‘Festa della Vittoria’, i Patrioti celebrano “l’ondata sovranista”: priorità agli Interessi nazionali

Il terzo gruppo dell’Europarlamento si riunisce in una zona rurale della Francia per l’anniversario delle europee 2024. Presente anche Salvini
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Patrioti per l'Europa Festa Vittoria
In primo piano Marine le Pen e Jordan Bardella. In secondo piano, Matteo Salvini e Santiago Abascal (Afp)

Smantellare o ridimensionare l’Unione europea. Due le opzioni ma quello che è certo, per i Patrioti europei, è che l’Ue, così come, deve essere ribaltata. Il terzo gruppo all’Europarlamento si è riunito oggi a Mormant-sur-Vernisson, un centro rurale a un’ora e mezza a sud di Parigi, per festeggiare “l’ondata patriottica che ha travolto l’Europa“, iniziata – sostengono – con le elezioni europee di giugno 2024. L’hanno chiamata ‘Festa della vittoria’.

Padroni di casa il Rassemblement National di Marine Le Pen e del suo delfino Jordan Bardella, che hanno ospitato leader di estrema destra, sovranisti ed euroscettici, provenienti da vari Paesi e comuni cittadini, in una cornice che ha visto sia momenti più strettamente politici, con gli interventi dei protagonisti, sia, a seguire, musiche e stand di prodotti locali. Qualcuno l’ha definita un’operazione a metà tra il comizio e la sagra di paese, una sorta di ‘Pontida europea’.

“Alle europee i Patrioti hanno ottenuto un’importante vittoria in Francia (32%) con la lista guidata da Jordan Bardella”, una vittoria che avrebbe “segnato un risveglio del popolo e portato alla creazione di un grande gruppo patriota nel Parlamento europeo”, spiega l’invito all’evento.

La Festa della vittoria

Alla Festa hanno partecipato anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il premier ungherese Viktor Orbán, il leader di Vox Santiago Abascal (presidente del gruppo Patrioti nell’Europarlamento), e da remoto il leader olandese Geert Wilders.

Thomas Ménagé, organizzatore della kermesse, e Jordan Bardella hanno postato su X diversi video delle persone che hanno affollato l’evento. Bardella ha anche commentato: “Fu qui, nella Loira, che Giovanna d’Arco, venuta a salvare la Francia, varcò le porte di Orléans. Fu qui che Charles Péguy, figlio del popolo, elogiò la Francia eterna. È qui che si raduna oggi la nuova speranza europea”.

E in un altro post: “Il 9 giugno 2024, i popoli d’Europa si sono ribellati contro chi voleva dissolvere le nazioni in un superstato federale, contro chi voleva imporre l’immigrazione di massa come un orizzonte insormontabile”.

Proprio l’immigrazione è uno dei cavalli di battaglia dei partiti radicali che compongono il gruppo dei Patrioti. Ma di chi si tratta?

Chi sono i Patrioti

I Patrioti (Patriots for Europe – Pfe) si costituiscono come alleanza il 30 giugno 2024 e come gruppo l’8 luglio successivo a seguito delle elezioni europee del 2024, su impulso di Orbán (Fidesz), dell’ex premier ceco Andrej Babiš (ANO 2011, Azione dei Cittadini Insoddisfatti) e dell’ex ministro dell’interno austriaco Herbert Kickl (Partito della Libertà d’Austria – Fpö).

L’alleanza europea, a connotazione politica di destra ed estrema destra, euroscettica e sovranista, è attualmente composta da 85 eurodeputati provenienti da 14 Paesi, e nell’Europarlamento è la terza forza dietro popolari (Ppe) e socialdemocratici (S&D). Il gruppo nasce dalle ceneri dell’ex gruppo Identità e Democrazia (Id), grazie all’integrazione di forze nazionaliste.

I tre partiti fondatori hanno firmato “A Patriotic Manifesto for a European Future“, secondo cui ogni legittimità per l’Europa affonda nelle nazioni, dunque occorre preservare la sovranità e le specificità di ognuna di esse. E vanno protette e valorizzate anche l’identità europea, le tradizioni e i costumi, continuando la loro eredità greco-romana e giudeo-cristiana. Punti cardine del pensiero dei Patrioti: lotta all’immigrazione illegale, revisione del Green Deal, neutralità nei conflitti armati e contrasto dell’antisemitismo.

Sfida all’Unione europea

“A Fontainebleau (Francia), per il summit dei Patrioti. Al lavoro per un’Europa diversa da quella attuale, dei popoli e non dei burocrati, amica e non nemica delle imprese, che non investe per le armi ma si impegna per la PACE”. Lo ha scritto stamattina sui social Matteo Salvini pubblicando una foto di gruppo dei partecipanti all’evento.

Ed è qui il nocciolo dei Patrioti: “ribaltare l’Unione”, ostaggio della burocrazia e delle ideologie di sinistra. Temi per fanno eco alle critiche dell’amministrazione Trump, secondo cui quanto a democrazia l’Europa starebbe regredendo, oltre ad avere lacci e lacciuoli che soffocherebbero l’economia.

D’altronde non è un mistero che il presidente Usa sia un modello: all’ultimo raduno di Madrid, a febbraio, Orban, Le Pen e Salvini avevano caldeggiato un ‘Make Europe Great Again’, ricalcando il fortunatissimo slogan trumpiano ‘Make Usa Great Again’. Lo stesso vicepremier stamattina ha detto: “Noi stiamo con Trump in Usa, con Bolsonaro in Brasile, con Marine Le Pen in Francia“.

