Il commissario Schmit a Eurofocus: il mandato di Minzatu è ‘vago’, la prossima Commissione dovrà puntare sui diritti sociali

Il commissario uscente alle politiche sociali ha espresso rammarico, restando comunque ottimista sul lavoro che potrà fare il nuovo collegio
3 settimane fa
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Schmit Nicolas Ftg
Nicolas Schmit (Fotogramma)


A margine della sua visita ufficiale a Roma per gli Stati Generali della salute e sicurezza sul lavoro, il commissario Europeo Nicolas Schmit ha parlato con l’Adnkronos incontrando la stampa un contesto informale. Il politico lussemburghese ha discusso in qualità di “uscente” e come Spitzenkandidat del gruppo S&D e ha criticato apertamente la denominazione e la lettera d’incarico per la nuova commissaria designata che, in caso di audizioni parlamentari favorevoli e dopo il voto in plenaria, prenderà il suo posto, la romena Minzatu, reputandole scelte “desolanti”.

A suo avviso, l’accento su “competenze e qualifiche” sembra ridurre il peso e l’impatto dei diritti sociali nel quadro europeo, portando a un mandato “vago” con pochi elementi concreti. Tra i temi che reputa insufficientemente trattati, Schmit ha menzionato l’algoritmic management: “Abbiamo iniziato a normare con la direttiva sulle piattaforme digitali, ma serve una legislazione che si estenda a tutti i lavoratori sottoposti alla gestione algoritmica”, ha affermato.

Tensioni con la presidenza di Ursula von der Leyen

Schmit ha espresso un’analisi critica dell’attuale presidenza della Commissione, che a suo dire sta andando verso una “deriva presidenziale”. Ha evocato il rischio di una gestione troppo personalistica della Commissione, che compromette il buon funzionamento del collegio e riduce il margine di manovra dei singoli commissari. “Abbiamo osservato in più occasioni decisioni cruciali prese in tempi troppo brevi, senza un reale confronto”, ha detto, sottolineando la necessità di un equilibrio tra la posizione forte della presidente e il principio della collegialità, che dovrebbe guidare l’azione della Commissione. “Non ho nulla contro una presidenza efficace, è necessario un ruolo anche forte, ma bisogna mantenere sempre un equilibrio“.

I Popolari hanno preferito lavorare con la destra estrema: la ‘maggioranza Venezuela’

E a proposito di equilibri, Schmit ha commentato con l’Adnkronos anche la “maggioranza Venezuela”, quel blocco all’Europarlamento che ha visto votare insieme il Ppe con i partiti di destra (Ecr) e di estrema destra (Patrioti e Alternative fuer Deutschland).

“Il nome è legato al voto in favore dell’opposizione venezuelana, ma anche socialisti e democratici non hanno problemi a condannare le pratiche scandalose e inqualificabili di Maduro – ha spiegato – Il fatto è che più volte, su dossier importanti come il budget e la possibilità di costruire muri e centri come quelli in Albania, i nostri alleati popolari hanno votato con l’estrema destra. Non si tratta di fare un cordone sanitario ma ci eravamo impegnati a lavorare insieme onestamente e su questa base è stata eletta la presidente per un secondo mandato. Sembra che questo impegno non stia tenendo. (I popolari, ndr) hanno preferito lavorare con la destra estrema che trovare l’accordo con quelli che dovrebbero essere i loro alleati”.

Allargamento, difesa, competitività

Altro tema caldo, quello dell’allargamento: per Schmit questo processo non può avvenire senza una riforma delle istituzioni. “Non possiamo rimanere ostaggio dell’unanimità, soprattutto in tempi di crisi,” ha ribadito. Le crescenti incertezze globali, con l’imminente elezione americana e le interferenze russe in Georgia e Moldova, richiedono un’Europa più efficiente e rapida nelle decisioni, specialmente in ambito di politica estera e difesa. Un riferimento piuttosto esplicito è stato fatto a Orban, molto vicino a Trump e che ha tenuto in ostaggio in più occasioni l’Unione.

Sul fronte della difesa, Schmit ha evidenziato come i cambiamenti nell’orientamento politico americano rappresentino un rischio concreto. Se rieletto, Trump potrebbe minare il ruolo della Nato, costringendo l’Europa a rafforzare autonomamente la propria difesa. “Abbiamo bisogno di investire in una difesa europea comune e coordinata,” ha detto, criticando la frammentazione industriale europea e il fatto che gran parte delle attrezzature militari vengano acquistate all’esterno dell’Unione.

Schmit ha discusso anche il Rapporto Draghi, lodandone l’analisi accurata dei rischi di declino per l’industria europea. La necessità di investimenti strategici, specialmente nella transizione verde e digitale, è secondo Schmit una priorità urgente per garantire la competitività europea.

Abbiamo bisogno di un approccio misto pubblico-privato per finanziare progetti comuni e una politica industriale efficace,” ha osservato, lamentando la lentezza con cui l’Europa sta rispondendo a sfide come la concorrenza cinese nell’automotive e nella produzione di batterie. “Mi preoccupano molto le industrie tradizionali europee, che hanno un rischio maggiore di rimanere a metà della transizione”, ha aggiunto.

Schmit ha poi ricordato che la nuova direttiva europea sul salario minimo sarà recepita nei prossimi giorni e ha esortato gli Stati membri a rispettarla per garantire salari dignitosi, proteggendo i lavoratori dalla povertà.

Italia uno dei Paesi più colpiti dagli incidenti mortali sul lavoro

Lavoratori che andrebbero protetti a 360° gradi, come il commissario ha evidenziato nel suo intervento stamattina in occasione degli Stati Generali della salute e della sicurezza sul lavoro, sottolineando che la loro sicurezza è alla base del modello sociale europeo e necessita di un impegno congiunto delle istituzioni e delle parti sociali. Nel suo dialogo con la stampa ha esordito sottolineando come l’Italia sia uno dei Paesi più colpiti dagli incidenti mortali sul lavoro, specialmente nel settore delle costruzioni. Con esempi drammatici come il recente incidente a Bologna e le morti in un cantiere a Firenze, ha osservato che la sicurezza non può dipendere dal caso.

Non è una fatalità,” ha sottolineato, insistendo su prevenzione e rispetto delle normative come requisiti essenziali per ridurre i rischi. Per fare ciò, servono controlli severi e un aumento del numero di ispettori del lavoro, una misura che il governo italiano si appresta a mettere in campo. La formazione, poi, deve diventare centrale: datori di lavoro e dipendenti devono conoscere e applicare rigorosamente le misure di sicurezza.

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