Germania, stop aiuti all’Ucraina: è polemica a Berlino

Secondo fonti ministeriali, il budget destinato agli aiuti militari per Kiev sarà dimezzato. La causa? “Problemi di bilancio”
3 settimane fa
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Volodymyr Zelenskiy e Olaf Scholz
Volodymyr Zelenskiy e Olaf Scholz (POU/ROPI - Fotogramma)

La Germania non fornirà ulteriore denaro all’Ucraina, poiché, secondo il governo, il sostegno dovrebbe essere finanziato principalmente dagli interessi generati sui beni russi congelati. Secondo un documento del Ministero delle Finanze tedesco, il budget destinato agli aiuti militari ed economici per Kiev sarà dimezzando passando da 8 miliardi di euro a 4 miliardi entro il 2025. A riportare la notizia è il quotidiano tedesco Faz che cita una lettera inviata al Ministero della Difesa tedesco il 5 agosto, dal ministro Christian Lindner in persona.

Il Paese, uno tra i principali sostenitori dell’Ucraina in Europa, sembra vivere un periodo di incertezza. La decisione, infatti, sarebbe influenzata dalla necessità di riequilibrare il bilancio nazionale, privilegiando altre priorità di spesa interne. Come reagiranno Mosca e Kiev?

Berlino al bivio

Il Ministro delle Finanze Christian Lindner ha dichiarato che l’Ucraina dovrà fare affidamento maggiormente su fondi provenienti da fonti europee e su risorse derivanti dai beni russi congelati, un processo che, tuttavia, è ancora in fase di negoziazione.

La riduzione degli aiuti potrebbe avere gravi ripercussioni sulla capacità dell’Ucraina di sostenere il suo sforzo bellico contro l’invasione russa. Alcuni analisti temono che una riduzione del supporto tedesco possa essere interpretata da Mosca come un segnale di debolezza e divisione all’interno dell’Europa, complicando ulteriormente gli sforzi diplomatici e militari per fermare l’aggressione.

Perché la Germania riduce i finanziamenti all’Ucraina?

Le ragioni dietro questa decisione sono diverse. La Germania si trova a fronteggiare sfide economiche interne significative, inclusi vincoli di bilancio e l’obbligo di rispettare la regola del “freno al debito” che limita il deficit federale al 0,35% del PIL.

La politica fiscale restrittiva della Germania, nota come Schuldenbremse, limita la capacità del governo di spendere per stimolare l’economia. Questa regola impone limiti rigidi al deficit di bilancio, costringendo il governo a fare tagli in aree importanti, come gli investimenti pubblici.

Questi fattori, uniti alla necessità di aumentare la spesa per programmi sociali e ambientali, hanno portato il governo a tagliare i fondi destinati all’Ucraina.

La Germania ha avviato una transizione energetica ambiziosa, nota come Energiewende, per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e promuovere le energie rinnovabili. Tuttavia, la transizione ha portato a costi elevati, sia per le imprese che per i consumatori, e ha creato incertezza su come il paese affronterà la domanda energetica nel medio e lungo termine.

La coalizione di governo, composta dai Socialdemocratici (SPD), dai Verdi e dai Liberali (FDP), ha faticato a trovare un equilibrio tra il mantenimento degli impegni internazionali e la gestione delle pressioni economiche interne. E le future elezioni regionali che si terranno il prossimo autunno complicano ancora di più il quadro politico-economico del Paese.

Critiche dal Bundestag

La decisione ha suscitato forti critiche sia all’interno della Germania che tra i partner europei. Politici di vari schieramenti hanno espresso preoccupazione per il segnale negativo che questa riduzione potrebbe inviare all’Ucraina e agli altri paesi alleati.

Michael Roth (SPD), presidente della Commissione per gli Affari Esteri del Bundestag (il parlamento tedesco), ha definito la mossa “un ritiro dissimulato delle responsabilità”. Anche Roderich Kiesewetter, membro della CDU, ha criticato la mancanza di volontà del governo di dare priorità al sostegno militare all’Ucraina, affermando al quotidiano Tagesspiegel che non finanziare più gli aiuti dal bilancio federale equivale ad abbandonare Kiev.

La risposta degli altri Stati

Mentre la Germania rivede il proprio impegno, altri paesi europei stanno adottando strategie diverse per sostenere l’Ucraina. La Polonia, ad esempio, ha aumentato significativamente il proprio sostegno militare e ha intensificato gli sforzi diplomatici per mantenere l’attenzione internazionale sulla guerra.

La Francia e il Regno Unito, pur affrontando anch’essi pressioni economiche interne, hanno continuato a fornire assistenza, cercando di compensare il vuoto che potrebbe essere lasciato dalla Germania. Tuttavia, l’incertezza persiste su come l’Europa nel suo complesso gestirà il sostegno a lungo termine all’Ucraina, soprattutto se gli Stati Uniti dovessero ridurre il loro coinvolgimento sotto una futura amministrazione più isolazionista, sotto la guida di Donald Trump.