale” ha osservato. Questo rende complesso il coordinamento e la standardizzazione dei processi di trasporto militare a livello europeo.

Attualmente l’Ue ha una politica di sicurezza e di difesa comune, e un’agenzia di difesa, ma non ha un vero e proprio esercito comune: ogni Paese membro collabora a missioni congiunte con risorse militari o a volte con esperti civili, sempre nell’ambito della cooperazione.

L’Ue ha anche stipulato partenariati e alleanze militari, il principale dei quali con la Nato. Non va dimenticato che la maggior parte dei membri di quest’ultima allo stesso tempo fanno parte dell’Unione europea, che quindi potrebbe utilizzare l’Alleanza atlantica come strada maestra per una una difesa condivisa, anche per non indebolire la stessa Nato.

I primi passi del processo europeo verso una difesa comune risalgono al 2004, con la creazione della European Defence Agency (EDA), cui seguì nel 2009 la Common Security and Defence Policy (CSDP). In seguito all’invasione della Crimea da parte della Russia (2014), nel 2017 vennero creati lo European Defence Fund (EDF) e il Military Planning Conduct Capability (MPCC), e nel 2018 la Permanent Structure Cooperation (PESCO) per arrivare nel 2019 al Coordinated Annual Review on Defence (CARD).

Un progressivo infittirsi di strumenti, uffici e programmi dedicati alla sicurezza e alla difesa che secondo molti potrebbero anche essere la base per il famoso esercito europeo. Intanto, però, il tempo scorre e, secondo il generale Toujouse, l’Unione deve intraprendere la strada della sburocratizzazione per essere pronta a reagire. “Chi va sano, va sano e va lontano”, ma a volte, ammonisce il generale, l’unico modo per non soccombere è arrivare in tempo.