Cos’è la maggioranza Venezuela, l’equilibrismo rischioso del Partito Popolare Europeo

Nelle ultime settimane, in diverse occasioni il Ppe ha votato insieme a Conservatori, Patrioti e Sovranisti, dando vita ad un’inedita alleanza 'a intermittenza' con la destra anche più estrema, che esulta. Critiche dai verdi: dannoso per la sostenibilità del progetto europeo
3 settimane fa
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Dalla ‘maggioranza Ursula’ alla ‘maggioranza Venezuela’. Ovvero, come gli equilibri dell’Europarlamento starebbero sottilmente spostandosi verso destra, grazie a una sorprendente ‘alleanza’ a intermittenza del Partito Popolare Europeo (Ppe) con le formazioni conservatrici e radicali. A meno di cinque mesi dalle elezioni europee della scorsa estate, che hanno visto una vittoria centrista ma allo stesso tempo la conferma dell’ascesa della destra e dell’ultra-destra in Europa, e il conseguente ricorso al ‘cordone sanitario’ per sterilizzarne le iniziative, la situazione sta assumendo contorni inediti. E “pericolosi per la sostenibilità del progetto dell’Ue“, ha sottolineato Giacomo Filibeck, segretario generale del Partito dei socialisti europei.

Come sostiene Hercule Poirot, il geniale investigatore belga nato dalla penna di Agatha Christie, tre indizi fanno una prova. E quello che all’inizio poteva essere ancora pensato come una estemporanea convergenza di opinioni tra il Ppe, la forza più ampia dell’Eurocamera – allocata a centro-destra – e l’estrema destra, ora non può più essere ignorata.

Ma andiamo con ordine.

La ‘maggioranza Venezuela’

La ‘maggioranza Venezuela’ si è palesata la prima volta a settembre, quando il Ppe ha votato congiuntamente a Conservatori e Riformisti Europei (Ecr), Patrioti per l’Europa (il gruppo di Orban, Lega, Rassemblement National, Vox e Wilders) ed Europa delle Nazioni Sovrane (Esn, ovvero Alternative fuer Deutschland) i quali avevano chiesto all’Ue di riconoscere Edmundo González Urrutia come legittimo presidente del Venezuela. Risoluzione contestata ma adottata, anche se nessun Paese singolarmente ha riconosciuto la vittoria di González.

L’inedita alleanza ha anche portato alla candidatura prima e all’assegnazione poi del Premio Sakharov per la libertà di pensiero all’opposizione del presidente venezuelano Nicolas Maduro. Candidatura proposta insieme da Ppe ed Ecr. Patrioti e Sovranisti, non essendo riusciti a far arrivare il loro candidato Elon Musk nella rosa dei finalisti, si sono allineati a favore dei leader dell’opposizione venezuelana.

Convergenza Popolari ed estrema destra su audizioni dei commissari e immigrazione

Dicevamo che per fare una prova ci vogliono tre indizi. Eccone dunque un altro: nel momento in cui la Conferenza dei Presidenti del Parlamento europeo ha approvato il calendario delle audizioni dei candidati commissari, Il Ppe ha di nuovo votato insieme ad Ecr, Patrioti e Sovranisti per imporre un calendario sfavorevole alla socialista Teresa Ribera. La spagnola dunque sarà audita per ultima, il che consente chiaramente all’Epp di esercitare pressione su socialisti, liberali e verdi (ovvero il resto della maggioranza Ursula), che dovranno votare prima per i candidati dell’Epp rischiando ritorsioni in caso di voto sfavorevole. Uno a caso, Raffaele Fitto, la cui nomina da parte del governo italiano aveva fatto scattare diversi mal di pancia tra Verdi e Socialisti (Fitto fa parte del partito di Giorgia Meloni Fratelli d’Italia, e nel Parlamento europeo siede in Ecr, che non ha votato la fiducia alla Commissione Ursula-2).

I popolari, che in Italia sono alleati del governo Meloni, sostengono Fitto, quindi non è del tutto sorprendente che in questo caso abbiano cercato sponda nei Conservatori. Tuttavia il gruppo è andato oltre, pescando anche tra i Patrioti e i Sovranisti, contro cui dopo le elezioni europee era scattato un efficace cordone sanitario che li aveva esclusi da posizioni in cui avrebbero potuto incidere. Ma se il Ppe rompe de facto tale ‘firewall’, le cose potrebbero cambiare.

Un altro indizio è la votazione sul bilancio 2025 dell’Unione, in occasione della quale molti eurodeputati del Ppe (tra cui il loro presidente Manfred Weber) hanno votato una serie di emendamenti presentati dai Sovranisti per ridurre i finanziamenti all’Agenzia europea per i diritti fondamentali, per finanziare la costruzione di muri alle frontiere e per istituire campi di espulsione per i richiedenti asilo provenienti da fuori l’Europa.

Esultanza dell’estrema destra: “Dettiamo il ritmo all’Europarlamento”

Un’alleanza salutata dalla destra radicale su X come un successo: “Siamo noi a dettare il ritmo al Parlamento europeo. Stabiliamo gli argomenti. Determiniamo e spostiamo il discorso. I media mainstream tedeschi e internazionali credevano che non potessimo esercitare alcuna influenza nel Parlamento europeo. Oggi abbiamo dimostrato che si sbagliavano”, parola di René Aust, presidente dell’Afd al Parlamento europeo e leader dell’Europa delle nazioni sovrane.

Auke Zijlstra del Partito olandese per la libertà, membro dei Patrioti, si è anche spinto, sempre via X, a esortare Weber a ‘decidere’ da che parte stare: “Il Ppe deve prendere una decisione: vuole abbandonare il cordone sanitario e collaborerà pienamente?”.

Già, perché assodata una convergenza opportunistica con l’estrema destra, almeno su alcuni temi e su alcuni voti, Weber sta giocando una partita in equilibrio. Rivolgendosi a sinistra o a destra a seconda della convenienza, rendendo di fatto fluida e meno solida la maggioranza che sostiene Ursula von der Leyen e la sua nuova commissione, in pratica il governo dell’Unione.

E proprio nella Commissione questo ‘equilibrio dinamico’ rischia di replicarsi, perché il Ppe esprime ben 14 dei 26 commissari (più VDL per la Germania). Ricordiamo che anche in virtù del cordone sanitario Patrioti e Sovranisti non sono presenti nel nuovo esecutivo, a differenza di Ecr che ha espresso Fitto – se verrà confermato.

I Verdi: convergenza opportunistica del Ppe “cadrà a pezzi”

Intanto, mentre la situazione viene tenuta d’occhio da politici e analisti, un portavoce di Weber ha respinto l’idea che ci sia una ‘coalizione informale’ di destra nell’Europarlamento. “Abbiamo chiaramente definito le nostre linee rosse. Non ci sarà alcuna cooperazione con i radicali che rifiutano o violano uno qualsiasi dei nostri tre principi fondamentali: pro-Ucraina, pro-Europa, pro-Stato di diritto. Questo vale per i partiti di destra e di sinistra. Stiamo seguendo le nostre convinzioni politiche e programmatiche”.

Ma come detto, quando gli indizi si sommano diventano una prova, e Weber sta subendo critiche da varie parti. L’eurodeputato olandese e co-presidente dei Verdi Bas Eickhout ha affermato: “Questa idea del Ppe, secondo cui possiamo piegarci a sinistra quando è necessario e a destra quando è necessario, cadrà a pezzi quando si tratterà di lavoro legislativo“.

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