Darnis (Université Cote d’Azur): “Gli impegni francesi in Ue non sono in dubbio”

Si apre uno scenario inedito di coalizioni, ma secondo l'esperto questo non è un problema: "Situazione politicamente movimentata ma di grande stabilità"
3 mesi fa
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Jean Pierre Darnis
Jean Pierre Darnis (Adnkronos)

C’è una maggioranza in Parlamento dai repubblicani alla sinistra e ai Verdi che è d’accordo su tematiche che vanno dalla Nato, all’integrazione europea sino al sostegno all’Ucraina. Così gli impegni internazionali francesi non sono in dubbio”. A sostenerlo è Jean-Pierre Darnis, professore dell’Université Cote d’Azur che sui primi risultati delle elezioni francesi è molto tranquillo. Darnis è presente alla serata elettorale organizzata dall’Adnkronos a Roma al Palazzo dell’Informazione: un’analisi live del voto d’oltralpe con esperti e politologi, insieme al direttore Davide Desario e i vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli.

“I moderati si salvano al di là di Macron, non vince il suo partito, ma lo scenario plausibile – non voluto dal presidente – è che si affermi la sinistra. C’è un gioco politico, ora Macron dovrà avere un ruolo da tessitore quasi all’italiana, e il Parlamento con questa tripartizione riprende una centralità che prima non aveva e toglie delle iniziative al presidente”.

“Se io fossi un politico all’italiana includerei tutti, incluso RN, in un governo provvisorio tecnico per un anno e poi si vedrà. Questo però non ricalca la logica francese. È probabile si crei una maggioranza di sinistra, fino ai Républicains e la France Insoumise che, se è intelligente – e lo è – deve sentire passare quel soffio di moderazione, perché il voto ha anche premiato relativamente la moderazione. Lo stesso Mélenchon deve saper stare un po’ al gioco di chi sa contribuire all’andamento del Paese, anche a distanza”, ha spiegato Dernis.

E ha aggiunto: “È un’assoluta non vittoria dell’Rn che non riesce a concretizzare la scia delle europee e anche del primo turno, c’è stata una desistenza sofferta ma efficace tra centro destra e sinistra in modo tale che il campo repubblicano rimanesse molto forte. Quindi c’è un chiarissimo rigetto con una partecipazione al voto molto molto numerosa: i francesi non vogliono i nazionalisti al potere. Una volta detto questo si aprono dei scenari interessanti”.

Nessuno ha la maggioranza e quindi si apre uno scenario inedito di coalizioni, qualcosa di trasversale, ma secondo l’esperto questo non è un problema, perché “il quadro di stabilità della Francia, nel suo contesto internazionale, in Europa, nell’opposizione chiara alla Russia e nel sostegno all’Ucraina, nonché nel rifiuto dell’ipotesi di preferire il diritto nazionale a quello europeo, tutto questo è stato rigettato e quindi siamo in una situazione interna magari politicamente movimentata ma di grande stabilità, che dovrebbe rassicurare tutti”.

Anche i mercati? “La sinistra anche con 200 deputati arriva al numero 1 della gara ma comunque senza la maggioranza. Inoltre la sinistra ha molte componenti, anche più moderate, e anche il mercato più allergico lo capirà. Ci vorrà un compromesso, il che vuol dire moderazione e ciò piacerà all’economia”.

Che farà ora l’Rn? “Ha raschiato il fondo del barile dei suoi elettori. Può contare su un’ulteriore crescita del partito? L’unica soluzione è allargare il consenso moderandosi. Lo stesso Bardella, che assomiglia a Chirac giovane anche nell’abbigliamento, ha creato una retorica del “vedremo”. Ora deve diventare una destra repubblicana, se no si troverà stretto nell’angolo della protesta, dalla quale non riescono mai ad uscire”.