Draghi su Trump: “Negoziare con spirito unitario. Non c’è più tempo per posticipare le decisioni”

L’ex presidente della Bce presenta il suo piano e avverte i capi di Stato e di governo dei Ventisette
5 giorni fa
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Draghi Bandiere
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Con il tycoon di nuovo alla Casa Bianca, i Ventisette devono anticipare riflessioni e decisioni che rimandano da anni, in particolare su economia e difesa comune. Gli stessi punti ribaditi dall’ex presidente della Bce nel suo Rapporto sulla Competitività europea.

“Ci sono grandi cambiamenti in vista. Credo che quello che l’Europa non può più fare è di posticipare le decisioni. Come avete visto in tutti questi anni, si sono posposte tante decisioni importanti perché aspettavamo il consenso. Il consenso non è venuto, sono arrivati solo uno sviluppo più basso, una crescita minore, oggi una stagnazione”, ha sottolineato Draghi oggi, 8 novembre, a margine del vertice in Ungheria, dove sono riuniti i capi di Stato e di governo dell’Unione europea.

La ricetta Draghi con Trump alla Casa Bianca

Nonostante le preoccupazioni che filtrano nel panorama europeo con Trump alla Casa Bianca, l’ex presidente del Consiglio sottolinea che “Si sa poco di quello che succederà esattamente, ma una cosa sembra più sicura delle altre e cioè che Donald Trump darà impulso ai settori innovativi e proteggerà le industrie tradizionali, che sono proprio le industrie dove noi esportiamo di più negli Stati Uniti”.

Il gap economico sempre più ampio tra le due economie traccia un quadro inesorabile per il Vecchio Continente: “Dovremo negoziare con l’alleato americano, con uno spirito unitario in maniera tale da proteggere anche i produttori europei”, ha ammonito Draghi che ha ribadito più volte la necessità di una maggiore coesione economica e industriale a livello europeo.

Il rapporto a Budapest

Il summit di Budapest è stata l’occasione per presentare il Rapporto Draghi ai capi di Stato e di governo che lo hanno accolto positivamente nel suo complesso, pur con delle divergenze sui singoli capitoli.

Due mesi fa, a Bruxelles, l’ex governatore di Bankitalia aveva lanciato un allarme chiaro presentando il suo Rapporto sulla competitività europea, commissionatogli dalla presidente Ursula von der Leyen: “siamo già in modalità crisi. Non riconoscerlo significa ignorare la realtà”.

In quella occasione Draghi ha ribadito: “dobbiamo assumere una nuova posizione nei confronti della cooperazione: rimuovendo gli ostacoli, armonizzando regole e leggi e coordinando le politiche. Ci sono diversi ambiti in cui possiamo procedere. Ma quello che non possiamo fare è non andare avanti affatto”.

Elemento centrale del Rapporto è il tempo a disposizione, che per l’Unione europea è sempre meno. Mentre il Vecchio Continente fatica a trovare l’unità sui temi critici, aumenta il divario con le economie di Cina e Usa. Alla base del ritardo c’è anche un grosso gap di innovazione, come sottolineato dallo stesso Mario Draghi.

“Questo rapporto arriva in un momento difficile per il nostro continente. Dobbiamo abbandonare l’illusione che solo rimandando si possa preservare il consenso”, ha chiosato a Bruxelles l’economista che ha aggiunto: “In realtà, la procrastinazione ha solo prodotto una crescita più lenta. E di certo non ha prodotto alcun consenso. Siamo arrivati al punto in cui, senza agire, dovremo sacrificare il nostro benessere, il nostro ambiente o la nostra libertà”.

A distanza di due mesi, oggi a Budapest, Mario Draghi lancia un messaggio chiaro: con la rielezione di Trump, non c’è più spazio per la procrastinazione.