Secondo i leader dei partiti intervenuti alla Festa della Vittoria occorre ridefinire il percorso dell’Ue dando priorità agli interessi nazionali. I Patrioti affermano che il futuro dell’Europa dipende dalla salvaguardia di questi interessi e della libertà (come quella di parola), non dalle ideologie.

Il gruppo critica esplicitamente le politiche della Commissione europea, in particolare il Green Deal, accusate di danneggiare l’economia, l’agricoltura e le imprese e richiede lo sviluppo industriale e la sovranità energetica. Quanto ai conflitti armati, per i Patrioti la pace deve essere l’obiettivo principale, di conseguenza rifiutano il dispiegamento di truppe in Ucraina. Inoltre respingono qualsiasi iniziativa tesa ad aprire le frontiere o promuovere la redistribuzione dei migranti in Europa, a favore di misure che salvaguardino la sicurezza e l’identità degli Stati membri.

Infine, i Patrioti propongono la costruzione di una nuova Europa basata su un’alleanza di partiti patriottici, con l’obiettivo di creare una comunità che, preservando gli interessi nazionali, garantisca pace, sicurezza e prosperità ai suoi cittadini.

Cosa ha detto Salvini

Sul palco stamattina anche Matteo Salvini. “Dieci anni fa la Lega e il Rassemblement National si unirono in un unico gruppo, anche oggi la Lega è con voi, la maggioranza degli italiani è con voi, dobbiamo ribaltare, con tutte le armi che la democrazia ci concede, una Ue che ci vuole precari e indebitati, colonizzati e impauriti, dominata da burocrati e banchieri, che non vuole contrastare i trafficanti di esseri umani, di droga e di armi”. Il leader della Lega ha iniziato il suo intervento scandendo più volte ‘Marine-Marine’, presente al suo fianco. Poi più volte ha usato la lingua francese nel suo intervento, applaudito dai presenti.

“La minaccia arriva da sud, dai clandestini per lo più islamici, non da est, da improbabili carri armati russi“, ha continuato il vicepremier, aggiungendo anche di non vuole “nessun debito europeo per comprare altre armi, come dice Macron, nessun fantomatico esercito europeo per fomentare altre guerre: ogni sforzo va indirizzato per la pace, e per la fine dei conflitti, nuove minacce e nuove sanzioni allontanano la fine delle guerre”. “Tutti ascoltino le parole di pace e di saggezza di Papa Leone XIV”, ha chiesto.

“Costringere gli amici del Partito popolare”

“Siamo la terza forza nel parlamento europeo, dobbiamo e possiamo divenire la prima forza, riprendendo in mano il nostro destino e il futuro dell’Europa, dovremo costringere gli amici del partito popolare europeo a scegliere una volta per tutte, tra i vecchi accordi con le sinistre e un futuro di lavoro e speranza da costruire con i Patrioti“, ha continuato Salvini.

“Scegliere tra il dare ancora più potere ai burocrati non eletti da voi, o dare più potere agli Stati sovrani, senza che nessuno vada in casa degli altri a dire come deve fare, come era ai tempi gloriosi della Comunità economica europea”, ha detto ai presenti. “Gli accordi di potere con la sinistra hanno portato al suicidio chiamato Green Deal, che punisce agricoltori e lavoratori e avvantaggia i cinesi”, ha proseguito il vicepremier. Che ha poi concluso in francese: “Ho difeso il mio Paese contro l’immigrazione clandestina… proveranno ad arrestarci ma falliranno, non siamo in vendita, la vittoria appartiene ai più tenaci”. “Viva l’Italia, viva la Francia e viva i patrioti di tutto il modo”, ha salutato infine i manifestanti.

Cosa prevede ‘Il Gran reset’, road map di think tank sovranisti

I Patrioti puntano a un ‘Grande Reset’, per riprendere il titolo di un report facente capo ad alcuni think tank sovranisti, tra cui il centro studi ungherese Mathias Corvinus Collegium (Mcc) e il polacco Ordo Iuris Institute.

Il titolo del documento, presentato lo scorso maggio con il sostegno di partiti come Vox, Fidesz, e PiS (Legge e Giustizia – Polonia), sintetizza l’obiettivo che si intende portare avanti. Non solo un slogan ma una proposta d’azione dettagliata. “Il Grande Reset: ripristinare la sovranità degli Stati membri nell’Unione Europea” sostiene la necessità di riportare in primo piano la sovranità nazionale e la democrazia come basi per una nuova cooperazione europea. Due sono le opzioni individuate per raggiungere questo obiettivo:

  • Back to the Roots (Ritorno alle origini): creare una ‘versione mini’ dell’Ue attraverso una revisione istituzionale completa, sostituendo l’attuale quadro dell’Ue con un sistema intergovernativo flessibile.
  • New Beginning (Nuovo inizio): smantellare l’Unione europea nell’ottica di una ricostruzione confederale basata sulle sovranità nazionali e con competenze comuni minime, passando per un trattato ex novo, istituzioni ridotte e un’organizzazione modulare a seconda delle adesioni degli Stati.

Il report è parte di un tentativo di creare una rete sovranista transnazionale, rafforzata da collegamenti con la Heritage Foundation negli Usa, il think tank conservatore autore del contestato Project 2025 fatto proprio, quanto meno in larga parte, dal trumpismo.