Le sfide di una popolazione che invecchia al centro del secondo panel della ‘Maratona elettorale’ organizzata dall’Adnkronos al Palazzo dell’Informazione a Roma in occasione delle Elezioni europee 2024.
Ospiti del talk, dal titolo ‘Salute, regole e futuro condiviso’ e moderato dal vicedirettore dell’Agenzia Fabio Insenga, Fabio Landazabal, presidente e ad di Gsk Italia, e Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche).
Stili di vita e vaccinazioni per un invecchiamento attivo
Come fare fronte alle conseguenze di una popolazione che invecchia? Cosa si può fare per la prevenzione?
Risponde Landazabal: ”Il continente europeo in questo momento sta vivendo un cambiamento demografico e l’Italia è il Paese europeo con la popolazione più anziana. Per trovare una soluzione e mitigare questa realtà dobbiamo definitivamente affrontarla con una prevenzione più attiva. Diverse le misure possibili: adottare stili di vita sani, basati su attività fisica, dieta e fare controlli periodici per diminuire il rischio di malattie croniche”.
Fondamentale anche la vaccinazione dell’anziano, per prevenire malattie specifiche dell’adulto come il meningococco, il virus sinciziale e l’herpes zoster. “Ciò aiuta a prevenire e aiuta ad avere un invecchiamento attivo”, sottolinea il presidente Gsk.
Purtroppo l’Italia, sottolinea Landazabal, è indietro, lontana dalla copertura ottimale, la copertura minima indicata dal piano nazionale per raggiugere il beneficio del vaccino.
Ma quali sono i vantaggi dell’investire nella vaccinazione?
Per il presidente Gsk prevenire è meglio che curare, “tantissimi studi dimostrano che è il miglior investimento che dà ritorno alle persone. Perché spendere in prevenzione non è una spesa ma un investimento”.
“Nuovi studi mostrano l’impatto eco della mancanza di copertura vaccinale, che anche sul Pil è molto importate: senza la copertura ottimale si perdono oltre 7 mld euro all’anno. Oltre all’impatto fiscale e sociale.
In sostanza, conclude Landazabal, “non permettere un accesso ottimale alla vaccinazione ha ripercussioni anche sulla crescita economica del Paese”.
Infermieri, competenze specialistiche in campo
E dalla prevenzione alle competenze, perché come sottolinea Barbara Mangiacavalli, “in un’Unione europea con l’età media sempre più alta serve un intervento multidisciplinare degli specialisti”.
Tuttavia in Europa attualmente c’è una situazione di difformità nella formazione delle competenze infermieristiche, e qui secondo Mangiacavalli occorre agire. Attualmente, spiega la presidente Fnopi, la formazione infermieristica è in un perimetro Ue anni ’70 che stabilisce il livello minimo di formazione per laurea triennale e questo consente poi la libera circolazione dei professionisti nell’Ue. Ma sulla specialistica c’è molta difformità”.
Non va dimenticata la mobilità professionale, che vede i giovani laureati italiani scegliere altri Paesi.
“Auspichiamo che si possa lavorate in modo congiunto per condividere le competenze specialistiche in Europa, definendo percorsi di carriera e attività di formazione condivisa”, conclude Mangiacavalli.